Dicono che la musica è cambiata, io direi che nelle nostre orecchie arriva un po’ di tutto oggi. È un’accozzaglia di generi che va dal sedicente pop made in Italy (ma esiste ancora?) al rock, quello manierato dei Måneskin che sono bravi, sì, ma alla fine cosa hanno di diverso dalle band degli anni 70 e 80? Boh?!
Da anni in Italia si è imposto il rap e le sue varianti: le nuove generazioni parlano, si muovono, si vestono come se vivessero nel ghetto di città americane. C’è ancora chi vuol far rivivere la tradizione classica italiana con Il Volo ma Bocelli ci è bastato, a mio avviso, e tanto e non nominiamo l’onnipresente Al Bano o la Zanicchi, vocalità usurate dal tempo. Piuttosto a me manca l’acuto potente, vibrante e sorprendente di Giuni Russo. Insomma, è una situazione un po’ statica che sa di vecchio ormai, mentre c’è un genere che spesso fa capolino, che non è mai tramontato ma che in tanti pare vogliano riportare in auge, parlo del Punk. In un’epoca di ribellione a un’ideologia di destra che non si riesce a tenere a bada e che fa innervosire chi cerca di esprimersi come cazzo gli pare, visto che siamo pure nell’anno del Signore 2022, non c’è musica più azzeccata del punk che per definizione sfugge a ogni controllo. Io sono sempre stato un po’ romantico e un po’ schizzato, è il mio modo di essere; non a caso, tra le centinaia di dischi che colleziono ci trovate di tutto: la rabbia, l’allegria, la follia, la depressione l’ho sempre associata a cantanti come Loredana Bertè, Donatella Rettore, Alberto Camerini, Depeche Mode, The Cure, Kate Bush, Nick Cave, Ivan Cattaneo e perché no la grande Mina, Loretta Goggi, Liza Minnelli.
Sono un amante della musica e io stesso ho inciso dischi ispirandomi agli artisti citati. Ma a parte certe divagazioni romantiche, adesso sento addosso la spinta punk che si fa avanti con degni interpreti come La Rappresentante di Lista e Young Signorino, quest’ultimo il più “fuori” di tutti o il più punk come lo ha definito Manuel Agnelli degli Afterhours. Sentite anche voi la voglia di liberarvi, di sprigionare energia, di colorarvi i capelli, di strapparvi i jeans, di essere come vi pare? Fatelo e magari a suon di musica, come me. Ero un ragazzino negli anni 80 e i vecchi video di Sex Pistols o dei più recenti The Cure o Adam Ant, Cyndi Lauper ecc mi facevano saltare dalla sedia. Cantavo e sognavo di divertirmi come piaceva a me, anche nel chiuso di una stanza e questi cantanti con i loro visi colorati, le borchie, i capelli cotonati o le creste mi chiedevano di farlo, senza remore, senza paure.
Insomma, dai, punk è bello.