Macbettu  di Alessandro Serra al Teatro Bellini di Napoli fino al 17 febbraio 2019.

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Macbettu  di Alessandro Serra al Teatro Bellini di Napoli fino al 17 febbraio 2019.

II Teatro Bellini di Napoli ospita fino al 17 febbraio 2019 il pluripremiato spettacolo Macbettu di Alessandro Serra (Premio UBU 2017 allo Spettacolo dell’anno-Premio della Critica Teatrale ANCT 2017-Tre stelle ai MESS Awards di Sarajevo come migliore regia-The Golden Mask Award da Oslobodenje-The Luka Pavlovic Award Theatre Critics).
La rappresentazione nasce dalla contaminazione tra il testo shakespiriano Macbeth  e le suggestioni del Carnevale barbaricino, popolato da soli uomini che, a viso scoperto o con maschere, si muovono a passi cadenzati sulla scena  ed effettuano danze su traiettorie geometriche modulate da suoni profondi e viscerali.
La magia della selvaggia Barbagia, con le sue tradizioni millenarie e la sua potenza evocativa, si rinnova a ogni passaggio e trascende luoghi e personaggi.
Lo spettacolo è recitato in sardo o meglio in limba sarda* per la traduzione di Giovanni Carroni  e le parole diventano musica. Il regista afferma a questo proposito:«La lingua sarda non limita la fruizione dello spettacolo da parte del pubblico ma trasforma in canto ciò che in italiano rischierebbe di scadere in letteratura.»


Macbettu  supera i confini della Scozia medioevale dalle dense nebbie e dalle lande fiorite di erica, dove compaiono inattesi i fantasmi di un passato recente e approda in una Sardegna ancestrale con i suoi nuraghi, il suo mare freddo e tempestoso, le sue asperità di lingua e cultura. Non è importante capire ciò che si dice, ma comprendere i significati nascosti e universali del suo essere isola aspra e di struggente bellezza. 
In questa originale e sorprendente trasposizione affiorano numerose analogie che hanno la potenza di essere svelate per la prima volta: il sangue, il vino, le pelli e i corni, il pane, i suoni ancestrali e profondi di una natura incontaminata e, non ultimi, gli uomini con le loro passioni, i loro desideri, le loro speranze e le loro illusioni.
Come da tradizione teatrale elisabettiana i ruoli femminili vengono sostenuti da attori maschi di straordinaria bravura e presenza scenica: Leonardo Capuano, un bravissimo e talentuoso Macabettu, Giovanni Carroni nel personaggio di Banquo, Fulvio Accogli nel ruolo di Lady Macbeth e Andrea Bartolomeo, Andrea Carroni, Maurizio Giordo, Stefano Mereu e Felice Montervino.
La Compagnia è bene affiatata e diretta in modo magistrale.
Le scene più significative sono: il monologo di Macbettu, recitato su una piccola sedia di legno che vale come l’agognato trono, illuminata da un solo fascio di luce trasversale come in  un interrogatorio, Banquo che calpesta sulla tavola imbandita il pane  carasau, simbolo della convivialità rifiutata, le maledizioni che recitano le guardie del re Duncan come un monotono rosario, la gara di sputi tra le streghe che suscita l’ilarità del pubblico.
La tragedia più sanguinosa di Shakespeare, la tragedia del desiderio di potere si veste di luce ancestrale e di sacralità e gli oggetti di scena sono propedeutici alla comprensione del testo e assumono un significato altamente simbolico.
Macbettu è uno spettacolo riservato a un pubblico colto e competente, ma la sua esportazione all’estero ci dice che questo sforzo di comprensione è fattibile e riuscito.
Si ricorda che le musiche sono di Pinuccio Sciola, i movimenti di scena di Chiara Michelini, le scene, le luci e i costumi dello stesso regista Alessandro Serra.


*LSC Limba Sarda Comune è una forma di scrittura della lingua sarda creata nel 2006 con lo scopo di trascrivere le numerose varianti del sardo parlato con uno standard unico.