“Cunti dell’Uerco”: al Tedér Teatro del Rimedio il maschile napoletano tra mito, crudezza e contemporaneità

- di

“Cunti dell’Uerco”: al Tedér Teatro del Rimedio il maschile napoletano tra mito, crudezza e contemporaneità

Venerdì 12 dicembre, alle ore 21.00, il Tedér Teatro del Rimedio ospita Cunti dell'Uerco, nuova produzione firmata BEAT Teatro in collaborazione con il Nuovo Teatro Sanità. Il testo, scritto da Ciro Burzo, viene diretto da Gennaro Maresca, che affianca in scena Mario Ascione e Carlo Geltrude, in un lavoro che rilegge la tradizione per interrogare il presente.
Lo spettacolo affonda le sue radici in Lo Cunto de li Cunti di Giambattista Basile, capolavoro barocco della narrativa napoletana, celebre in tutta Europa per la sua capacità di unire ferocia, incanto e umanità. Burzo e Maresca ne isolano personaggi, dinamiche e tensione per trasferirli in un oggi senza tempo, dove il fiabesco diventa lente critica e luogo di confronto.
Il pubblico sarà coinvolto direttamente nei “giochi di corte”, chiamato a prendere posizione in un dibattito che attraversa secoli: l'orco “l'uerco” rivendica il diritto di sposare la principessa; l'uomo, nella versione più archetipica della sua forza, pretende il possesso della donna; la donna, finalmente al centro, reclama la propria autonomia fisica e spirituale. Un triangolo simbolico che diventa riflessione sulle dinamiche di potere, sui modelli maschili e sulla persistenza di antiche narrazioni nella nostra contemporaneità.
Nell'ombra del Pentamerone, lo spettacolo interroga l'essere umano nella sua doppiezza: creatore di mali assoluti e, allo stesso tempo, capace di slanci d'amore estremi. La diversità, quella dell'orco, dell'altro, dell'incompreso, diventa terreno fertile per ribaltare prospettive e interrogare ciò che chiamiamo “normalità”.
Cunti dell'Uerco si presenta così come un'operazione teatrale che non addolcisce niente: preferisce la frizione al compromesso, la domanda alla morale, la verità alla fiaba. Una storia antica che torna viva proprio perché non smette di parlare al presente.