É il lontano 1947 quando una ragazzina di appena 16 anni vince il concorso di Miss Italia, a Stresa. All’epoca andavano di moda le maggiorate ovvero donne dalle forme prosperose, capaci di infondere con il loro aspetto quella rassicurante serenità di mogli e madri, votate alla cura della casa e agli affetti familiari.
Lucia Bosè ha invece negli occhi e nel portamento quell’inquietudine da donna moderna, libera e indipendente tanto da far esclamare ad un ammirato Luchino Visconti, cliente affezionato e goloso della Premiata Pasticceria Galli di Milano, dove Lucia è stata assunta da poco come commessa:”Signorina, lei potrebbe diventare un animale cinematografico”. Ed infatti la raccomanda a Michelangelo Antonioni per Cronaca di un amore. Per la verità la signorina Lucia Borloni (Bosè è il cognome della madre Francesca) ha debuttato, sempre nel 1950, con un altro famoso regista Giuseppe De Santis in Non c’è pace tra gli ulivi. Da questo momento in poi con una buona dose di incoscienza propria della giovinezza e con una naturale predisposizione a carpire i segreti del mondo cinematografico, Lucia riesce a diventare un’icona di stile e a trasformarsi in una delle donne più affascinanti e seducenti. Il suo nome è sulle bocche di tutti al pari della Lollobrigida, della Loren, della Mangano, della Pampanini… E lavora con registi del calibro di Luciano Emmer (Le ragazze di Piazza di Spagna 1952), Luis Buñuel (Gli amanti di domani 1956), Paolo e Vittorio Taviani (Sotto il segno dello scorpione 1969), Federico Fellini (Satyricon 1969), Mauro Bolognini ( Metello 1970), Liliana Cavani, Francesco Rosi, Ferzan Ozpetk, Roberto Faenza...
A ventiquattro anni conosce l’amore della sua vita: il famoso torero Luis Miguel Dominguín dal quale ha tre figli: Miguel, Paola e Lucia. Si separeranno per i numerosi tradimenti di lui:”Uno che recita più di tutti gli attori che ho incontrato”. Ma il marito, osannato dalle folle, le permette di fare conoscenza con Pablo Picasso, Ernest Hemingway, Jean Cocteau… “Non mi piace guardarmi alle spalle. Ho vissuto momenti unici ma ho anche sofferto molto e l’allegria e la tristezza le prendo per buone. In fondo le risa e il pianto di quei giorni hanno formato la persona che sono oggi”. Ma si può fare a meno dell’amore di un uomo ma non della Terra che ti ha accolto da giovane, la Spagna con i suoi profumi, il suo clima dolce e temperato, la gente che ti ha permesso di vivere anche lontano dai riflettori per molto tempo, dedicandoti ai figli, alla casa, alle amicizie, prima fra tutte quella con Picasso che tiene sulle ginocchia il piccolo Miguel e scarabocchia con lui figure di tori e colombe su fogli di quaderno…
Ed ecco che Lucia si stabilisce definitivamente in un paesino di montagna nei pressi di Segovia, tinge i suoi corti capelli di blu e realizza nel 2000 a Turègano il suo sogno di gioventù: aprire il primo museo del mondo dedicato agli angeli.
Ieri, suo figlio Miguel ha postato una foto di sua madre su Instagram con un semplice ma folgorante commento:”Cari amici vi informo che mia madre Lucia Bosè è appena morta. Riposa già in un posto migliore”.
L’ultima apparizione pubblica in Italia di Lucia Bosè alla Festa del Cinema di Roma per presentare la sua biografia scritta con Roberto Liberatori per le Edizioni Sabinae che noi di The Cloves Magazine vi consigliamo di leggere.