L’Eurovision esalta la musica in TV

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L’Eurovision esalta la musica in TV

L’Ucraina ha vinto l’edizione 2022 dell’Eurovision Song contest con Stefania eseguita dalla Kalush Orchestra, un brano evocativo a metà tra sonorità e cori della tradizione e interventi rappati, un brano interessante ma non superiore a mio avviso ad altri brani musicali. A trionfare è stata soprattutto la rivalsa di un popolo attualmente vessato dalla crudeltà del governatore russo Putin che non accenna a desistere dai suoi piani bellici. Personalmente credo però che la musica sia certamente un ottimo veicolo per unire le masse ma trattandosi di gare, bisogna guardare alle canzoni e agli interpreti più che alla storia recente e passata di un popolo e, ribadisco, in quel contesto ho ascoltato di meglio ieri sera. E non di certo l’Italia che mi pare col duo Mamhood e Blanco abbia affascinato di più la platea Sanremese che quella dell’Eurovision, nonostante gli ottimi consensi ottenuti, ma la resa live di ieri sera a me non è apparsa ottimale all’ascolto. Ho trovato invece particolare la voce del giovane cantante della Svizzera, Marius Bear, e molto suadente la cantante della Lituania, Monika Liu. Per il resto mi pare si sia sentito molto pop commerciale, nulla di originale insomma. Lo spettacolo condotto da Mika, Cattelan e Laura Pausini, comunque, mi ha entusiasmato per allestimento scenografia, effetti speciali, costumi degli artisti, compresi quelli dei conduttori e soprattutto perché finalmente con l’Eurovision la musica è stata posta al centro dell’attenzione. Qui si è fatto in terra nostrana a Torino uno show eccellente della durata ragionevole di tre giorni, senza siparietti comici o proclami interminabili cui il Festival di Sanremo ci ha abituato da anni. Gradevole l’esibizione finale di Gigliola Cinquetti che vinse nel 1964 con Non ho l’età appena sedicenne e che ieri sera ha riproposto sul palco con la sua solita eleganza. È stata in ogni caso un’occasione per riportare in modo più massiccio la musica in TV ma speriamo si continui così, privilegiando i nostri artisti che non sanno dove andare per promuovere i loro pezzi.