Giorgio Iacobelli, in arte Skioffi, è uno degli artisti più in voga tra i giovani. Sin da bambino ha la passione per la musica, si iscrive in una scuola di musica la "Percentomusica" a Roma e da lì inizia ad affermarsi professionalmente nel campo musicale.
Oltre a essere un cantante, Skioffi è anche un produttore musicale, nella sua carriera ha prodotto “La bella e la bestia” di Achille Lauro, l’album “Musica per bambini” di Rancore, e l’album “Summershallo” di Jesto.
Dopo la parentesi della partecipazione al Talent Show Amici, è tornato in sala d'incisione e sta preparando il suo prossimo disco che lui stesso non ha voluto spoilerarci, ma ci assicura sarà una bella sorpresa.
Nel campo musicale possiamo definirti un artista a 360 gradi. Produttore, scrittore, cantante e musicista. Quando nasce la passione per la musica?
«La mia passione per la musica nasce da bambino grazie a mio nonno, che essendo musicista anche lui, ha iniziato ad insegnarmi il pentagramma».
C'è qualche artista che ha inciso sul tuo stile musicale?
«Nessuno in particolare, sono un ragazzo a cui piace ascoltare qualsiasi genere musicale».
Quando hai capito che la musica era la tua strada tanto da decidere da iscriverti a una scuola di musica?
«Ho iniziato a suonare il pianoforte da autodidatta. Raggiunsi un buon livello anche imparandolo da solo, è stato lì che ho pensato che fosse il momento di approfondire con uno studio lo strumento».
Ricordi la prima canzone che hai scritto e in quale occasione?
«La prima canzone la scrissi nel 2005, era il periodo del primo amore e ho sentito un estremo bisogno di mettere su carta le sensazioni che stavo provando».
Sei anche un produttore e hai avuto delle grandi collaborazioni, come avviene questo percorso?
«Lavorando nel 2014 in uno studio a Roma, ho iniziato a fare conoscenze di un certo livello. Da lì molti artisti hanno capito che avevo un buon potenziale affidandomi così la musica per i loro testi».
Come sei riuscito a ritagliarti il tuo spazio nel campo musicale dove c'è molta concorrenza?
«Ho avuto la fortuna di lavorare in quello studio di registrazione a Roma, sicuramente mi ha aiutato nella visibilità con i giovani. Da lì ha parlato la mia musica e sono piaciuto subito al pubblico e così il mio nome è iniziato a uscire fuori con il passare dei mesi».
Sei uscito con un album Benjiamin, ce ne parli?
«L’ho chiamato disco di transizione, ovvero un disco dove ho fatto capire al publico che avrei iniziato a cambiare il mio mood musicale.Un disco dove vi è concentrato, al suo interno, tutto quello che sono stato negli anni passati. Ogni traccia è diversa dalla precedente, mood diversi e apparentemente sconnessi, così il nome Benjamin, perchè anche crescendo non voglio perdere la voglia di giocare, mi piace restare un bambino nell’anima e nell’essenza delle cose».
Che messaggio vorresti trasmettere con le tue canzoni?
«Voglio che la gente si diverta e si senta a casa sua ascoltandomi. Voglio che le mie sensazioni arrivino al loro cuore, dando a loro la serenità giusta che serve per stare bene. Voglio che si sentano innamorati, felici, tristi, tutto ciò che serve per sentirsi realmente vivi».
Quale canzone sceglieresti come colonna sonora della tua vita e perché?
«Gli anni degli 883, perchè sono un ragazzo molto nostalgico e la nostalgia è la mia ispirazione più grande».
Oltre alla musica, hai altre passioni come il calcio, come te la cavi come calciatore?
«Più che il calcio, direi il teatro. Il calcio lo è stato quando ero bambino, crescendo ho iniziato a suonare e a recitare le commedie di Eduardo De Filippo innamorandomi completamente di quel mondo, proprio come con la musica. Se non avessi fatto il cantautore probabilmente avrei puntato tutto sulla recitazione e la commedia».
Stai lavorando al tuo nuovo album, cosa dobbiamo aspettarci da questo progetto?
«A questa domanda non voglio rispondere, voglio che sia una sorpresa. Vi dico solo che sarà un mood diverso da tutto quello che è stato il mio passato. Sarà la mia rinascita».