La cantante e attrice cubana Ydalia Suarez ha lanciato un nuovo brano dal ritmo latino e con un testo provocatorio, Killer (Monster Mix) feat. Ruly Rodriguez, showman e cantante cubano autore del tormentone “Tacatà”.
“Killer”(Stravaganzarec/Believe Digital) racconta di una “femme fatale” che sa quello che vuole e non intende farsi mettere i piedi in testa da nessuno: tutti gli uomini la cercano, ma è lei a scegliere chi vuole, dimostrando la propria indipendenza.
“Killer” vede Anthony Louis alla produzione artistica e Gianni Paolucci per Halley Pictures alla produzione esecutiva.
Killer il tuo nuovo singolo ha un messaggio molto forte, di una donna che sa quello che vuole. Come nasce la necessità di scrivere una canzone che vuole lanciare un messaggio di emancipazione della donna?
«Nasce dal silenzio che ho avuto dentro di me. Essendo capitata nel team di Anthony, abbiamo scoperto che avevamo idee abbastanza simili su chi fossi come donna e come artista. È stata una liberazione, un grido che ha fatto uscire una donna forte e decisa. È stato un interscambio di idee».
Com’è nata la collaborazione con Ruly Rodriguez e cosa gli hai detto per convincerlo a collaborare con te?
«Per caso! Credo nel destino. Siamo coetanei, abbiamo la stessa cultura, quindi, unendoci abbiamo pensato di diventare una forza, scambiandoci le nostre energie! Mi ha trasmesso fin da subito un forte senso di protezione. Penso abbia percepito da me un grande rispetto».
Un brano molto dance che spopolerà sicuramente questa estate in tutte le discoteche, ma si parla anche di un nuovo genere musicale, si chiama Afrotech, com’è nato questo nuovo genere e come lo hai conosciuto?
«Nello studio di Anthony, nasce da una sua idea, perché non ha voluto abbandonare l’Africa e le sue origini africane. Stiamo cercando di lanciare un pezzo con un contenuto importante, quindi perché non trovare un nuovo genere?».
Pensi che ci sia il pericolo che gli artisti italiani cercano la popolarità con la musica latino-americana senza apprezzare davvero la musica, la cultura e la storia?
«Sì, secondo me c’è il rischio di non riuscire a parlare di qualcosa di nuovo!».
Com’è la connessione tra le tue canzoni e il tuo pubblico?
«Ho trovato molto interesse nei miei confronti e un bel riscontro. Hanno accettato il mio messaggio».
Quanto il trasferirti da un Paese all'altro ti ha influenzata culturalmente e musicalmente?
«Abbastanza, abbiamo uno stile molto diverso, noi siamo molto più romantici. Per me è stato uno shock quando sono arrivata qua sentire suoni diversi. Però adoro la diversità e per me la vostra musica è stata una scuola».
Ci sono artisti italiani con cui ti piacerebbe lavorare?
«Andrea Bocelli! Punto in alto vero? Però amo sognare in grande! Apprezzo tanto Vasco Rossi per il suo stile di scrittura, Ligabue per come racconta le donne e Jovanotti per il suo modo quasi “recitato” di esibirsi».
Sei anche attrice, l’ultimo tuo film è L’abisso nero. Qual è il tuo ruolo?
«É un horror e io sono una mamma infettata da un virus letale e contagioso: mangio tutti quelli che mi trovo davanti!».
Hai recitato in molti film e ha inciso diversi dischi. Secondo te cosa stai facendo meglio tra film e musica e quale di questi due mestieri ti rende orgogliosa?
«Spero di fare bene tutto! Mi è capitato di lavorare con grandi registi che mi hanno fatto dei complimenti, per me è stato importantissimo! Di questo sono tanto orgogliosa».
Quali sono i tuoi prossimi progetti sia nella musica sia nel cinema… o in tv?
«Prossimamente uscirà un EP, che conterrà anche “Killer”! e a settembre sarò al cinema con “L’abisso nero”».