“Il Maestro e Margherita è un miracolo che ognuno deve salutare con commozione”. Eugenio Montale
“Sarà difficile trovare per originalità un’opera che gli stia a pari in tutta la letteratura mondiale”. Veniamin Kaverin
Il Teatro Mercadante di Napoli ospita Il Maestro e Margherita di Michail Bulgakov, nella riscrittura di Letizia Russo, per la regia di Andrea Baracco con Michele Riondino, Francesco Bonomo, Federica Rossellini.
Il grande scrittore e drammaturgo Michail Bulgakov (Kiev1891- Mosca1940), è considerato uno dei maggiori romanzieri del Novecento e molte delle sue opere furono pubblicate postume, tra cui appunto Il Maestro e Margherita (1967 ). Il romanzo ebbe una genesi travagliata perché considerato “lo scritto sul diavolo” e censurato dal regime staliniano. Alcune pagine però rimaneggiate e proibite circolarono per diversi anni nella Russia di regime in forma di samizdat.
Una delle prime trasposizione del romanzo la si ebbe nel 1972 con l’omonimo film diretto da Aleksandar Petrovic con Ugo Tognazzi nel ruolo del Maestro ed una giovane Mimsy Farmer in quello di Margherita.
La trama è incentrata sulle persecuzioni politiche inflitte ad uno scrittore chiamato il Maestro da parte delle autorità sovietiche degli anni ’30, sul suo amore per Margherita Nikolaevna e sul suo riscatto grazie alle visite di Satana (Woland). Alla sua storia, già di per sé complicata e complessa, s’intreccia parallelamente quella del processo al Messia da parte del governatore della Galilea Ponzio Pilato.
Nell’allestimento proposto al Mercadante assistiamo all’arrivo di Satana (Woland- Michele Riondino) che si intromette nelle discussioni letterarie tra il poeta Ivan (Oskar Winiarski) e l’intellettuale Berlioz (Francesco Bolo Rossini) di cui presagisce la morte. Sconvolto da tale evento Ivan viene colto da crisi di follia e rinchiuso in manicomio. Lì incontra il Maestro (Francesco Bonomo), uno scrittore perseguitato dal regime a causa del suo romanzo che ha come oggetto Gesù, la sua morte per crocefissione e i sensi di colpa di Pilato. Nel frattempo Satana e i suoi amici, il valletto Korov’ev (Alessandro Pezzali), il gatto Behemot (Giordano Agrusta ) e la strega Hella(Carolina Balucani), hanno occupato la casa di Berlioz e mettono in scena uno spettacolo di magia nera nel Teatro di Varietà. Durante lo spettacolo conoscono Margherita (Federica Rossellini), la giovane amante del Maestro alla quale viene proposto di essere la regina di un sabba in cambio di un ricongiungimento con il Maestro. Margherita accetta e si uccide insieme al suo amante. Entrambi vengono accolti negli inferi da Satana in persona.
Nelle note di regia si legge:”Il Maestro e Margherita è un romanzo complesso e articolato come il costume di Arlecchino in cui si intrecciano numerose linee narrative e dentro il quale prendono vita un gran numero di personaggi che costituiscono una sorta di panorama dell’umano e del sovrumano a incominciare da Woland... I protagonisti, da molti critici riconosciuti come Bulgakov stesso e sua moglie Elena Sergeevna, rimangono imprigionati l’uno nel corpo e nella mente dell’altra e viceversa…”.
Tutti gli attori contribuiscono al successo dello spettacolo anche se per fascino, sarcasmo, ironia, senso del grottesco Michele Riondino ne esce gratificato e vincente. Il suo Satana ha il ghigno maligno, gli occhi bistrati e le labbra carnose rosso fuoco del Satana preso in prestito dal Faust di Goethe. La camminata zoppicante lo rende sì vulnerabile e più umano agli occhi dello spettatore ma non per questo meno seducente soprattutto quando mostra le gambe nude e ben modellate all’apertura di una vecchia zimarra dai colori cangianti opera della costumista e scenografa Marta Crisolini Malatesta.
Margherita viene tratteggiata con una umanità lacerata e sognante ma a tratti esasperata a cui il volto di Federica Rossellini dona grazia e candore. La scena nella quale dondola nuda e perversa vale tutta la rappresentazione. La libertà di Frida, una donna che ha ucciso il proprio bambino e che Woland ha ridotto in schiavitù, passa dalle sue mani, mani che si macchieranno del proprio sangue e di quello del Maestro. Appare evidente che l’attrice ha interiorizzato i tratti salienti dei caratteri del personaggio e li ha ricomposti con la sua sensibilità e bravura.
Il Maestro che sostiene anche il ruolo di Ponzio Pilato è Francesco Bonomo, misurato ed attento. É lui che pronuncia una delle frasi più celebri del romanzo:”l’amore è balzato davanti a noi dal nulla, come un assassino in un vicolo e ci ha colpito entrambi e nello stesso istante” con una partecipazione emotiva degna di nota. L’attore nel ruolo del governatore della Galilea fa apparire tutta la fragilità del personaggio a causa del peso di una decisione che ha cambiato, per chi è credente, le sorti dell’umanità.
Una menzione particolare va a Oscar Winiarski nel doppio ruolo di Ivan e di Gesù non essendo per nulla facile cambiare il registro interpretativo nel corso della stessa rappresentazione.
É doveroso citare gli altri attori che sostengono anche doppi ruoli: Caterina Fiocchetti, Michele Nani, Francesco Bolo Rossini, tutti bravi e talentuosi.
É un aprirsi e chiudersi di porte, uno sbirciate dietro le quinte, un rincorrersi in scena in un gioco di specchi diabolico. Le tinte fosche sottolineano lo straniamento degli spettatori e la risata agghiacciante di Satana squarcia il buio…
É uno spettacolo alto per contenuti e significati che vanno dalla denuncia delle purghe staliniane ai sentimenti profondi provati dal Maestro verso Margherita, dall’interrogarsi sulla figura del Messia e la città di Gerusalemme al coinvolgimento di Pilato e ai tormenti della sua coscienza… E pensare che Bulgakov bruciò il primo manoscritto, attinse alla sua memoria per riscriverlo e rimaneggiarlo fino alla morte!