Devil Angelo: «Le mie canzoni sono dettate dal cuore». Intervista 

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Angelo Autorino, in arte Devil Angelo, è un giovane rapper partenopeo che si è fatto conoscere dal pubblico per il suo talento e il suo modo originale e mai banale di mettere nero su bianco le sue emozioni.
La musica è sempre stata un punto fermo nella sua vita e grazie alla sua determinazione, è arrivato a oggi a collaborare con dei pilastri delle scene musicali rap.
Seppur giovanissimo, si è trovato a dover fare una scelta molto importante riguardo al suo percorso artistico, infatti, era stato selezionato sia per il girone giovani di Sanremo sia come allievo nella scuola di Amici e la sua scelta è ricaduta su quest'ultima.
Finita l'esperienza televisiva, si è catapultato in sala d’incisione per produrre il suo album anticipato dal singolo Disordine che, a pochi giorni dall'uscita, sta già spopolando sulle piattaforme.
Quando nasce la tua passione per la musica?
«È iniziata molto presto. Non saprei dirti quando di preciso ma la musica, ha sempre avuto un effetto "ipnotico" verso di me. Passavo le giornate intere davanti a MTV ad ascoltare le Hit del momento. Il rap mi ha sempre affascinato in maniera particolare rispetto agli altri generi musicali, ma ciò non toglie che ho da sempre apprezzato qualsiasi tipo di musica».
C'è qualche artista che ha influenzato il tuo stile musicale?
«Credo più di uno... sicuramente Fabri Fibra, é stato colui che mi ha influenzato di più e che mi ha spinto verso questo genere musicale. Sono cresciuto ascoltando e "consumando" il suo album "Mister Simpatia". Ancora oggi, lo reputo uno degli artisti più forti della scena Rap Italiana».

                  
Oltre a essere un cantante sei anche l'autore dei tuoi brani, come ti sei approcciato anche alla scrittura?
«Non è stata una ricerca ossessiva la mia. Non mi sono mai seduto per "scrivere una canzone". Scrivevo ovunque e lo facevo anche con una certa naturalezza. Iniziai a canticchiare ciò che scrivevo su qualche beat che girava su YouTube (avevo circa 15 anni). Erano tutte canzoni e nemmeno lo sapevo. Erano già composte di strofe, bridge e ritornello. L'idea di poter pubblicare la mia arte su qualche piattaforma digitale, inizialmente, mi terrorizzava, poi ho capito che ciò che sento dentro e ciò che vivo, va cantato e urlato alle persone. Così, da solo, ho trovato il coraggio di mettermi a nudo. Prima della pubblicazione di un pezzo, tremo dall'ansia e dalla paura però dopo, mi sento meglio. Così faccio del bene a me stesso e alle persone che mi ascoltano. Credo sia la cosa più bella del mondo».
Quale messaggio vuoi trasmettere con le tue canzoni?
«Ogni mio pezzo, è un viaggio diverso. Parlo di ciò che vivo e vorrei che le persone entrassero nella mia dimensione. Ho scritto pezzi contro il bullismo e un altro contro la violenza sulle donne. I messaggi variano in base alla scrittura. Vorrei donare un sogno a chi non ce l'ha o comunque, dare speranza a chi l'ha persa col tempo per colpa della realtà».
C'è stato un momento, dove hai capito che la musica era la tua strada e che poteva diventare un lavoro?
«Sì, ci penso tutti i giorni. Il momento esatto non esiste. Bisogna avere costanza e crederci sempre. Credo molto nel destino e in me. Farò questo per il resto della mia vita».
Ti sei trovato a dovere fare una scelta importante, perché avevi passato sia le selezioni di Sanremo giovani sia quelle di Amici. È stato difficile? Perché hai preso una strada piuttosto che l'altra?
«Mamma mia! È stata una scelta difficilissima. Mi sono ritrovato in semifinale a Sanremo e dopo qualche giorno, nella scuola di Amici per sostenere un provino. Seguo molto il mio istinto e la mia è stata una scelta dettata proprio da lui. Inoltre, Amici è una scuola che ti permette di crescere a 360° ed io avevo bisogno di una tale crescita. Non ho mai frequentato una scuola di canto. Lì avevo l'opportunità di studiare e di crescere a livello artistico». 
Ti sei pentito della scelta che hai fatto?
«Assolutamente no... Non esistono scelte giuste o sbagliate. Qualsiasi strada avrei intrapreso, mi avrebbe dato comunque un grandissimo insegnamento». 

              
È uscito il tuo nuovo singolo "Disordine", ce ne parli?
«Disordine è come un figlio. Ogni mio singolo é come se fosse un figlio per me. È un pezzo nato dal "disordine" che avevo e che ho ancora dentro di me. Quella notte era così silenziosa, ma c'era così tanto "Caos" dentro di me. È quasi un "vomitare" di sensazioni. Ha scritto la mano ma come sempre, il cuore ha dettato il testo. Disordine è indubbiamente uno dei pezzi più belli che io abbia mai scritto». 

Hai intrapreso un nuovo progetto musicale in collaborazione con due grandi artisti delle scene rap. Com’è avvenuto questo progetto?
«Ritornando al destino... praticamente, tempo fa, decisi di fare un Contest. Questo Contest fu lanciato da AWLAB. Mi presentai al Vomero, a Napoli, per esibirmi all'interno di un negozio. Finita la mia esibizione, si avvicinò in maniera tempestiva un ragazzo che aveva appena finito di ascoltarmi. Lui è Massimiliano Vecchi, ci conoscemmo proprio in quell’occasione. Mi disse che lavorava per l'etichetta di Jake La Furia e Big Fish,  si complimentò per la mia esibizione ed io ero praticamente al settimo cielo. Dopo qualche settimana, mi chiamò per comunicarmi che tra i 2.500 iscritti al Contest, io ero tra gli 8 Semifinalisti.  Non riuscivo a crederci! Alla fine, arrivai secondo ma fu una delle esperienze più belle della mia vita». 
Hai mai dovuto rinunciare a qualcosa per seguire il tuo sogno nel campo artistico?
«Sì e lo sto facendo ancora». 
Ci puoi anticipare qualcosa dei tuoi progetti?
«Sicuramente, usciranno altri singoli e poi, probabilmente, uscirà il mio primo album... Un sogno». 


L'augurio che fai a tutti i giovani che vogliono intraprendere questo percorso e soprattutto a te stesso?
«Auguro a tutti voi, di non smettere mai. Di vivere appieno ogni singolo momento della vostra vita. Ringraziate chi vi fa del male e chi non crede in voi, non provate rancore per loro. Saranno proprio loro a stringervi la mano un giorno. Credete sempre in voi stessi e amate ciò che avete e chi avete intorno. Auguro a me stesso di restare ciò che sono. Di scrivere per star bene e per far star bene gli altri».