«Spero che qualcuno metta in onda la registrazione dell’ultimo divertente spettacolo di Zuzzurro & Gaspare.» Intervista a Nino Formicola

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«Spero che qualcuno metta in onda la registrazione dell’ultimo divertente spettacolo di Zuzzurro & Gaspare.» Intervista a Nino Formicola

Nino Formicola ha debuttato a dicembre scorso con un nuovo spettacolo teatrale “D’Assolo” scritto da lui e Carlo Pistarino, in cui dà sfogo all’ansia più grande di un comico: far ridere e che verrà proposto per la prossima stagione teatrale. 
Dopo circa quarant’anni di successi con la coppia Zuzzurro & Gaspare, con l’intramontabile simpatia del socio Andrea Brambilla, scomparso nel 2013, Nino Formicola è attualmente impegnato, non solo a teatro, ma anche in diversi progetti, in uno di questi mette a frutto la sua passione per la cucina, infatti, organizza in alcuni ristoranti delle serate a tema, A cena con il comico, e cucina e intrattiene il pubblico. Continua a tenere diversi laboratori teatrali, ‘L’artigianato del comico’ e ritornerà speriamo presto in televisione, non dimenticando che, nel 2018, ha partecipato e vinto il reality l'Isola dei Famosi.
È così difficile far ridere?
«É veramente complicato, soprattutto oggi. Come dico nello spettacolo, il senso dell'umorismo è svanito. Oramai s’incavolano tutti, come uno dice una battuta su qualcuno c’è allarmismo. Oggi, uno non potrebbe nemmeno andare a vedere un film di Mel Brooks, perché ci sono delle cose che darebbero fastidio a tutti. Io credo che, di fondo, non si sia più capaci non di far ridere, ma di ridersi addosso, cioè il senso dell'umorismo e l'autoironia è una cosa che ormai, in questa nazione, sta toccando i minimi livelli.»
È dovuto al fatto di prendersi troppo sul serio?
«Secondo me è dovuto al fatto che ci sono persone più realiste del re e perché, soprattutto, c'è, non un’ignoranza, ma una mancanza di cultura generale, nella quale c'è anche questo, il saper affrontare le cose con sarcasmo e ironia e il saper distinguere tra l'insulto e la satira, che sono due cose diverse.»

                 
Anche i social, infatti, stanno peggiorando le cose sotto questo aspetto…
«I social li seguo, perché devo farlo, però mi sono reso conto di una cosa, che internet è partito per essere la cosa più democratica del mondo, invece, è la cosa più classista del mondo. In realtà, lo sanno usare bene soltanto gli acculturati, gli altri lo usano male e succede quello che sta succedendo e cioè l'insulto gratuito, le tempeste scatenate in un bicchiere d'acqua e, tutto questo, viene fatto semplicemente per il motivo di cui sopra. Manca l'educazione, l'educazione civica e manca quella base culturale che ti permetta di capire se una notizia è falsa o se non lo è o bisogna andare a controllare e, magari, anche di fregarsene di cose che non contano un cacchio.»
Ha mai pensato di fare un film tutto suo?
«No, perché il cinema, sia a me che prima al mio socio, non è mai piaciuto molto, perché non c'è il pubblico e se non c'è il pubblico io mi diverto poco.»
C'è ancora questo ricordo fortissimo per Andrea… 
«Fa parte della mia vita. Andrea non c'è più, ma per me c'è sempre, anche perché abbiamo lavorato insieme qualcosa come 39 anni e tutta la mia carriera praticamente è legata ad Andrea, tranne gli ultimi cinque anni. Di conseguenza è normale che io ne parli, anzi, il mio progetto nel prossimo futuro sarebbe mettere in onda una cosa che ho trovato, che non sapevo ci fosse, ed è la registrazione dal vivo dell’ultimo nostro spettacolo di cabaret, che tra l’altre cose è molto divertente e se riesco a trovare qualcuno che lo mette in onda mi farebbe molto piacere.»

                           
Come sarebbe oggi la coppia Zuzzurro & Gaspare?
«Come lo è sempre stata, attenta agli avvenimenti attuali, mai volgare, ma salace e mordace, però sempre con la logica che il pubblico a ragione bisogna farlo divertire se viene a vedere noi, il pubblico deve divertirsi e come dicevano gli antichi la satira castigat ridendo mores, non castiga insultando.»