Foto di Flavia Tartaglia
Nel 1885 un oscuro romanzo trova la luce dalla penna di Robert Louis Stevenson, “Lo strano caso del Dr. Jekyll e Mr. Hyde”; oscuro in quanto, in 250 pagine e poco più, Stevenson narra la vicenda di un timido medico atto ad esplorare la dualità della natura umana e che, nel corso della sua indagine, si troverà a tu per tu con i labili confini che separano il bene e il male. A stretto contatto con la sua personalissima “ombra”, il dottor Henry Jekyll inventa una formula che lo trasforma nel malvagio e impavido signor Edward Hyde. Questo ego alternativo semina il caos in tutta Londra, senza lasciar scampo a chiunque l’incontri. Anche gli amici e la compagna di una vita vengono trascinati in un vortice fatto di efferatezze, omicidi e stupri. Il romanzo gotico di Stevenson è stato adattato in uno straordinario dramma teatrale, prodotto dalla Fondazione Teatro Di Napoli - Teatro Bellini, Marche Teatro, Teatro Stabile di Bolzano, in un unico atto avvincente e tenebroso Il Caso Jekyll per la regia di Sergio Rubini, segue lo stesso flusso di coscienza del libro: oscuro, gotico e pieno di intrighi e suspense.
Una regia davvero sorprendente e hollywoodiana, come essere catapultati su uno dei set degli Studios californiani, un taglio cinematografico impeccabile in pieno stile noir, tetro, inquietante con un design illuminotecnico fantastico, che trasporta lo spettatore nei vicoli nebbiosi e bui di una Londra vittoriana e gotica di fine Ottocento. La scenografia (Lucia Imperato) è molto suggestiva, l'uso di un grande fondale in un opaco vetro smerigliato, per evocare sia le case che si affacciano su strade acciottolate sia le finestre di interni fumosi e sinistri, è superbo.
La storia prende piede nel mezzo della passeggiata domenicale di due gentiluomini, lo scrupoloso avvocato Utterson (Geno Diana) e il cugino Enfield (Roberto Salemi). I due si arrestano davanti una porta perché Enfield ha qualcosa da raccontare, un incidente grottesco e le sue tragiche conseguenze. Utterson ne è subito insospettito: la storia raccontata dal cugino vede il diabolico Mr. Hyde particolarmente legato alla figura del Dr. Jekyll, suo caro amico d’infanzia, nonché suo assistito. Decide quindi di far luce sulla natura di questo ambiguo legame, preoccupato ancor di più dal momento che il dottor Jekyll ha modificato il suo testamento ad esclusivo favore di Hyde.
Mentre gli episodi terribili che vedono Hyde protagonista imperversano nella cronaca londinese, Henry Jekyll è chiuso in un misterioso eremitaggio all’interno di casa sua e l’indagine di Utterson si fa scura, sempre di più, come i fumi della città.
Nel ruolo impegnativo, potete ed evocativo, del Dr. Jekyll/Mr. Hyde, Daniele Russo fa un lavoro incredibile. Da un lato dà vita a un Jekyll innocente, curioso e di buon cuore, eccezionalmente coerente e realistico; dall’altro, ammansito da un nero mantello, sprigiona Hyde, una famelica belva spietata, intimidatoria e straordinariamente malvagia che, con il suo sinistro fischiettare, presagio di atti deprecabili (un rimando al fischio di Kill Bill?), se ne va per le strade buie e fumose di Londra. Osservare la creazione del tormento dei suoi due personaggi è stato davvero affascinante, summa di una performance incredibile.
Un altro personaggio era presente sul palco, visibile dietro la grande scenografia murale di vetro, Alessio Foglia, sound designer teatrale che in questo spettacolo si è mischiato con il rumorista cinematografico. Ogni azione, ogni movimento degli attori era scandito sincronicamente dai suoni e rumori di Foglia, maestro di una scenografia sonora di grande impatto, come quando, ad esempio, Jekyll lava dal sangue le mani e le braccia in una bacinella dalla quale si sente lo scroscio dell’acqua.
Gli enigmi e le asserzioni narrative de Il Caso Jekyll sembrano non lasciare lo spettatore anche a performance finita: cosa accadrebbe se ognuno liberasse il lato malvagio della propria personalità? Se ognuno facesse emergere il lato animalesco che si cela dietro i vincoli sociali? É Jekyll a fallire nell’esperimento o ognuno di noi soccomberebbe a sé stesso?
Sergio Rubini ha sicuramente trovato il modo di avvicinare un nuovo pubblico a un classico ben noto, trovando una svolta più oscura e profonda nel personaggio del dottor Jekyll e nel senso di colpa che nutriva molto prima di Mr Hyde. La civiltà è solo una patina molto sottile? Ha osato scalfirne la superficie e rivelare la verità nascosta? Siamo tutti capaci di commettere atti malvagi: guarda le atrocità commesse in tempo di guerra o le attuali ideologie dei vari governi.
Il Caso Jekyll sarà al teatro Bellini di Napoli fino al 26 maggio, ancora pochi giorni fino alla ripartenza nella Stagione 2024-2025, da novembre a marzo. Consiglio a non lasciarsi sfuggire questa produzione ben congegnata con il suo cast avvincente. Vi trasporterà nella storia gotica del dottor Jekyll e del signor Hyde e, ipnotizzati dal fascino del male, pregherete affinché la vostra anima ne esca intatta.
Teatro Bellini
Dal 14 al 26 maggio
Il caso Jekyll
Tratto da Robert Louis Stevenson
adattamento Carla Cavalluzzi e Sergio Rubini
regia Sergio Rubini
con Sergio Rubini e Daniele Russo
e con Geno Diana, Roberto Salemi, Angelo Zampieri e Alessia Santalucia. Scene Gregorio Botta. Scenografa Lucia Imperato. Costumi Chiara Aversano. Disegno luci Salvatore Palladino. Progetto sonoro Alessio Foglia.
Produzione Fondazione Teatro Di Napoli - Teatro Bellini, MARCHE TEATRO, Teatro Stabile di Bolzano.
Orari spettacoli: feriali h. 20:45, mercoledì 15/05 h. 17:30, sabato 18/05 h. 19:00, domenica h. 18:00, lunedì riposo
prezzi: Martedì • Mercoledì • Giovedì I settore 25€, II settore 18€, III settore 15€ - Venerdì • Sabato • Domenica I settore 33€, II settore 26€, III settore 18€ - Under 29 18€ valido per tutte le repliche (miglior posto disponibile al momento dell’acquisto) - *Ridotto venerdì e sabato I settore 30€, II settore 23€
Durata: 120 min.