Margarita Carmen Cansino, ovvero Rita Hayworth, avrebbe compiuto, in questi giorni, 100 anni essendo nata a New York il 17 ottobre 1918.
Figlia di un noto ballerino Ernesto Cansino, Margarita si esibisce fin dall’età di 12 anni con il padre ma il cammino verso il successo è lungo e tormentato: comparse in filmetti di serie B, spettacoli in taverne e luoghi malfamati.
L’incontro fatale della sua vita è quello con Harry Cohn, direttore della casa cinematografica Columbia che le cambia il nome in Rita Hayworth e la trasforma fisicamente sottoponendola a dolorose sedute di elettrolisi per ovviare all’attaccatura dei capelli troppo bassa e tingendo di rosso i suoi folti capelli castani.
Rita diventa “una proprietà” della Columbia: deve andare a letto presto, non bere alcolici, non parlare di politica durante le interviste, non fidanzarsi e tantomeno sposarsi con il primo corteggiatore anche se innamorata.
In quel periodo tutte le case cinematografiche riservano agli artisti lo stesso trattamento in cambio del successo e della fama. Tutti gli attori e le attrici fanno una vita quasi monacale e guai ad avere idee politiche socialiste o comuniste!
Margarita - Rita viene quindi “trasformata” nella Gilda dell’omonimo film di Charles Vidor girato nel 1946 insieme a Glenn Ford. Celeberrimi i numeri musicali del film, in particolare: Put The Blade On Mame e Amado Mio.
Pochi sanno che il suo camerino, durante tutta la lavorazione del film, era infestato da “cimici”, messe da Harry Cohn, follemente geloso della sua “creatura”, nel timore che potesse nascere una “affettuosa amicizia” tra Rita e Glenn. (A distanza di anni la Hayworth confesserà di avere avuto una relazione sentimentale con Ford a dispetto di Cohn e del suo secondo marito Orson Welles).
Rita ha come partners nei film i più grandi attori di Hollywood di quel periodo: Tyrone Power (Sangue e Arena), James Cagney (Bionda Fragola), Fred Astaire (Non Sei Mai Stata Così bella), Gene Kelly (Fascino).
Rita è la Dea dell’amore e l’Atomica perché una sua immagine viene incollata sulla bomba atomica sperimentale, lanciata sull’atollo di Bikini.
La sua vita sentimentale diventa però inquieta e instabile. Divorzia sia da Edward Judson sia da Orson Welles e sposa a Cannes nel 1949 il principe ismaelita Aly Khan ottenendo il titolo di Altezza Reale ma dal quale divorzierà nel 1953.
Sul finire degli anni ’60, tutti sono a conoscenza della sua dipendenza dall’alcool e compaiono le prime avvisaglie della malattia che la porterà alla tomba il 14 maggio del 1987: il morbo di Alzheimer.
Una sua frase famosa, vera e amara al tempo stesso: “Ogni uomo che ho incontrato si è innamorato di Gilda ma la mattina dopo si è svegliato con me”.
Rita Hayworth ha pagato a caro prezzo il suo successo.
Nessuno ha mai compreso le sue fragilità, le sue ansie e le sue paure.
Il mito si è sostituito alla donna in carne e ossa.
La sua vita è un monito per i tanti artisti che perdono la loro individualità a favore dei personaggi che rappresentano, “braccati” da un pubblico che li rinchiude in stereotipi.
Grazie Margarita!