As Soon As Possible (Audioglobe) sesto album per la band toscana Acid Brains, prodotto da Gherardo Monti e dagli Acid Brains, anticipato dal singolo “Go Back To Sleep”.
Stefano Giambastiani (voce, chitarra), Alfredo Bechelli (chitarra), Antonio Amatulli (basso) e Luca Bambini (batteria) formano la storica band che, con questo album, hanno deciso di affacciarsi a un suono tra alternative rock, grunge, punk e stoner ma le contaminazioni sono molte e variegate, dalla new wave al punk più rabbioso, dal post punk al rock anni 60 fino ad arrivare al pop.
Che cosa deve succedere “As soon as possible", il prima possibile?
«Bella domanda, molte cose, prima di tutto sarebbe bene se si tornasse a essere un po’ più umani, ad ascoltare le persone, ad esprimersi e a correre un po’ tutti di meno. il titolo dell’album si riferisce al fatto che al giorno d’oggi si tende sempre a rimandare e a non mantenere quello che si dice, all’apatia e al menefreghismo, al “distacco” che ormai molti hanno da tutto, come se fossero replicanti ma alla fine a nessuno gliene frega niente di niente, salvo, fortunatamente, qualche eccezione».
Ricorre spesso il verbo “pregare” in alcune vostre canzoni. Invocate qualche un'entità divina particolare o chi o cosa deve intercedere per voi alle vostre preghiere?
«Questa è una domanda molto personale, ma ti rispondo lo stesso: sono credente e non me ne vergogno, non credo nella Chiesa, ma credo in Dio o, comunque, sento che c è “qualcosa”. La vita a volte ti mette di fronte a situazioni difficili e mi sono trovato a pregare, in questi ultimi anni mi è successo più di una volta e ci sono vari riferimenti, nelle canzoni c’è la vita vissuta, senza nascondere niente, quindi, c’è anche questo».
Go back to sleep è il vostro primo singolo, ma a chi sono diretti i vostri consigli?
«A tutti e a me stesso in primis, il senso è: la notte, invece, di pensare e di fonderti il cervello dormi, prendi le cose con più leggerezza, lascia perdere qualcosa, take it easy, a volte ci si prende troppo sul serio, bisognerebbe ricordarsi che la vita è una e va vissuta al meglio del suo potenziale».
In Sinners parlate di peccatori. Chi sono per voi i peccatori e i “dirty human” che combattono per vivere?
«I peccatori siamo tutti noi, noi per primi, basta saperlo ammettere e non far finta di essere “santi”, odio l’ipocrisia e questo mondo ne è pieno. I “dirty human”che combattono per vivere sono tutti quelli che pur di avere potere e denaro (che per loro è la vita) farebbero qualsiasi cosa, anche le più deplorevoli… in questo caso mi riferisco ai potenti del mondo».
Continua la vostra voglia di scrivere e cantare anche in italiano, infatti, Capirai, credo sia più da presa, anche per gli adolescenti fruitori principali di musica…
«Siamo italiani, quindi, è giusto e spontaneo continuare anche con la nostra lingua. Capirai sicuramente è un pezzo diretto, “in your face” e senza tanti giri di parole, spero tanto che gli adolescenti apprezzino quello che facciamo, ne resterei davvero contento, sono loro il nostro futuro».
Canzone di settembre breve testo ma d’impatto, siete andati a pescare nella musica rock anni ’60…
«Ascolto molta musica e di tutte le epoche. Gli anni 60 sono stati fondamentali, inutile dire quello che hanno dato al mondo, Canzone di settembre ne incarna lo spirito ma è un pezzo agrodolce che contrappone quei tempi con oggi».
Qual è il vostro rapporto con le parole nello scrivere i testi e come si è evoluto nel tempo?
«Scrivere testi è un arte che si impara con il tempo, l’importante è avere contenuti e saperli esprimere, con il passare degli anni credo di essere migliorato e di saper dire ciò che intendo in una maniera molto più chiara e definita. Le esperienze di vita poi fanno il resto…».
State già progettando un tour? Che cosa devono aspettarsi i vostri fan?
«Sì, ci stiamo dando da fare: il 19 ottobre suoneremo con i Diaframma e abbiamo già diverse date fissate in Italia e, molto probabilmente, torneremo anche all’estero. Cercheremo di suonare il più possibile e abbiamo anche qualche sorpresa che sveleremo più avanti…».