“Tre fiammiferi accesi uno per uno nella notte/ Il primo per vederti tutto il viso/Il secondo per vederti gli occhi/Il secondo per vederti gli occhi/L’ultimo per vedere la tua bocca/E tutto il buio per ricordarmi queste cose/Mentre ti stringo tra le braccia”. Jacques Prèvert (1900-1977)
Al Teatro Nuovo di Napoli, purtroppo, solo per una sera è andato in scena lo spettacolo I ragazzi che si amano di e con Gabriele Lavia ispirato alle poesie di Jacques Prèvert con musiche di Giordano Corapi, poiché sono state sospese tutte le attività teatrali fino al 3 aprile in ottemperanza al Decreto Ministeriale emanato in data 4 marzo per contrastare e contenere la diffusione del COVID-2019 su tutto il territorio nazionale.
Ecco come lo stesso Lavia spiega lo spettacolo:«Prèvert non vuole essere diverso da noi, non vuole farsi notare. É vestito di grigio. Porta impermeabile e cappello. É un poeta estremamente complesso che ha attraversato tanti momenti diversi e che ha voluto usare le parole di tutti i giorni per esprimere concetti profondi… Chi sono i ragazzi che si amano? Siamo noi. E chi ha provato questo amore così violento, così fragile, così tenero, così disperato? Siamo sempre noi. E tutto questo è detto semplicemente, senza distanze, né soggezione, né alcuna sacralità».
A sipario aperto gli spettatori vedono alcuni lampioni, una panchina di colore verde, un attaccapanni, un tavolo con alcune sedie sul quale troneggia un vaso con fiori variopinti, a terra tante feuilles mortes…
Da una quinta appare Prèvert-Lavia che chiede al pubblico presente in sala: “Dove siamo? “Tutti rispondono : “A Parigi! “…” Ma no… siamo a teatro “, il luogo magico per eccellenza dove tutto può accadere con la forza dell’immaginazione , sapientemente guidati da un attore grande, immenso che ci accompagna in questo viaggio straordinario fatto di emozioni, fragilità, tenerezza, nostalgia, memoria e tanta, tanta poesia e filosofia.
Da subito ci accorgiamo che Prèvert-Lavia sente la necessità di dialogare con gli spettatori e portarli a riflessioni profonde sul sentimento dell’Amore scomodando filosofi e pensatori, in particolare quelli legati all’esistenzialismo francese. Ci rendiamo conto che il viaggio sarà lungo e affascinante e le Paroles sono solo un pretesto per ribadire la potenza di un sentimento che non si può incatenare né forzare. Si fa strada con prepotenza il concetto di Amore come unica salvezza del mondo, un Amore agognato, sofferto, tradito ma sempre cercato, un Amore puro come quello dei ragazzi che si amano, estraniati dal mondo e dimentichi di tutto e un Amore maturo fatto di complicità e tenerezza… I ragazzi che si amano, les enfants qui s’aiment sono les enfants de la Patrie con tutta la loro carica rivoluzionaria.
I personaggi delle poesie di Prèvert siamo noi anche se non siamo mai andati a Parigi, non ci siamo mai seduti sulle panchine delle Tuileries o dei giardini del Lussemburgo, non ci siamo mai recati in un bistrò a gustare una soupe à l’oignon, o fumato le mitiche Gauloises e sorseggiato Pernod o ancora passeggiato sul lungosenna respirandone l’aria rarefatta e frizzante. O forse ci siamo stati in un’altra vita, chissà!
Una sola immagine resta in questo flusso di ricordi vissuti e non vissuti. Parigi, 9 marzo 1950. Il bacio più famoso della storia della fotografia ovvero Le baiser de l’Hotel de Ville di Robert Doisneau che riesce a descrivere senza parole la potenza dell’Amore più di ogni altra cosa, ancor più degli ingenui fidanzatini di Raymond Peynet.
Una sola canzone cantata a bassa voce… Les feuilles mortes … Ed ecco:Yves Montand e Simone Signoret,l’algida Giuliette Grèco, il grande Serge Reggiani, l’armeno Charles Aznavour innamorato di Edith Piaf il Passerotto, il prorompente Gilbert Bècaud e l’insuperato Jean Gabin…
I versi di Prèvert si prestano a un’interpretazione musicale degna dei più famosi chansonniers perché ne assecondano il ritmo, la cadenza, la melodia.
Solo un grande attore, ovvero Gabriele Lavia poteva darci il senso pieno della luce salvifica e totalizzante dell’Amore che dà un significato alle nostre esistenze e contribuire a farle scorrere con serenità.
Qualcuno ha detto che la Bellezza salverà il mondo, ma la Bellezza è negli occhi di chi guarda e il concetto di bello è soggettivo nel senso che ciò che può essere bello per una persona può non esserlo per un’altra. Ciò che salva e salverà il mondo è l’Amore perché esso risiede nel cuore di tutti e tutti amiamo in egual modo.