Giulia Lupetti ha conquistato l'America. La bellissima attrice e modella romana si è trasferita a Los Angeles, dove vive attualmente e il suo ultimo film internazionale è “Clique”, di prossima uscita, in cui non ha solo recitato, ma ha ricoperto anche il ruolo di script supervisor. Il suo curriculum vanta collaborazioni con attori internazionali e tra i suoi progetti c'è anche l'apertura di un’associazione a sostegno degli animali randagi.
Il tuo è il classico esempio di chi va in America a cercare fortuna e la ottiene. Quando e perché hai deciso di iniziare il tuo percorso artistico lasciando il nostro paese?
«Da sempre è stato il mio più grande sogno venire a vivere in America, fin da quando ero piccola, la decisione e l'occasione effettiva è capitata nel 2016-2017 quando sono venuta a Los Angeles per frequentare l'Ivana Chubbuck Studio. Il perché ho deciso di andarmene via, è stato, fondamentalmente, il mio grande amore per l'America e la volontà di potermi mettere alla prova e superare le mie paure.»
Quali differenze hai riscontrato tra la cinematografia italiana e quella americana?
«Le differenze sono abissali per moltissimi motivi. Io mi trovo meglio adesso, ma credo sia perché funziono meglio come persona, con questo tipo di mentalità e stile di vita.»
Hai recitato accanto ad attori internazionali come Virgilio Castelo e Sao James Duval. Ci racconti questa esperienza?
«Recitare in Portogallo al fianco di due attori di tale importanza come Virgilio Costelo e Sao Jose Correia, nella loro patria è stata un’emozione bellissima, oltre che un’esperienza unica sotto moltissimi aspetti. Anche il dover recitare in Portoghese, una lingua che, peraltro, ho iniziato a conoscere solo dopo aver girato il film, mi ha conferito molta più sicurezza e sicuramente è stata una bellissima sfida con me stessa. Per quanto riguarda James Duval e John Savage, abbiamo girato nelle Marche, una regione alla quale sono molto legata, per di più poter girare con attori del loro calibro con un ruolo, quello di Claudia, costantemente a contatto con gli animali, è stato un vero e proprio sogno che diventava realtà.»
Parlaci, appunto, di Claudia, del tuo ruolo nel film Mission Impossible…
«Claudia è la direttrice di un ranch, ama molto gli animali, il lavoro che ha scelto non è stato per avere soldi a fine mese o per un’imposizione, piuttosto, la sua intera vita è caratterizzata dalla presenza di animali e dal suo amore incondizionato verso di essi e mi sono ritrovata moltissimo in alcuni aspetti di questo personaggio. La possibilità di avere girato scene a cavallo è una vera e propria gioia per me, sono fortunata per aver potuto interpretare un personaggio cosi vicino alla mia personalità.»
Sei anche un’influencer. Che rapporto hai con i social?
«Il mio rapporto con i social è buono, mi piacciono, non sono una di quelle persone che ama avere sempre il telefono in mano o che richiede costantemente foto, anche se a volte devo farlo. Preferisco usare i social in maniera sana, amo essere presente quando sto con le persone e quando parlo dal vivo con qualcuno, non mi piace avere distrazioni.»
Stai lavorando a un bellissimo progetto:aprire un’associazione a sostegno degli animali randagi. Com’è nata quest’idea?
«L'ho iniziato in Italia, ho dovuto rallentare le cose per via del mio trasferimento, ma, in realtà, al momento sto valutando la possibilità di realizzare la mia idea qui. Anche se mi occupo degli animali, infatti, lavoro come volontaria presso gli Shelter di Los Angeles, mi occupo anche di fare fostering, ovvero una sorta di affidamento temporaneo per quegli animali che, a causa del sovraffollamento degli shelter, non possono essere ospitati o, comunque, animali che sono feriti e hanno bisogno di più attenzioni o anche cuccioli.
Amo profondamente gli animali e spero sempre di poter fare qualcosa in più per loro, mi colpisce la loro profonda sensibilità, la loro intelligenza e lealtà, provo onestamente molto dispiacere quando mi rendo conto di quello che gli esseri umani sono capaci di fare su degli esseri così innocenti. Collaboro anche con un’associazione che si chiama WILD AID e che si occupa della salvaguardia degli animali selvatici, tra cui rinoceronti, elefanti, squali, tartarughe. Apprezzo moltissimo il compito che svolgono nella lotta contro il bracconaggio, spero che, prima o poi, tutte queste torture insensate possano terminare.»
Pensi mai di tornare in Italia definitivamente? Cosa ti manca di più?
«Assolutamente no. Non ho alcuna intenzione di tornare, se non come turista e per salutare la mia famiglia e i miei amici che, comunque, vedo molto spesso. Ciò che mi manca di più sono i miei animali domestici con i quali non posso purtroppo parlare al telefono (ride).»
Foto di Adriano Cecchetto