«Non immaginavo che quello sarebbe stato l’inizio di una forte collaborazione e lunga amicizia. L’ironia ci ha aiutato molto». Intervista ad Aida Cooper

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Kintsugi Amica mia è una vera dichiarazione d’amore di Aida Cooper nei confronti di una grande artista e amica, Mia Martini. Storica vocalist di Loredana Bertè, Aida ha accettato la sfida del produttore Massimo Massagrande nel realizzare questo meraviglioso album.
Il secondo singolo estratto da Kintsugi Amica Mia  (Etichetta Bandabebè) Spaccami il cuore, brano scritto da Paolo Conte, è accompagnato da un video in versione animata dell’art director Giuseppe Coviello che dichiara: "Il videoclip animato di “Spaccami il Cuore” propone un'insolita Aida Cooper nella veste di una moderna Baby Jane. Un gioco universale che vede l’alternarsi del ruolo da vittima a carnefice, una Aida inedita che 'ride e sorride', assoggettata ai meccanismi più perfidi dell’amore: trasformismo, rancore e vendetta".
Kintsugi,  con la direzione artistica di Ivano Zanotti e la supervisione di Loredana Bertè, contiene nove brani scelti dal grande repertorio di Mia Martini: Quante volte, Spaccami il cuore, Almeno tu nell'universo, Per amarti, Guarirò Guarirò feat. Loredana Bertè, E non finisce mica il cielo, Danza, Sono Tornata, Donna e l'inedito Un figlio mio scritto da Maurizio Piccoli.
Kintsugi, un titolo piuttosto strano. Da chi è stato scelto e per quale motivo? 
«Mi è piaciuto quando me l’hanno proposto e ho accettato subito. Kintsugi è l'antica arte giapponese di ricostruire ciò che si rompe rinsaldando i cocci, ricoprendo le giunzioni con del materiale nobile: oro, argento, platino. Mi è piaciuta l'idea di aggiungere valore a un ricongiungimento. Trovare motivi più forti per continuare. Ho trovato affascinante il cambio di prospettiva: pensare che non tutto quello che si rompa è irrecuperabile, se vale la pena, magari si può ricomporre anche con maggiore forza nei legami. Non è detto che tutto quello che si rompe debba lasciare solo cocci irrecuperabili». 
In quest’album c’è anche un meraviglioso inedito Un figlio mio… scritto da Maurizio Piccoli… 
«Un figlio Mio l’aveva chiesto Mimì nel ’93 o ’94. Mimì era con Piccoli a Milano e gli chiese un pezzo sul figlio che avrebbe tanto voluto avere. A quel tempo, poi, non se ne fece nulla. Alcuni mesi fa, Maurizio venne a vedere uno spettacolo a Vicenza, dove io accompagnavo Loredana e colsi l’occasione di chiedergli se avesse da darmi una canzone scritta per Mimì da inserire nel mio album dedicato a Mimì. La fortuna ha voluto che lo avesse. Il pezzo in origine si chiamava “Forse ti avevo”, poi abbiamo deciso, insieme alla produzione, di chiamarlo “UN FIGLIO MIO”». 

            
Sono stati scelti brani famosi e qualcuno meno, come Sono tornata, perché hai scelto questo brano? 
«Tanto della scelta è legata al mio rapporto con Mimì e alla mia speranza, anche vana, di poterla sentire accanto nuovamente e, quindi, in qualche modo “sentirla tornare” cantando le sue canzoni. Sperando, ovviamente, che nel sentirmi non le venga voglia di scappare via… poi anche perché era da qualche tempo che non pubblicavo qualcosa di mio ed è come se fosse un augurio, e anche in questo caso… sperando che vada bene». 
C’è anche un duetto con Loredana Bertè, Guarirò Guarirò. Anche questo un legame che va avanti da anni… 
«Senza contarli però eh…?!?. Da anni vero e, per certi versi come tra sorelle, tra alti e bassi. Non voglio nascondermi e, quindi, riconosco la fortuna che ho avuto nel conoscere Loredana e Mimì. Mi hanno dato tanto ed io ho reso per quel che potevo, tutto il tanto che avevo. Il cameo che mi ha regalato Loredana, m’inorgoglisce e mi rende felice e spero che abbia ancora maggior fortuna». 
Chi ti ha proposto di fare un disco su Mia Martini? 
«Massimo Massagrande il mio pigmalione. Il mio Produttore. Spero di riuscire a rendergli quello che ha fatto per me. Ha creduto fortemente in me e nel suo progetto. Mi ha sentita mentre cantavo dei brani di Mimì e ha deciso e proposto l’idea del “disco”. L’ha condiviso e lo abbiamo realizzato. Tutto ovviamente fatto sotto l’attento sguardo e la cura di Loredana che ha dato subito parere positivo partecipando anche in maniera attiva alla produzione». 

                 
Quale e quanto affetto, ti lega a Mia Martini? 
«Il quanto arriva dalla condivisione delle situazioni che, a volte, erano anche pesanti in quel periodo. Abbiamo vissuto assieme nel senso pieno della parola, dividendo momenti felici e periodi d’insicurezza senza mai però perdere quella sottile ironia che ha reso tutto meno duro. Il quale è in parte legato al suo modo di affrontare i problemi, sembrava che quasi li abbracciasse, invece, che combatterli, ci si buttava dentro quasi li volesse navigare al contrario di come avrei fatto io. Comunque e fortunatamente l’attimo di leggera tristezza nel sapersi a volte messa da parte a causa di stupide voci veniva superato col mettere tutto sul piano comico e riderci sopra. L’ironia ci ha aiutato molto». 
Il primo incontro con Mimì, cosa hai pensato quando ti ha proposto di cantare con lei? 
«Devo essere sincera e dire che non mi sembrava possibile potesse capitarmi. Non pensavo proprio potesse arrivare e, quindi, non me lo aspettavo. Forse anche per mia immaturità o se preferite, ingenuità. Mi colse completamente impreparata ma felice com’ero, non stetti lì a pensarci e accettai subito. Sapevo che avrei imparato tanto ma non immaginavo che quello sarebbe stato l’inizio di una forte collaborazione e lunga amicizia». 
Hai vissuto con Mimì per un anno, a Milano nell’86, che cosa ricorda di quei giorni? 

«Da dove inizio? Tanto e forse tutto. Ripeto, nonostante non fosse un periodo particolarmente fecondo per entrambe, comunque lo ricordo pieno di allegria. Un periodo vitale. Aggiungiamo poi che all’epoca anche Milano si prestava. Ricordo le cene, le spaghettate in piena notte, la passione di Mimì per tutto quello che era strumento da lavoro, tenaglie, pinze, giraviti. La lettura comune degli articoli sui giornali la mattina. Il caffè a letto… L’affetto comune per il suo cane Movie che era diventato nostro compagno inseparabile». 
Cosa c’è di diverso o unico nel modo in cui ha lavorato con Mimì? 
«A distanza di tempo ho capito che era un vero e proprio rapporto di collaborazione. Durante… non lo avevo compreso; ero consapevole del fatto che fossi vocalist quello sì, ma ho capito solo dopo e pian piano che eravamo diventate amiche. Poi a distanza di tempo ho compreso che non mi erano stati tracciati dei confini professionalmente parlando. Ero vocalist ripeto, quello certamente e come avrebbe potuto essere diversamente, ma libera di esserlo nei modi che preferivo». 

             
Ci sono state scelte e imposizioni sbagliate durante la tua carriera che non ti hanno decretato il meritato successo? 
«Allora, diciamo che quando c’è stata occasione non mi è stata data la possibilità di sbagliare. Sicuramente avrei sbagliato anch’io, questo fuori di dubbio, ma lo avrei fatto da me. A oggi, invece, mi ritrovo a distanza di anni, sono nella brutta condizione di poter pensare e anche a buon diritto, che le scelte fatte da altri sono state sbagliate e piccola e inutile consolazione, non da me. Avessi fatto da me, sarebbe stato un insuccesso vissuto ed elaborato. Continua invece a essere soltanto subito». 
Che cosa pensi di Mia Martini? 
«Come ho già detto altre volte e non dico niente di nuovo se mi ripeto, Mia fin dall’inizio precorre i tempi. L'umiltà, la leggera ironia con la quale interpreta, probabilmente hanno reso grandi le sue canzoni senza però e forse volutamente, farle diventare dei “cavalli di battaglia”. Nessun manifesto politico insomma. Preferiva l’anonimo impegno, a volte anche caparbio da calabrese orgogliosa e comunque lontano dai riflettori. Riusciva a fare tutto con semplicità e tanta umanità. Mimì è stata una Donna piena nel senso di forte e coraggiosa. Una silenziosa combattente contro le male lingue. Ogni scelta è stata una sua scelta, sicuramente solitaria anche se importante e comunque riusciva a farla apparire normale. Anche quando in guerra con se stessa, è lei a decidere. Mimì è una dolce e cara Amica che non giudica mai, che sa ascoltare e abbraccia i problemi caricandosi anche quelli degli altri. 
Una grande umanità».
Seguirà un tour a quest’album? 
«Deve essere programmato, ma credo che compatibilmente con gli impegni, dovremmo riuscire a schedularlo». 
Quando non lavori, quali sono i tuoi hobby? 
«Le buone letture, le partite a burraco con gli amici, il mio gatto nero al quale sono molto affezionata e con il quale trascorro parecchio del mio tempo, la mia cucina sperimentale con la quale delizio e forse tormento i miei amici durante le cene».