Stefano Pellegrino, in arte Pelle, 26 anni, a distanza di pochi mesi, ha pubblicato diversi singoli, tra cui 23:23, Felice Davvero e Jericoacoara che anticipano il suo nuovo album di debutto del rapper, Assolo.
Dopo la depressione confessata, reale ed esplicita di 23:23 - brano con cui a gennaio 2020 ha iniziato a raccontarci la sua storia - e la fragilità di Felice Davvero, con il singolo uscito negli ultimi giorni Jericoacoara, Pelle non ha paura di affermare: «oggi amo la mia vita, amo la vita in generale, domani sarà un’altro giorno. A volte ci toglie tutto spogliandoci di ogni convinzione mettendo la nostra anima a nudo, ma poi esplorando i tuoi sentimenti fino ad arrivare alla radice dell’albero ti accorgi che le foglie prima o poi spunteranno. Basta saper aspettare che arrivi la giusta stagione».
Parliamo di Felice davvero. Che cosa rappresenta per te arrivare a raggiungere un grado di felicità… con la musica?
«L’essenziale, l’unico mio scopo nella vita. Forse in modo anche più ampio vorrei più che altro regalare felicità alle altre persone e dar loro un giubbotto di salvataggio attraverso la scrittura».
Qual è lo spazio temporale tra 23.23 e Felice davvero, sembrano appartenere a ben due distinti periodi e piuttosto lontani…
«Felice Davvero è stata scritta circa un anno dopo 23:23 e quel periodo di solitudine totale. Emozioni diverse, città diverse. In Felice davvero racconto di quando vivevo a Barcellona e di una storia d’amore con una ragazza parigina».
I due primi singoli seguono un fil rouge che stanno delineando questo tuo primo album, Assolo. Quali altre storie racconterai?
«Ho messo dentro tutte le cose significative che ho vissuto fino ad ora: dal rapporto con mia mamma e l’allontanamento della famiglia, alla forza che ho tirato fuori quando vivevo a Londra, c’è la leggerezza e il ritmo di Barcellona, Miami, il Brasile...».
Quando uscirà il tuo primo album, Assolo?
«Credo a Giugno ma non posso ancora dirlo con certezza, ci sono ancora tante cose da valutare e tante decisioni da prendere».
Ci saranno delle collaborazioni in Assolo?
«Una sola con mio fratello acquisito Trage, anche lui roster Quadraro Basement. Vi faremo viaggiare con la mente».
Dai problemi familiari ti sei rifugiato nella scrittura, ma rileggere oggi quei primi scritti cosa vedi? Che cosa pensi?
«Mi piacerebbe poterli rileggere, purtroppo ho solo con me le mie note sul telefono dove scrivo giornalmente da qualche anno. Dovessi rileggerli penserei che sono cambiato io e le circostanze, e che solo la cultura, i viaggi e le esperienze che fai, specie se estreme, riescono a darti in qualche modo coscienza e ad elevarti. Ora ho una visione del quadro delle cose diametralmente opposta a quando ero un ragazzino e tra dieci anni chissà avverrà lo stesso».
Che cosa ti piace di più del songwriting, in particolare?
«Poter esprimere della sensazioni attraverso le metafore, a volte quasi fotografiche. Immaginare a cosa le persone potrebbero pensare e che emozione potrebbero emergere ascoltando quella rima e quell’altra».
Quando scrivi una canzone, ti concentri sul fatto che sia una "hit" e crei qualcosa che le persone vogliono davvero ascoltare, oppure sei più concentrato sul contenuto e su come ti fa sentire e come potrebbe fare sentire qualcun altro?
«Come dicevo prima, il contenuto per me è la prima cosa. In primis scrivo per me stesso, non riuscirei a scrivere altrimenti. La musica per me è come lo specchio della mia anima, non potrei mai riflettere un'immagine diversa dalla mia».
Quali sono i tuoi hobby? Lettura, cinema, teatro…
«Mi piace molto fare sport, di qualsiasi genere. Il cinema in generale è un mondo che mi affascina parecchio, così come la scrittura. Sono tutti hobby di un ragazzo di 26 anni a cui piace molto fare festa avendo lavorato per anni nel settore degli eventi in Spagna e non solo».