Il Piccolo Bellini di Napoli ospita dal 22 ottobre al 3 novembre 2019 lo spettacolo Notturno di donna con ospiti Studio sulla versione del 1982 del commediografo Annibale Ruccello per la regia di Mario Scandale con Arturo Cirillo, Massimiliano Aceti, Giulia Trippetta, Giacomo Vigentini, Giulia Gallone, Simone Borrelli.
Il testo fu scritto da Ruccello nel 1982, due anni dopo Le cinque rose di Jennifer e tre anni prima di Ferdinando subendo numerosi rimaneggiamenti a partire dal titolo che doveva essere Una tranquilla notte d’estate ed è quello che maggiormente avvicina il commediografo stabiese, scomparso prematuramente in seguito a un incidente automobilistico, ad Harold Pinter e a Jean Genet nonostante scrittura e realtà mediterranea.
Lo spettacolo proposto al Piccolo Bellini, spiega Arturo Cirillo, ”nasce due anni fa come saggio dell’Accademia Silvio D’Amico e, con alcuni giovani lì diplomati, ha già calcato i palcoscenici del Piccolo di Milano, della Pergola di Firenze e dell’India di Roma. Per questo lo considero un allestimento fortunato perché i saggi non hanno una vita così lunga”.
Protagonista è Adriana Imparato, una casalinga madre di due figli in attesa del terzo. Sposata con Michele, un metronotte, vive nella periferia desolata di una grande città, in una casa che è diventata la sua prigione.
La donna viene trattata come una serva, senza alcun riguardo o come un oggetto sessuale da parte del marito.
La vicenda si svolge nell’arco temporale di una sola notte quando, dopo l’ uscita di Michele, irrompono nella sua casa Rosanna, una vecchia compagna di scuola, suo marito e il suo amante Sandro, il primo amore di Adriana.
La presenza improvvisa di questi ospiti avrà un effetto devastante sulla psiche di Adriana che, logorata dalla solitudine e dalle vessazioni quotidiane, ucciderà i suoi due figli.
Questa è la trama del dramma di Annibale Ruccello come spesso è stato rappresentato (ricordiamo una strepitosa Giuliana De Sio, cui ha i diritti d’autore di questa commedia e che ogni dieci anni la propone a teatro, ultimo nel 2014 diretta dal regista Enrico Maria Lamanna).
In questo nuovo allestimento il pubblico rimane spiazzato già all’apertura del sipario: un uomo (capiremo poi che è Michele), si traveste da donna e festeggia il suo compleanno. É Adriana che diventa protagonista dei suoi sogni e il suo alter ego.
Adriana viene visitata dai fantasmi del passato, arriva a sentire le voci dei suoi genitori, rassicurante e affettuosa quella del padre, prepotente e autoritaria quella della madre.
Adriana non ucciderà i suoi figli perché essi sono la proiezione del desiderio di maternità di Michele, il marito “padre-padrone” che la costringe a una vita alienante e frustrante, caratterizzata da un finto benessere tra le alte e invalicabili mura delle pareti domestiche. L’assassinio è vissuto nella violenza della pancia finta strappata in scena da Sandro quale ultimo gesto di crudeltà verso Adriana.
In questa versione il testo di Annibale Ruccello diventa più duro e più amaro e obbliga gli attori a una prova recitativa ardua e pericolosa anche nell’incontrare i favori del pubblico.
Arturo Cirillo è superbo nell’affrontare il doppio ruolo di Michele e di Adriana. Gli basta indossare una collana e un paio di pantofole fucsia, mettere sulle labbra un po’ di rossetto e degli stracci sulla pancia per simulare la gravidanza e il “gioco” è fatto: ecco Adriana che vive nel pensiero del marito con tutto il suo carico di ingenuità e di dolore, di sofferenza e preoccupazione perché uno dei di bambini, Alfredino “ha nu’ poco ‘e tosse… e si sa, so’ criature… corrono, sudano e cadono malate… ma passa…”. Questa frase viene spesso ripetuta da Adriana-Michele per sottolineare il suo ruolo di madre e di “donna incompiuta” come avrebbe detto lo stesso Ruccello.
Gli ospiti non sono altro che il prodotto di queste visioni oniriche e gli spettatori restano interdetti circa la loro effettiva presenza sulla scena.
Sono personaggi volutamente esasperati nei loro costumi di scena fiorati e ricchi di paillettes e volgari, sfrontati nei loro atteggiamenti. Rimproverano ad Adriana la sua fragilità e la sua incapacità a sottrarsi a una situazione spiacevole. Invadono il suo privato con il loro menefreghismo, non accettano di bere lo sciroppo al tamarindo, guardare le foto un po’ sbiadite del matrimonio e dei bambini, buttano a terra il vaso con i fiori finti…
Gli attori comprimari danno prova delle loro capacità recitative sostenendo il testo e l’allestimento, cosa non facile soprattutto per chi ha avuto la fortuna di vedere in scena lo stesso Ruccello.
Le scene sono di Dario Gessati, i costumi di Gianluca Falaschi e le luci di Pasquale Mari.
Durata 80 minuti senza intervallo
Lo spettacolo è in scena martedì, mercoledì, venerdì alle ore 21.15, giovedì 24 ottobre alle ore 19.00, giovedì 31 ottobre alle 21.15, sabato 26 ottobre alle 21.15, sabato 2 novembre alle 19.00, domenica alle 18.30.