Giorgio Strehler diceva:«Il teatro scorre via come l’acqua e lascia poco dietro di sé:una memoria sfocata e flebile». Ma le grandi attrici sfuggono a tale definizione e in particolare Valentina Cortese. Sia i ruoli interpretati a teatro che quelli cinematografici restano indimenticabili al pari del bellissimo viso aristocratico, della classe innata, della naturale eleganza, del fascino penetrante come il profumo delle sue amate violette.
Valentina Cortese ci ha lasciati e il mondo è subito diventato sgraziato, volgare, freddo e inospitale.
Il giardino dei ciliegi ha perso per sempre la sua Ljuba Andreevna fasciata nei pizzi e nei merletti di un abito appartenuto alla Regina Margherita di Savoia e la Sèverine di Effetto notte di Truffaut ha trovato finalmente pace alla sua disperazione. Risuona ancora la frase pronunciata da Ingrid Bergman all’assegnazione degli Oscar 1975:«Perdonami Valentina, questo premio sarebbe stato più giusto nelle tue mani!».
Figlia di un legame illegittimo, la sua giovane madre l’aveva affidata a una famiglia di contadini tra le campagne di Agnadello e Rivolta vicino Cremona.
Servizio fotografico di Angelo FRONTONI
«Lo devo ai miei contadini se porto il foulard sul capo. Era il modo in cui lo usavano nei campi. Per me è come una carezza», diceva la Cortese. Nel tempo ha indossato creazioni di Mila Schon, Maurizio Galante, Fausto Sarli, Roberto Cappucci, «privilegiando l’amore per la natura nella definizione del mio stile: i colori, i profumi, le rondini e le libellule, così lievi e trasparenti… la struggente bellezza degli alberi… un tripudio di forme che esprimono la bellezza della vita e rendono omaggio allo stupore della creazione...». E ancora:«Nulla è più chic di una donna che comunica con naturale eleganza il suo mondo interiore. Ho perseguito ideali nei quali dominano la grazia e la bellezza: ad essi, come me stessa, voglio restare legata».
Molti i grandi amori della sua lunga vita: Victor de Sabata, Richard Basehart (dal quale ebbe il figlio Jackie scomparso nel 2015),Giorgio Strehler, Carlo De Angelis e numerosi gli incontri e le amicizie straordinarie:Fellini, Monroe, Mastroianni, Merini…
Oggi la camera ardente al Piccolo di Milano. Domani i funerali alle ore 11.00 nella chiesa di San Marco.
Consigliamo la lettura di due libri: Quanti sono i domani passati, scritto dalla stessa attrice e curato da Enrico Rotelli Ed.Mondadori 2012 e per le Edizioni White Star pubblicato nel 2008 Il giardino di filo e seta a cura di Valeria Manferto De Fabianis con testi di Francesco Resta corredato da splendide foto.