Sfregiata.
Così mi vedo se mi soffermo a guardare.
Mi specchio solo per truccarmi.
Cerco di non rimanere mai ferma.
Impegno ogni istante delle mie giornate.
Quando non ho nulla da fare, dormo per non pensare.
Ma sono stanca.
Ora, dopo tanto, vorrei cadere.
Tu mi guardi fisso e mi chiedi cosa ho.
E nonostante io ti ripeta che l'unica cosa che ho è che mi sento sola, non capisci.
Continui a non capire che anche io ho bisogno di appoggiarmi a qualcuno qualche volta.
Ogni tanto.
Ogni tanto vorrei riuscire a respirare senza pensare a ciò che devo fare.
Vorrei poter sprofondare nelle lacrime senza doverle asciugare in fretta per non farmi vedere da qualcuno.
Vorrei poter star male veramente e respirare a singhiozzi senza riuscire a fermarmi.
Con qualcuno che mi accarezzi come faceva lei.
Solo una volta.
Vorrei cadere senza dovermi rialzare da sola.
Vorrei poter piangere e non dovermi aggiustare il trucco prima di uscire dal bagno.
Vorrei non dover prendere un bel respiro e calmarmi prima di rispondere a telefono, ma poter continuare a piangere.
E allora maledico tutto il cielo per essersi preso il mio equilibrio troppo presto.
Sono satura.
Satura di tutto ciò che mi circonda.
Non sopporto più le mie giornate costruite.
Vorrei lasciarmi andare.
Solo una volta.
Vorrei avere il potere di fermare il mondo.
Le persone.
Le macchine.
I rumori.
Vorrei camminare a piedi nudi in mezzo alla strada e fermare tutto ciò che ho intorno, tranne il vento, quello lo vorrei sentire urlare forte, così forte da coprire le mie, di urla.
Vorrei non dover essere sempre quel fottuto piede del tavolo che lo regge in piedi.
Vorrei non dover essere più la spalla di qualcuno.
Perchè per una volta, quella spalla, la vorrei io.
Per appoggiarmi.
Per lasciarmi andare.
Solo una volta.
E allora piove.
E ecco le mie lacrime.
E tuona.
E ecco le mie grida.
Sono bagnata.
Fradicia.
Il trucco è sciolto e io non ho più voce.
Finalmente sono caduta.
Un po' più libera.
Un po' più leggera.
Sono Paola, ho 38 anni e la mia spalla, quella su cui potermi appoggiare, l'ho trovata sempre e solo all'inizio del mio braccio.
Storie di donne, Rosanna Pannone.
Se anche tu vuoi essere uno dei protagonisti dei mie racconti, scrivimi: dottorecaffe@gmail.com
mettendo in oggetto "Storie di donne".
Mantenendo l'anonimato o, se vorrai, taggandoti, racconterò la tua storia, il tuo vissuto, la tua vita.