Storie di donne... Rosa.

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Storie di donne... Rosa.

Vieni! 
È un invito nel mio mondo ma togliti le scarpe e girati di spalle..
Ti dirò io quando potrai guardarmi.
Prova prima ad ascoltare perché ho il brutto vizio di nascondere con i gesti la tristezza delle mie giornate.
Mi aggrappo a ciò che non esiste.

Ho un unico ricordo di mio padre: ero piccola, seduta sulle sue gambe mentre lui guidava la macchina.
Che cosa strana! 
È l'unico ricordo eppure ne sento il peso della mancanza.
Mia madre al contrario di mio padre c'è stata, ma in un modo strano. 
I miei amici ricordano che la mamma leggeva loro le favole prima che si addormentassero.
La mia, ogni sera, mi lavava le ginocchia e i gomiti con una spugnetta verde. 
Hai presente quella che si usa per lavare i piatti? 
Ecco, con la parte più ruvida, perchè io ho la pelle un po' più scura di lei e proprio in quei punti, quando la pelle si ripiegava, sembrava quasi fosse sporca. 
Lei strofinava proprio lì. 
Con forza. 
Credo che anche questo fosse amore.  
Forse.
Ancora oggi ho difficoltà nel comprendere cosa lo sia e cosa no.

Abbracciare.
Per tutti sembra sia la cosa più semplice da fare.
Per me è una delle cose più difficili.
Ci si lascia andare in un abbraccio e io non sono ancora pronta a farlo. 
Si entra in un altro mondo.
Il mondo dell'altro. 
Io non sono in grado di sopportarlo, un altro mondo.
Eppure tutti pensano di esserci, nel mio.
Ma pochi mi hanno abbracciata.
 
Hai mai provato a chiedere ai tuoi occhi di mentirti?
Io l'ho fatto per una vita intera.
Tutti vedevano cosa mi succedeva, tranne me.
Non ne sono capace.
Neanche di lasciarmi andare.
Forse perché quando l'ho fatto sono stata privata di tutto.
Una carezza.
Uno sguardo.
Un sorriso.
Una parola.
Mi hanno tolto me.
Nello specchio, quando trovo il coraggio per guardarmi veramente non mi riconosco..
Quella non sono io.

Non so se sono stata amata.
Non so neanche se sono in grado di farlo.
Ma sto provando a cambiare, anche se non so se sia il modo giusto per farlo.
Forse ho solo bisogno di qualcuno che mi faccia sentire al sicuro.
Così da poter mollare la presa.
Così da lasciarmi andare.
Magari smetterei di dormire con il pollice in bocca come fosse il ciuccio di quando ero bambina.

Ci sto provando 
Mi chiamano Rosa, dicono che ho 37 anni ma io ancora oggi non so chi sono.
 
Ora puoi girarti... 
Prova a guardarmi. 
Riesci a vedermi?
 

Storie di donne, Rosanna Pannone

 

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