«Mi piace molto tutta questa giungla musicale! Non può essere che uno stimolo». Intervista a Zoizi

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Jodi Zojzi, in arte Zoizi, nasce a Tirana nel 1990 e viene adottato dopo un anno di vita da mamma Italia. Dopo vari traslochi con la sua famiglia si stabilizza a Modena nel 2000. Lì nasce e cresce la sua passione musicale che culmina a 13 anni grazie alla chitarra di suo padre. A 15 anni studia batteria e suona in qualche rock band locale che lo portano ad avvicinarsi alla scrittura dei suoi primi brani inediti. Nel 2019 pubblica il suo primo singolo, "Pazzo Di Te". Nello stesso anno apre cinque concerti del tour di Francesco Renga. Lo scorso gennaio è uscito sulle piattaforme digitali il suo secondo inedito “Odore” (EVE), in rotazione radiofonica dal 13 marzo.
L'odore a cui fa riferimento Zoizi nel suo nuovo singolo è quello della borsa di Martina, la sua migliore amica dei tempi dell’adolescenza: un odore specifico, che, in qualche modo, racchiudeva le paure e la voglia di libertà della generazioni degli anni ‘90. Il videoclip, diretto dallo staff di 3littlepigs, è girato interamente in bianco e nero con Zoizi come unico protagonista, che guarda fisso alla telecamera in modo da conferire alle immagini una valenza completamente narrativa.
Come nasce la passione per la musica?
«La passione per la musica nasce in giovane età, grazie a mio padre che possedeva in casa una vecchia chitarra classica che, a dire la verità, suonava anche un po' male. Essendo mancino, non potevo suonarla e, quindi, un giorno, stufo di suonare al contrario, ho invertito le corde e da quel momento è diventata la mia chitarra».
C'è un artista che ha influenzato il tuo percorso musicale?
«Da sempre non ho un cantante o un genere preferito, mi faccio influenzare da ciò che mi piace, potrei dirti tantissimi nomi ma vengo ispirato da ciò che mi piace».

Come hai iniziato ad approcciarti alla scrittura?

«L'approccio alla scrittura avviene dopo un paio di anni da batterista, mi sono detto perché gli altri possono scrivere ed io no?! È così ho iniziato a buttare giù i primi testi e da lì non ho più smesso».
Hai aperto alcune date dei concerti di Francesco Renga. Com’è avvenuta questa collaborazione?
«Ho ricevuto una chiamata dal mio manager che mi ha detto: "Lo sai che aprirai i concerti di Renga? Gli è piaciuto il tuo progetto". Ovviamente ero incredulo! Quella è stata la mia prima volta su un palco vero, una prova di maturità. Io vengo da locali, da live più piccolini e trovarsi di fronte ad oltre 2000 persone, è una cosa assurda. Mi sono trovato davanti un pubblico pazzesco, caloroso e, inoltre, Francesco Renga è un artista incredibile. Ho provato a rubare qualche trucco del mestiere osservando molto anche come si muove sul palco».
È uscito il tuo singolo "Odore", ce ne parli?
«"Odore" è una canzone che nasce da un giro di chitarra, non avrei mai pensato di scriverci una canzone. Poi ho collegato l'odore di una borsa della mia amica a un aspetto un po' ampio generazionale, come un inno per quelli nati nel mio anno, 1990, dove stava iniziando a evolversi la tecnologia».


La scelta, invece, di un videoclip in bianco e nero con solo te protagonista?
«Ho voluto far cantare la canzone, non volevo legare una storia a delle immagini, volevo una cosa semplice visivamente parlando in modo che ognuno possa riconoscersi nel proprio di odore».
Ad oggi, i talent sono un'ottima vetrina per farsi conoscere. Che cosa ne pensi?
«A me piace molto tutta questa giungla musicale! Non può essere che uno stimolo, molto spesso sento dire che una volta era meglio, ma alla fine va avanti chi è più bravo, questo vale oggi come valeva 40 anni fa».
Che progetti hai per il tuo futuro musicale?
«Negli ultimi mesi ho lavorato molto, sono pronti molti singoli, e il prossimo che uscirà sarà un brano davvero forte».
Qual è Il messaggio che vuoi portare con la tua musica?
«Quello di essere contenti con noi stessi e ricercare la propria strada, purtroppo vedo troppe persone accontentarsi».
Quale canzone potrebbe fare da colonna sonora della tua vita? 
«Beh... Io sono innamorato della canzone "Disperato erotico stomp" di Lucio Dalla».