«La mia bellezza è come se fosse una cosa, una borsetta, un foulard che porto con me. Ne parlo con nessun vanto». Ilaria Occhini

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«La mia bellezza è come se fosse una cosa, una borsetta, un foulard che porto con me. Ne parlo con nessun vanto». Ilaria Occhini

Nel firmamento delle attrici italiane, Ilaria Occhini, occupava un posto di prima grandezza, ma discreto come si confà ad una signora bella, colta, elegante, di gran classe.
Figlia dello scrittore Barna Occhini, nipote per parte di madre di Giovanni Papini e sposata con lo scrittore di "Ferito a morte", Raffaele La Capria dal 1966, era nata a Firenze il 28 marzo 1934.
Si affermò giovanissima in televisione negli sceneggiati diretti da Anton Giulio MajanoL'Alfiere e Jane Eyre. Nel 1957 debuttò in teatro nell'Impresario delle Smirne di Carlo Goldoni con la regia di Luchino Visconti e ancora Ronconi e Patroni Griffi.
Il grande pubblico la ricorda nella fiction Provaci ancora prof dove rivestiva il ruolo della madre di Veronica Pivetti e nel film Mine vaganti di Ferzan Ozpetek che le valse un David di Donatello.

                              

Insieme a sua figlia Alexandra si occupò anche dei vigneti di sua proprietà vicino Arezzo "La Striscia" e si candidò nelle liste del Partito Radicale e poi con la lista Prolife di Giuliano Ferrara.
A maggio per i suoi 65 anni di carriera è stato proiettato in anteprima nazionale il documentario "L'intelligenza del cuore", sceneggiatura e regia di Mauro Concitatori: un ritratto intenso e intimo dell'attrice scomparsa.
Vi consigliamo di leggere la sua autobiografia intitolata: La bellezza quotidiana. Una vita senza trucco. Ed.Rizzoli 2016.
Grazie Ilaria, donna dal fascino senza tempo e attrice raffinata!