Dopo il primo disco prodotto da Gianni Maroccolo e pubblicato da Ala Bianca records, e dopo una lunga serie di concerti in tutta Italia compreso il concertone del 1 Maggio a Roma; i Bastian Contrario tornano con un primo singolo forti della ricerca di quelle emozioni che si possono trovare solo ai margini di una vita in provincia. Un omaggio ai suoni italiani anni 80 tra ironia e amarcord.
"Come va" è il nuovo singolo dei Bastian Contrario duo formato dai polistrumentisti e producer Fausto Tarantino e Salvatore Prezioso. Nel brano, pubblicato per la label FreakHouse records, c'è tutta l'emozione del vivere in periferia, dove tutto scorre troppo lentamente, e spesso male, ma con tanta poesia.
Questo video-singolo introduce a prossime release che porteranno il duo a calcare nuovamente i palchi che è loro dimensione naturale.
“Sembra passato così poco tempo
e già sono 3 anni che ti dico che vengo ma la testa va a destra
il cuore sempre a sinistra
e quando esco mi perdo...”
«Il covid ha fermato tutta la musica che gira intorno e di colpo siamo diventati tutti abitanti di una sterminata periferia - raccontano i Bastian Contrario nell'introdurci il video -. La periferia che da bambini abbiamo respirato a pieni polmoni è diventata di nuovo realtà. In periferia si sogna il centro città dove c’è la vita, dove tutto può accadere. Allora qualsiasi canzone, qualsiasi racconto diventa una visione di qualcosa che in fondo non esiste o almeno è potenziata dalla mente di chi guarda da lontano. Alla mente sono ritornati gli anni 80/90, i cantautori della scena bolognese, ma anche i Duran Duran e anche i Frankie Goes To Hollywood. Tutto questo si è mischiato nelle canzoni, è stato un lavoro di archeologia musicale, attraverso il quale si sono uniti suoni, ricordi, canzoni ed emozioni, dando vita ad un nuovo lavoro dal forte impatto emotivo e stilisticamente come se fosse stato concepito negli anni 80. Come quando ritrovi un vecchio maglione che riesci ancora ad indossare e sentendo la lana un po’ ruvida ti vengono in mente tutte le storie».
«In periferia la vita era tutta un'altra cosa - continua la band. L'America era dietro uno schermo, sembrava la potessimo toccare con un dito ed invece era lontana. Ma da lontano tutto sembra più bello. Negli anni 80 la musica era meravigliosa ma non lo sapevamo. Mentre davamo calci ad un pallone dietro ai palazzi in costruzione, dalla radio arrivavano canzoni che si sono attaccate sulla pelle. Oggi lontani nel tempo da quei giorni abbiamo riscoperto la bellezza che abbiamo vissuto inconsapevolmente. Abbiamo lavorato a questo progetto come archeologi - concludono - ogni suono ed ogni melodia ci ha portato ad esperienze ed emozioni vissute. Ci siamo chiesti: “Come sarebbe la nostra musica se entrassimo in uno studio di registrazione nel 1984?”
Viviamo ancora in periferia dove seppure la vita sembra più lontana le emozioni arrivano sempre molto forti».