Il buio invade la sala, una voce unica e particolare inizia a cantare. È la sua voce a illuminare all'improvviso la sala. Lei è Selenia Stoppa e intrepreta Mia Martini a modo suo, tutti i maggiori successi della immensa Mimì tra i quali Minuetto, Almeno tu nell'Universo, Gli uomini non cambiano, Piccolo Uomo, Canto alla Luna. Le canta, le vive, le interpreta come solo lei sa fare. Un alternarsi di racconto e musica, parole e sonorità che ti lasciano senza fiato. Ad ogni canzone un brivido corre lungo la schiena, gli occhi commossi della platea confermano la bravura di questa artista che ha deciso di non uniformarsi alla massa, che ha deciso di restare sempre e comunque se stessa. Una grande Selenia Stoppa è l'immensa Mimì, riuscendo a creare la giusta empatia con il personaggio che interpreta, mantenendo inalterata la sua anima.
Selenia con la sua voce, con la sua passione, con l'intensità del suo canto è riuscita ad arrivare fino in fondo all'anima di chi l'ha ascoltata e, come scrisse Salvatore Quasimodo, io "ho tutta l'anima incrinata da brividi di stelle".
Sul palco anche il “suo” Ivano Fossati interpretato da Marco Antonio Romano, che racconta, insieme a Selenia, la storia di Mia Martini da quando a 15 anni decide di andare a Milano con la madre in cerca di un'audizione, ai primi successi degli anni '70 con l'album Oltre la Collina. Un susseguirsi di citazioni di grandi nomi della musica italiana Renato Zero, Franco Califano, Bruno Lauzi ed Enzo Gragnagniello solo per citarne alcuni. Raccontano anche gli anni bui di Mimì ma anche quel 1989, anno che segna il grande ritorno alle scene con Almeno tu nell'universo e fino al fatale 12 maggio 1995, data che resterà scolpita nella storia della musica, quel giorno la grande Mimì è divenuta immortale.
Marco Antonio Romano non racconta solo la storia di Mia Martini, ma con la sua voce avvolgente, canta La Costruzione di un Amore, canzone che proprio Ivano Fossati aveva scritto per la stessa Mia Martini, con la quale ebbe una tormentata storia d'amore.
Canto alla Luna è impreziosita dalle coreografie della ballerina Stella Temperanza.
La band che accompagna Selenia sul palco è formata da Edoardo D'Ambrosio (batteria), Giovanni Marzo (pianoforte), Umberto Malagnino (basso) e Massimo Liotta (chitarra).
È di Clara Stoppa, il make up, che trasforma per una sera Selenia come Mimì.
Ospite d'onore della serata è Leda Bertè, la sorella maggiore di Mia Martini, che abbiamo avuto il privilegio e l'onore di conoscere e intervistare.
Signora Leda, parafrasando proprio il titolo di un brano di Selenia Stoppa "Passato presente futuro" voglio chiederle per il passato, qual è il ricordo di Mia Martini che porterà sempre con lei?
«Quando era ragazzina, finite le scuole, finchè è vissuta nostra nonna, siamo andati sempre in Calabria a Bagnara e lei aveva uno scoglio sul quale si sedeva di fronte alla spiaggia della Marinella. Era innamorata della sua terra, come lo eravamo noi, quindi ogni volta che passo o mi capita di andare cerco di vedere questo scoglio e ricordo lei che nuotava, che stava lì a divertirsi come non mai, è una immagine che mi rimarrà sempre negli occhi, che porterò sempre nel cuore».
Per il presente le chiedo dello spettacolo di oggi…
«Questo spettacolo, che hanno messo su questi ragazzi, che sono stati bravissimi, è stata una sorpresa, Selenia è stata bravissima, non immaginavo che si immedesimasse, che fosse così brava a interpretare, a modo suo, perchè ovviamente ha messo molto del suo, come è giusto che sia e mi ha fatto molto piacere perchè l'ha fatto con il cuore, oltre che con la bravura, veramente grazie».
Per il futuro quali sono gli obiettivi dell'“Associazione Minuetto: Mimì sarà”?
«Gli obiettivi sono, con Enzo, di portare avanti questo discorso per non dimenticare mai Mimì e la sua grandezza, quindi cercheremo sempre di fare in modo che questa manifestazione rimanga nel tempo e che continui, perchè il nome di Mimì deve continuare».
Mia Martini era sempre sorridente, durante le interviste, quando era ospite nei programmi televisivi, qualsiasi cosa dicesse, lo faceva con il sorriso, addirittura, in un'intervista realizzata da Toto Cutugno gli disse, sempre sorridendo, che la sua musica non le piaceva. Da dove traeva questa forza?
«Era una sua forza interiore per tirar su il morale, perchè spesso e volentieri, con tutto quello che le avevano fatto passare, c'erano dei momenti che veramente era a terra, però la sua ironia e il convicemento che quella fosse comunque la strada da percorrere per la sua carriera la aiutava a superare momenti anche più difficili. Credo l'abbia aiutata molto anche la sua ironia, una componente importante del carattere della persona. Riuscire a sorridere di se stessi, come degli altri credo sia molo importante e molto intelligente».
Durante lo spettacolo abbiamo sentito citare Enzo Gragnagniello, c'è un ricordo particolare di loro due?
«Enzo è sempre stato un compagno di viaggio in gamba, molto vicino e anch'io voglio molto bene ad Enzo, è 'nu guaglione apposto. Anche perchè la canzone “Cu'mme” rimarrà nella storia. È bellissima e loro sono stati molto bravi a interpretarla, com'era giusto che fosse. C'è stata una sintonia tra tutti e tre molto bella».
La forza di Mia Martini era proprio quella di interpretare, di dare il giusto peso a tutte le parole del testo...
«Esatto, interpretare quello che volevano gli altri. Ovviamente quando sentiva che la canzone era giusta per lei, perchè altrimenti non l'avrebbe cantata».