Acclamato dalla CNN nel 2013 come "musical genius", premiato nel 2017 come "Migliore Eccellenza Italiana nel Mondo" per la Musica, Alessandro Quarta è uno dei violinisti più conosciuti e apprezzati.
Salentino, classe 1976, studia tale strumento dall'età di 4 anni perfezionandosi sotto la guida di numerosi Maestri:Salvatore Accardo, Abrham Stern, Zinaida Gilels, Pavel Vernikov.
Ha avuto la possibilità di collaborare con artisti del calibro di Boy George, Liza Minelli, Lenny Kravitz,Celine Dion, Carlos Santana,Lionel Richie, Joe Cocker, Amy Stewart, Lucio Dalla, Jovanotti.
Dopo il successo dei suoi primi dischi One More Time del 2010 e Charlot del 2014, nel 2019 presenta il suo tributo ad Astor Piazzolla "Alessandro Quarta plays Astor Piazzolla", un album candidato Grammy.
Il grande pubblico lo ricorda per aver accompagnato a Sanremo i ragazzi de Il Volo, per aver partecipato recentemente alla Notte della Taranta a Melpignano e per Danza con me con Roberto Bolle in un suo brano dal titolo Dorian Gray che sarà riproposto al Teatro San Carlo dal 6 al 9 settembre nello spettacolo Bolle e Friends.
Noi di The Cloves Magazine abbiamo avuto il piacere di intervistarlo.
"Alessandro Quarta Plays Astor Piazzolla”. Quali sono stati i criteri della scelta dei brani di questo suo ultimo album?
«Nelle composizioni di Astor vedo tutte le emozioni che fanno parte dell’uomo: gioia, tristezza, difficoltà della vita di andare avanti e di amare, di non essere amato ma soprattutto le due che per me sono le più importanti la sessualità e la sensualità, anche se molto spesso ci dimentichiamo che sono loro due a rendere un uomo quello che è. In Astor si racchiudono tutte queste emozioni che, il più delle volte, si riscontrano nei grandi compositori del passato, ma mai tutte insieme. Ho scelto dunque, anche se è stato difficile, quelle che suscitavano in me tutto questo».
Attualmente in tour, com’è, il rapporto con il suo pubblico e quali sono stati in questo periodo i complimenti più gratificanti e quelli meno?
«Ciò che c’è di più gratificante per me è il fatto di far avvicinare il grande pubblico a una musica che non sia solo quella dei talent show e a strumenti meno usuali. Vedere la risposta positiva ai miei concerti mi riempie il cuore di gioia».
Il grande pubblico ha avuto modo di conoscerla e apprezzarla per le collaborazioni con Roberto Bolle e Il Volo. Come sono nate? Prevede in un prossimo futuro altre collaborazioni con artisti italiani e/o stranieri?
«Subito dopo la mia esibizione con Roberto Bolle durante il suo programma “Danza Con Me”, nel quale ho portato il mio brano Dorian Gray, che ha registrato il più alto punto di Share con 5mln e mezzo di telespettatori. Probabilmente tra i telespettatori c’erano anche i ragazzi de Il Volo che dopo qualche giorno mi hanno invitato a partecipare alla serata dei duetti di Sanremo in qualità di ospite. Ho detto sì, non per la televisione o perché loro siano così famosi, ma per il fatto che fossero così giovani e già così ricchi di emozione e padronanza musicale, in più c’era la possibilità di presentare, in un programma così importante, la diversità, di affrontare “la massa” che decide se devi essere importante oppure no e che ti rende cosciente del fatto che stai portando qualcosa, che piaccia o meno, che resterà nella storia. L’importante è esser sinceri, essere artisti, bisogna avere il coraggio di essere se stessi. È stato un incontro stupendo, è bastato pochissimo per entrare in sintonia. Sicuramente collaborerò con altri artisti, ora non posso dire nulla ma ho tantissimi progetti in serbo».
Lei è un musicista polistrumentista, cosa o chi le ha fatto privilegiare il violino rispetto agli altri strumenti?
«Ritengo che il violino sia lo strumento più flessibile se lo vediamo insieme agli altri strumenti classici, puoi costruirci sopra quello che vuoi, ed è quello più affine alla voce umana».
Quali sono, secondo lei, gli "ingredienti" indispensabili per essere un buon musicista?
«Ho sempre creduto che, per fare una grande carriera ed arrivare al successo, non basta solo il talento ma ci vuole molta disciplina e un’attenzione maniacale nella cura dei dettagli. Bisogna dedicare la propria vita allo studio con molta costanza».
Il suo repertorio spazia dalla tradizione classica alla sperimentazione nel blues, soul e pop. Quale genere musicale preferisce o le è più congeniale?
«In realtà, odio etichettare la musica attraverso i generi, la musica è una. Come disse Leonard Bernstein quando scrisse West Side Story, non esiste musica leggera o musica classica, esiste musica bella e musica brutta».
Il suo ultimo album contiene brani di Astor Piazzolla. Cosa l'affascina del tango e della musica argentina? Condivide la definizione che ne diede anni fa Enrique Santos Discepolo ovvero "il tango è un pensiero triste che si balla"?
«Il disco nasce da una mia volontà di riportare il tango là dove è nato, cioè nei bassifondi del porto di Buenos Aires, dove il tango veniva ballato da soli uomini, nudi, di fronte alle prostitute e la più bella andava a scegliere l’uomo più virile. Con Astor il tango cambia, si nutre di emozioni come la gioia, la tristezza, la nostalgia, la difficoltà di essere amato e amare, pur mantenendo le fondamenta importanti della sensualità e della sessualità. Siccome il violino lo vedo come il corpo di una donna che deve essere amato, non esiste partitura migliore di Astor Piazzolla per vivere il violino in questo modo. Quindi, forse vedo nel tango tutte le emozioni che fanno parte di un uomo».
É stato premiato nel 2018 a Montecitorio come "Migliore Eccellenza Italiana nel Mondo". Cosa rappresenta per lei questo riconoscimento?
«È di certo un grande onore, ma questo come altri premi, sono anche medaglie che tengo nel cassetto perché mi nutro di altro, compongo la mia musica in primis per me stesso, guai a scrivere ciò che la gente si aspetta da lui, bisogna avere il coraggio di scrivere ciò che si sente accettando il rischio che questo possa o meno piacere».
Quali saranno i suoi prossimi impegni?
«Ce ne sono tanti. Lavorerò con Dee Dee Bridgewater e sto componendo la colonna sonora per il premio Oscar, Antony Molinara. Ci sarà anche un mio nuovo disco, ma non posso parlarvene ancora in maniera approfondita».
Hobby? Come trascorre il tempo lontano dalla musica?
«In realtà il mio tempo libero lo passo componendo. La musica è tutta la mia vita».