"Serio e comico sono due componenti essenziali dell’animo umano dalla quale pensiamo non si possa prescindere, e che ci descrivono perfettamente: dei malinconici cazzoni". Loro sono gli Sugar For Your Lips che ci hanno presentato il loro ultimo inedito e si sono raccontati alle nostre pagine.
Sugar For Your Lips è il vostro nome, ce ne spiegate la genesi, c'è un tocco di provocazione?
«Innanzitutto vogliamo ringraziare la redazione di The Cloves Magazine per averci dato l’opportunità di parlare di noi, di ciò che significa per noi la musica e dei nostri progetti futuri. Sugar For Your Lips è il nome che accompagna il nostro progetto da ormai sei anni, quando pubblicammo il nostro primo EP “Be Sweet” con una diversa formazione. Sono cambiate molte cose da allora, ma questo nome (nato da un’idea del nostro ex cantante Riccardo, grande amico e “componente aggiunto” della band) continua ad esprimere perfettamente la nostra duplice essenza: provocatorio da una parte, dolce e ironico dall’altra. Serio e comico sono due componenti essenziali dell’animo umano dalla quale pensiamo non si possa prescindere e che ci descrivono perfettamente: dei malinconici cazzoni».
Zucchero Per Le Tue Labbra, invece, è il vostro ultimo inedito, di cosa ci parlate nel vostro brano?
«Il brano nasce appunto dalla volontà di spiegare al pubblico il significato del nostro nome, mettendo ben chiaro il nostro intento provocatorio. Parliamo di una storia d’amore controversa, dove lui, stereotipo del nerd impacciato che nasconde dentro di sé una parte “mostruosa” che cerca in tutti i modi di controllare, viene provocato da lei, una ragazza che si diverte a giocare con i nerd solo per il gusto di provocarli e sentirsi desiderata, per poi mollarli sul più bello. Dopo una serie di provocazioni la parte peggiore di lui prende il sopravvento e per lei saranno guai. Non può che finire con dello zucchero per le sue labbra».
Questo brano segna un netto cambiamento nel vostro percorso musicale, come stile, sound e anche di formazione. Volete dirci cosa e come è successo?
«Zucchero Per Le Tue Labbra è stato l’ultimo brano composto e registrato con un diverso bassista, e allo stesso tempo rappresenta la fine del percorso che ci ha portato a presentarci nel mercato musicale (insieme ai 2 precedenti singoli “S.O.L.O.” e “Luna”), mostrando tutte le nostre sfumature, dal lato più melodico a quello più aggressivo. Cogliamo quest' occasione per annunciare ufficialmente l’entrata nella band di Gianpasquale Blefari come nuovo bassista, un ragazzo con tantissima voglia di fare e con il quale stiamo componendo il nostro primo album, che sarà segnato dalla sperimentazione sia da un punto di vista musicale sia per quanto riguarda i testi, segnati da quel tocco di poesia e malinconia che ha da sempre contraddistinto i nostri lavori».
Seneca disse "C’è una grande differenza tra il non volere e il non saper peccare". Zucchero Per Le Tue Labbra inizia con “Ti posi senza veli su di me Vestita solo di peccato". In questo brano c'è la consapevolezza di volere e sapere come peccare. Quanta parte folle e perversa c'è in voi e nel brano?
«Nel brano abbiamo messo tutta la follia che avevamo a disposizione. La particolarità di questa canzone risiede nel fatto che la ragazza, di cui parliamo, vuole peccare e sa come farlo, ma le sue intenzioni sono completamente stravolte dalla reazione della sua preda».
Zucchero Per Le Tue Labbra è accompagnata da un videoclip. Avete dato voi qualche suggerimento per la realizzazione del video e dove lo avete girato?
«Siamo molto felici del risultato finale del videoclip, girato sotto la guida del nostro carissimo amico Francesco Tenuta, con cui già collaborammo in passato per la realizzazione del video di “S.O.L.O.”. La storia, l’ambientazione e le varie scene sono frutto di una nostra idea, che, a dire la verità, è nata in maniera completamente spontanea vista la nostra follia, così come è stata nostra l’idea di interpretare noi stessi i personaggi della storia, anche la ragazza, interpretata dal nostro chitarrista Vincenzo che è sicuramente il più pazzo tra di noi. È stato fondamentale l’aiuto del videomaker Francesco, che ci ha permesso di concretizzare al meglio la nostra idea di fondo, così come sono stati fondamentali l’aiuto e la collaborazione di persone come Giuseppe Martire, bravissimo pittore e illustratore di Cosenza, autore dell’artwork del brano, copertina del fumetto sul quale gira la storia del video e Paola Cuccomarino, make up artist che con il suo incredibile lavoro ha fatto sì che Vincenzo sia diventato Vincenzina. Il video è stato realizzato interamente nella nostra amata/odiata Cosenza, città a cui dobbiamo tanto, soprattutto i nostri dispiaceri, ma che rappresenta indiscutibilmente la nostra casa».
All'inizio del video dite che "Dobbiamo adattarci alle regole del mercato, siamo succubi del mercato" legati ai likes e visualizzazioni. Ma è proprio così difficile essere se stessi, dobbiamo per forza di cose sottostare alle regole del mercato o sarebbe meglio credere di più in se stessi?
«Il video rappresenta, attraverso la sua ironia, una forte critica al mercato musicale odierno, argomento che ci tocca particolarmente. L’idea stessa che la musica sia diventata unicamente mercato è una cosa che non riusciamo ad accettare, così come la deriva social che la stessa ha preso nel corso degli anni. Siamo ben consapevoli, allo stesso tempo, che i social rappresentano un incredibile strumento per portare il tuo lavoro alle orecchie di un numero di persone fino a pochi anni fa inimmaginabile, vogliamo ribadire fermamente che ciò che critichiamo è l’utilizzo che viene fatto dei social, che appunto rende le persone succubi di like, follower e hashtag, non il social in sé. Questa deriva ha portato all’annientamento della personalità, dove bisogna uniformarsi alle logiche del mercato e fare ciò che esso chiede, perdendo di vista che la musica è necessità, non strumento per raggiungere la fama. Noi continueremo a scrivere canzoni per necessità, sappiamo che ci sono molto persone che la pensano come noi e sono quelle le persone a cui ci rivolgiamo, chi in una canzone cerca ancora l’emozione di riconoscersi nel dolore, nella gioia, nell’insicurezza e nella rabbia».
Quali sono i vostri progetti futuri e a cosa state lavorando adesso?
«Come già specificato precedentemente, stiamo componendo il nostro primo album, sarà un lavoro introspettivo, sperimentale e che nasce dalla necessità di parlare di ciò che proviamo, sperando che qualcuno si riconosca in queste tematiche».
Mi piace abbinare la musica alla cucina e quindi vi chiedo se voi foste un piatto che piatto sareste e perchè?
«Ci piace accomunarci a un piatto tipico barese, la "tiella con riso, patate e cozze". Rappresenta la commistione di generi, perfetta per esprimere al meglio le nostre varie sfumature di personalità e influenze musicali. Basta che, dopo questa mescolanza, si finisca con un dessert zuccheroso che distrugga l’amarezza di un piatto forse un po’ difficile da digerire».