«La musica è capace di entrare dritta nel cuore delle persone». Intervista ai Veramadre

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È uscito da poco il loro nuovo singolo In Fondo (La Stanza Nascosta Records) dei Veramadre, band di Priverno che nasce nei primi mesi del 2017 e composta da Nahuel Alejandro Cisneros, Voce, Eliano Martellucci alla chitarra, Renato Giorgi al basso, Americo Pucci alla batteria e Federico Pandolfi,  beat maker.
I componenti provengono da esperienze e culture musicali differenti, hanno unito le loro personalità e costruito un sound innovativo e ben riconoscibile.
Hanno preso parte a importanti eventi e contest musicali e hanno aperto il concerto degli Afterhours nella prestigiosa manifestazione rock in Roma.
In fondo è accompagnato dal videoclip ufficiale per la regia di Americo Pucci, in collaborazione con Alberto Battisti. «Il videoclip - racconta Americo Pucci- è claustrofobico, povero di cambi immagine e improntato ad una voluta cupezza cromatica, metafora di un acuto malessere esistenziale».
Come nascono i Veramadre?
«I Veramadre nascono a fine 2016, allora eravamo solo quattro amici che volevano suonare insieme, ma suonando ci siamo resi conto che stava nascendo qualcosa di veramente bello che ci ha appassionati e legati dando vita alla band».
Quale artista ha influenzato il vostro stile musicale?
«Onestamente non ci siamo mai ispirati a un artista in particolare. Il fatto che veniamo tutti da scuole musicali molto differenti ha creato un sound molto potente, pieno di influenze di ogni genere. Credo che arricchire il proprio repertorio musicale il più possibile senza fossilizzarsi ad ascoltare un genere o un artista in particolare ci dia più capacità di lavoro sulle canzoni che andiamo a creare».
La band ha subito dei cambiamenti, chi è uscito, chi è arrivato, come avete gestito questa situazione?
«La band è nata con un altro frontman che ha lasciato la band a metà del 2019, sostituito da Nahuel che conoscevamo già da molti anni e che ha portato una vera rivoluzione al suono della band. Non solo Nahuel però si è aggiunto al gruppo, ma anche Federico Pandolfi, tastierista e beatmaker. Cercavamo di arricchire il suono di elettronica, e devo dire che Federico ha soddisfatto pienamente le nostre aspettative. Per quanto riguarda la situazione che si era creata è stata una transizione per noi, un po' una metamorfosi se vogliamo chiamarla così, che ci ha fatto crescere e trovare ottimi spunti per nuove produzioni».


C'è stato un momento in cui avete capito che la musica poteva concretizzarsi e diventate una vera e propria professione?
«Quando sei una band emergente è difficile parlare di "professione", quello che facciamo noi lo facciamo per passione, non di certo per il denaro. Farsi ascoltare non è semplice, anche se il nuovo singolo ci sta dando delle belle soddisfazioni, quindi andiamo avanti!».
Quale messaggio volete trasmettere a chi ascolta la vostra musica?
«Abbiamo da sempre pensato che la musica, più di ogni altra cosa è capace di arrivare al cuore delle persone. Abbiamo visto negli anni che la musica è rivoluzione, sentimento, passione e tutto questo non è altro che la vita di ognuno di noi. Ecco noi vogliamo trasmettere le nostre esperienze di vita, le nostre emozioni che poi sono quelle che altre milioni di persone vivono».
È uscito il nuovo brano "In fondo", ce ne parlate?
«In fondo è nata nel periodo di transizione di cui parlavamo prima, è stata la prima canzone nata dalla formazione attuale. Parla di un vissuto strano e kafkiano, pieno di una prepotente voglia di rinascita, che ci induce ad andare sempre avanti perché le cose mutano, si trasformano e molto spesso sono più belle di come le immaginavamo quando vivevamo una situazione differente».

                
Oggi gran fetta del mercato musicale è dominata da cantanti usciti da talent show. Che cosa ne pensate in merito? Avete provato mai a partecipare?
«Mai come in questo ultimo periodo ci parlano di talent, praticamente ogni giorno ormai. Tantissime persone ci pongono questa domanda e ci dicono che dovremmo provare con qualche talent. Noi non abbiamo mai provato a partecipare ad un talent semplicemente perché abbiamo un modo differente di fare musica. Noi crediamo nella musica fatta nelle cantine, dove il suono ti spacca le orecchie, il sudore bagna la fronte e si suona tra una chiacchiera e una birra. La nostra musica nasce così e, per adesso, ci va bene in questo modo, ma mai dire mai!».
Che cosa state progettando in questo periodo?
«Siamo impegnatissimi con i live per il momento e fino a febbraio non ci fermeremo. Da febbraio in poi entreremo in studio per registrare il nostro secondo album che verrà anticipato da un singolo che è già pronto. Continueremo poi con i live per promuovere l'album e produrremo sicuramente il video del prossimo singolo».