Oscar Wilde disse:«Date alle donne occasioni adeguate ed esse saranno capaci di tutto».
Il femminismo in Italia nasce nel periodo rinascimentale, in seguito a idee teoriche sviluppate da scrittrici italiane, volte all'uguaglianza di genere, ed è certo inconcepibile come ad oggi non si sia ancora raggiunta.
È il pregiudizio sulle donne che, da sempre, ha impedito il raggiungimento della parità di sesso.
Nel corso degli anni le giuste occasioni ci sono state, infatti, la storia ci ha dimostrato che, quando le donne ricoprono ruoli importanti, ne sono ampiamente all'altezza, anche più degli uomini, forse sono state ancora troppo poche.
Cosa sarebbe successo se la storia fosse andata diversamente, cosa sarebbe successo se fosse stato l'uomo a dover stare a casa a crescere i figli, vivremmo forse in mondo migliore?
La risposta a questa domanda la possiamo cercare nel cortometraggio In Her Shoes della giovane regista italiana Maria Iovine presentato al Social World Film Festival di Vico Equense, vincendo il premio come miglior documentario, premio riconosciuto dalla “Giuria Critica” composta da membri della stampa.
«È un corto che parla di parità di genere – racconta Maria – ho immaginato un mondo ribaltato in cui le donne sono al potere e gli uomini restano a casa a fare i mestieri di cura, che sono solitamente destinati alle donne e guardando il materiale d'archivio ho scoperto delle cose che non avrei mai potuto immaginare».
Il cortometraggio è stato pubblicato a gennaio di quest'anno ed è stato presentato a circa 20 festival, tra i quali anche Visione Italiane della Cineteca di Bologna dove ha ricevuto una menzione speciale “per l’ironia e la libertà con la quale ha dato vita ad un immaginario narrativo, personale e sovversivo utilizzando il materiale d’archivio. Diamo anche una menzione speciale al suo papà che l’ha educata ad una parità ancora non è scontata.”
In attesa del prossimo lavoro di Maria Iovine continuiamo con lei ad abbattere il muro del pregiudizio.