Dopo Carmine Borrino, Vincenzo Nemolato, Massimiliano Gallo, Lello Serao, Riccardo Ciccarelli, Lara Sansone, è toccato a Nunzia Schiano cimentarsi con Coniglio Bianco-Coniglio Rosso di Nassim Soleimanpour al Piccolo Bellini il 18 aprile 2019, uno degli spettacoli più insoliti della scena teatrale contemporanea internazionale.
Quando è stato realizzato per la prima volta questo spettacolo? Chi ne è l’autore? Perché si chiede ai giornalisti o pubblicisti di non svelare il suo contenuto ma solo le impressioni percepite? Perché un attore decide di fare questo”salto nel buio”?
Innanzitutto, dobbiamo dire che Nassim Solemainpour è un drammaturgo iraniano che, all’età di 29 anni, ha scritto questo testo in un momento in cui non aveva alcuna possibilità di comunicare con l’esterno in quanto, rifiutatosi di assolvere al servizio militare obbligatorio, gli era stato ritirato il passaporto.
Da questa esperienza di censura e di negazione dei diritti nasce il testo nel 2010 che, per la potenza del passaparola, si diffonde in modo virale tanto da essere rappresentato per più di 1000 volte in tutto il mondo e tradotto in 20 lingue.
Il debutto risale al 2011 a Edimburgo al Fringe Festival e poi al Clubbed Thumb Summerworks Festival di New York recitato da attori del calibro di F. Murray Abraham, Whoopi Goldberg, Sinead Cusak, Cynthia Nixon, Ken Loach.
In Italia è stato portato sulle scene da altri grandi attori oltre quelli citati in precedenza: Fabrizio Gifuni,Vinicio Marchioni, Antonio Catania, Lella Costa, Emma Dante, Elena Di Cioccio, Gioele Dix, Iaia Forte e Daniele Russo.
Una sedia, un leggio, due bicchieri, una boccettina di liquido scuro con relativo contagocce e una scala sono gli unici elementi concessi all’attore che vuole cimentarsi in questo spettacolo in una sorta di sfida con se stesso e con il pubblico presente. Nessuna prova e nessun regista.
Gli attori non hanno visto lo spettacolo recitato da altri, non hanno mai letto il copione e devono fare proprio il testo, proposto in una busta sigillata, rispettando le regole e le consegne dell’autore.
Nella lingua francese il verbo recitare si traduce con ”Jouer“ovvero giocare e Nunzia Schiano è stata capace di giocare con il testo per tutta la durata dello spettacolo con curiosità e divertimento che sottendono al “gioco della finzione”.
Ogni attore sa bene che calcando le tavole di un palcoscenico assume ruoli diversi a seconda della rappresentazione ma, come direbbe la Rosina del Barbiere di Siviglia di Rossini attraverso quei puntini sospensivi della sua celebre aria, c’è attore e attore, attrice e attrice…
Nunzia Schiano da grande interprete e ottima caratterista accetta la sfida e la porta a termine con piglio deciso e impavido. Arginata la curiosità iniziale, si è buttata a capofitto nel testo offrendone una lettura personalissima e convincente. Il pubblico l’ha seguita affascinato per le sue capacità affabulatorie e attoriali. Non ha avuto momenti di indecisione o sbavature e se li ha avuti, ha saputo cavalcarli con naturalezza fin dalle prime battute. I 60 spettatori sono stati coinvolti da subito nella rappresentazione e invitati a scattare foto, a prendere appunti, a salire sul palco, ad applaudire.
Il testo è decisamente surreale e rimanda alle favole di Esopo e Fedro perché vi è contenuta una morale che ciascun spettatore fa propria.
Non possiamo aggiungere altro perché siamo stati diffidati dal raccontarvi i contenuti del testo per ovvie ragioni di “sorpresa scenica”. Una cosa però vogliamo dirvi: nessuno può ostacolare e censurare il pensiero. Nunzia Schiano passerà il testimone ad altri attori e i conigli bianco e rosso continueranno a diffondere il pensiero di Nassim Solemainpour con la potenza della fantasia e la forza delle parole.