Il Teatro Stabile di Genova, fresco di nomina a Teatro Nazionale di Genova, guarda con vigile interesse e con ardente convinzione alle voci emergenti, ai giovani registi e allenuove forme di teatro italiano ed internazionale, producendo e allestendo sui propri palcoscenici la Rassegna di Drammaturgia Contemporanea, giunta alla ventitreesima edizione, dal 23 maggio al 30 giugno 2018 a Genova, al Piccolo Corte e alla Sala Mercato.
Curata da Angelo Pastore, Marco Sciaccaluga, Giorgio Gallione e Andrea Porcheddu, l’edizione numero XXIII della Rassegna di Drammaturgia Contemporanea spazia dal teatro anglosassone al Nord-Est italiano, dalla Romania all’Argentina, con testi di Stuart Slade, Elise Wilk, Rafael Spregelburd (nell’adattamento di Manuela Cherubini), Vitaliano Trevisan e Henry Naylor.
Si parte il 23 maggio alla Piccola Corte con BU21 di Stuart Slade, regia di Alberto Giusta (repliche sino al 2 giugno), che ci trasporta in una Londra sconvolta dal terrorismo. Dal 30 maggio al 9 giugno si prosegue alla Sala Mercato con Aeroplani di carta di Elise Wilk, regia di Fiorenza Pieri, sogni e delusioni di un gruppo di adolescenti nella Romani di oggi. Alla Piccola Corte dal 6 al 16 giugno va in scena Le solite ignote, che la regista Manuela Cherubini ha adattato da Acassuso di Rafael Spregelburd. Unico autore italiano all’interno della rassegna è Vitaliano Trevisan, con un testo scritto apposta per il teatro, Il cerchio rosso, diretto da Massimo Mesciulam, alla Sala Mercato dal 13 al 23 giugno. La rassegna si chiude con L’angelo di Kobane (Piccola Corte dal 20 al 30 giugno) dell’inglese Henry Naylor, storia di una giovane combattente kurdo-siriana.
Biglietto unico 5 euro. Abbonamento a tutta la rassegna 15 euro.
INFO teatrostabilegenova.it, archivolto.it
da mercoledì 23 maggio a sabato 2 giugno| Piccola Corte
BU21 (Gran Bretagna)
di Stuart Slade (traduzione di Natalia Di Giammarco)
regia Alberto Giusta
interpreti Daniela Duchi, Mario Cangiano, Fabrizio Costella,
Valentina Favella, Silvia Napoletano, Francesco Patanè
Che la nuova drammaturgia inglese non perda mai di vista la realtà, la complessità del presente,è un dato di fatto ormai acquisito: dai “Nuovi arrabbiati” degli anni Cinquanta, fino alla generazione cosiddetta “In-yer-face”, ossia che sbatte in faccia agli spettatori la violenza e le asprezze del nostro tempo, gli autori made in UK si confrontano sistematicamente con i risvolti oscuri del reale e degli uomini. In BU21, Stuart Slade dà vita a un racconto corale, complesso, doloroso, che ricorda l’11 settembre o uno dei tanti micidiali attacchi terroristici degli ultimi anni. Sei sopravvissuti di una Londra sconvolta si trovano per raccontare, ricordare, provare a elaborare che cosa è accaduto in un giorno e che ha cambiato le loro vite. Ma una terapia di gruppo forse non basta per concepire l’assurdo della vita e della morte.
da mercoledì 30 maggio a sabato 9 giugno| SALA MERCATO
AEROPLANI DI CARTA (Romania)
di Elise Wilk (traduzione di Roberto Merlo)
regia Fiorenza Pieri
interpreti Francesco Bovara, RoxanaDoran, Giada Fasoli,
Marisa Grimaldo, Gianmarco Mancuso, Federico Pasquali
in collaborazione con PAV e Fabulamundi
Una storia apparentemente minimale, semplice, di una delle tante periferie della Romania di oggi, fatta di palazzoni e quartieri popolari. Qui vivono, sognano, sprecano le proprie esistenze sei giovani, raccontati con candore e pudore. Problemi, aspirazioni, delusioni, bullismo, violenza, baci: c’è una quieta disperazione che attanaglia quel mondo di ragazzi e adolescenti, fatto di scuola e social network, di fantasia e povertà, di piccoli crimini, tatuaggi e miti rock. E i genitori, i grandi, sono lontani: magari in Italia, per lavorare e non tornare mai. In una sequenza di quadri, istantanee di un’amara quotidianità, con un linguaggio diretto e disadorno, che pure si apre a slanci lirici e onirici, Wilk fotografa un mondo in cui è difficile crescere, diventare adulti, essere cittadini di un’Europa sempre più lontana.
da mercoledì 6 a sabato 16 giugno| PICCOLA CORTE
LE SOLITE IGNOTE (Italia/Argentina)
testo e regia Manuela Cherubini da Accassusodi Rafael Spregelburd
interpreti Maurizio Bousso, Giulia Chiaramonte, Elena Lanzi,
Lisa Lendaro, Orietta Notari, Deniz Ozdogan, Laura Repetto,
Francesca Santamaria Amato, Chiarastella Sorrentino, Irene Villa
Rafael Spregelburd è uno dei giganti della drammaturgia mondiale. Autore, attore, regista, creatore di scritture sceniche che intrecciano paradossi metafisici e feroci verità, realismo magico e denuncia politica, l’argentino Spregelburd osserva il Sud America e l’Occidente con rara consapevolezza, intrecciata a sorniona ironia. I suoi testi, arrivati già da qualche anno in Italia soprattutto grazie al lavoro della regista Manuela Cherubini, sono altrettanti affreschi dell’umana, comica, tragedia. In Le solite ignote – adattato felicemente, sin dal titolo, a un contesto molto italiano – la vita di una scuola di periferia e del suo “corpo insegnante” viene messa in subbuglio dalla crisi economica. Tensioni interne, gelosie, ripicche, alleanze, frenesie e improbabili investimenti sono gli ingredienti che amalgamano un gustoso e feroce spaccato individuale e sociale.
da mercoledì 13 a sabato 23 giugno|SALA MERCATO
IL CERCHIO ROSSO (Italia)
di Vitaliano Trevisan
regia Massimo Mesciulam
interpreti Andreapietro Anselmi, Simone Cammarata,
Matteo Cremon, Denis Fasolo, Pierluigi Pasino.
E con Roberto Alinghieri e Roberto Serpi.
Magistrale romanziere, scrittore dalla cifra asciutta sino all’essenzialità, esploratore di marginalità geografiche e caratteriali, Vitaliano Trevisan si dedica spesso al teatro, con testi che, guardando a modelli eclatanti quali Thomas Bernhard, Harold Pinter o Samuel Beckett, oppure a un classico come Goldoni, hanno sempre una propria vigorosa identità. Dalla natia Vicenza, Trevisan ha svelato le contraddizioni del “mitico” Nord-Est italiano, arricchito e cinico, raccontandone le fragilità e le barbarie. Non fa eccezione Il cerchio rosso, affidato ad attori che sanno affrontare e sostenere un dialetto veneto aspro, diretto come una frustata. È una storia di droga, di criminalità e politica, avanti e indietro nel tempo, abitata da figure sperse, senza futuro. Sono tossici disperati che cercano nella dose un’ancora per salvarsi dal naufragio. Ma non tutti ci riusciranno.
da mercoledì 20 a sabato 30 giugno | PICCOLA CORTE
L’ANGELO DI KOBANE (Gran Bretagna)
di Henry Naylor (traduzione di Carlo Sciaccaluga)
regia Simone Toni
interprete Anna Della Rosa
creazione visiva Christian Zurita
consulenza musicale Andrea Nicolini
Chi ricorda l’assedio di Kobane? Sono passati pochi anni, eppure di quei tragici fatti della guerra civile siriana resta una memoria evanescente e confusa. Il pluripremiato autore inglese Henry Naylor ha condotto una lunga indagine, fatta di ricerche, interviste, studio, su quanto accaduto e ne ha tratto un magmatico racconto, un flusso di coscienza che prende spunto da una storia vera. Quella di una giovane donna, una contadina kurdo-siriana chiamata Rehana che avrebbe voluto studiare, diventare avvocato, e invece imbracciò il kalashnikov. Fino a diventare un implacabile cecchino delle truppe femminili che combatterono contro l’Isis. «Volevo raccontare – spiega Naylor – quanto e come le nostre ambizioni, i nostri sogni, possono essere distrutti dalle ambizioni di qualcun altro. E di come una donna, che credeva nel pacifismo e nella giustizia, si sia convertita alle armi e alla violenza».