Marcella: 50 anni di “Bella” musica!

- di

Marcella: 50 anni di “Bella” musica!

ROMA | Amatissima icona della canzone italiana, Marcella Bella ha celebrato, lunedì 15 aprile, le sue nozze d'oro con la musica e ha deciso di festeggiarle con un grande concerto – che ha registrato il tutto esaurito – al Teatro Brancaccio di Roma dove, insieme alla famiglia, agli amici e al suo pubblico, ha ripercorso i primi cinquant'anni della sua luminosa carriera. Preludio a questi festeggiamenti – di cui il concerto al Brancaccio ha segnato solo l'inizio – sono stati il tour nei teatri (che nell'ultimo anno ha toccato città come Catania, Lecce, Reggio Calabria e Napoli) e il suo ultimo lavoro discografico, Metà amore metà dolore (2017). Grande successo, quindi, per il concerto (primo del tour che toccherà, nei prossimi mesi, le principali città del Centro e Nord Italia tra cui Milano, Bologna e Verona) dove Marcella, in ottima forma come sempre e accompagnata da un'orchestra di venti elementi, ha incantato gli spettatori per oltre due ore. Il pubblico ha iniziato ad affollare l'ingresso del Teatro Brancaccio già un'ora prima dell'inizio del concerto, lo stesso pubblico che, ormai da cinquant'anni, la segue, la ama e diventa sempre più folto, aumentando a ogni nuova generazione, perché la voce e il repertorio di Marcella sono senza tempo. Poco dopo l'orario stabilito, le luci in sala si spengono e il primo applauso arriva subito, forte e sincero, quando l'inconfondibile voce della cantante, a sipario ancora chiuso, intona a cappella le prime note di Mi...ti...amo (1973), per la gioia e con sorpresa degli ammiratori più affezionati che, da anni, speravano di riascoltare dal vivo questo meraviglioso brano.

Foto di Danilo D'Auria

Appare elegantissima, con un abito rosso e nero, sorridente ed emozionata. E s’intuisce da subito che lo spettacolo sarà un vero e proprio viaggio musicale all'interno della sua carriera che racconterà, tra il passato e il presente, dagli esordi a oggi, attraverso i suoi brani più famosi, condividendo anche, durante lo spettacolo, i momenti più emozionanti della propria vita di artista e di donna, accompagnando la platea con la simpatia e l'allegria genuina che da sempre contraddistinguono l'artista. Il racconto inizia con la proiezione di un video d'archivio, tratto da Telecanzoniere '70, dove Marcella canta Il pagliaccio (1969), lato B del suo primo 45 giri inciso. «Pensate – dice commentando il filmato – avevo meno di sedici anni. Che ne dite di cominciare questo viaggio con un tenerissimo abbraccio?». E, inevitabilmente, canta la dolcissima Abbracciati (1977) seguita dalla più popolare Canto straniero (1981) che «è una canzone – ricorda Marcellasulla incomunicabilità della coppia, perché non sempre in amore ci si comprende. Sto insieme a mio marito da quarant'anni, qualcosa ho imparato e ve lo posso dire». Il brano successivo, Io domani (1973) – con il quale si classificò prima al Festivalbar '73, in ex aequo con Minuetto di Mia Martini –, è accolto con un applauso ancor prima che venga cantato, basta solo la copertina del disco proiettata sullo schermo, e dopo confida al pubblico «la passionalità è sempre stata una costante nella mia vita, d'altronde sono nata ai piedi di un vulcano».

           

             Foto di Tony Toscano

Il viaggio musicale continua con Rio de Janeiro (1981) – un classico di quegli anni che restituisce le atmosfere di un Brasile sensuale e vitale – e Nessuno mai (1974), brano che le valse il premio Gondola d'oro alla Mostra internazionale di musica leggera a Venezia e che il gruppo Boney M. tradusse in inglese (Take the Heat off Me, 1976) facendolo diventare un successo planetario; a sorpresa, all'inizio del brano, entra in scena Silvia Salemi – una delle due ospiti annunciate – e insieme, come avevano già fatto in una puntata del programma di Rai1, Ora o mai più, infiammano la platea, regalando un meraviglioso e collaudato duetto, e dimostrando forte grinta e complicità. Poi è il momento di Tanti auguri (1987), Una grande passione (2007) – questo brano, che dedica al marito Mario Merello, è stato fortemente voluto dall'affezionatissimo Fan Club – e poi E se qualcuno (1990), canzone che i fratelli Gianni, Antonio e Rosario scrissero per lei come regalo di matrimonio. Lascia per pochi minuti il palco, il tempo di un cambio d'abito, mentre scorrono le immagini d'archivio tratte da Canzonissima '72/'73 dove canta Un sorriso e poi perdonami (1972). Rientra in scena recando in mano un coniglietto bianco di peluche; sullo schermo, nel frattempo, le immagini di Sanremo '72 dove Mike Buongiorno, affiancato da Sylva Koscina, annuncia l'unica debuttante ammessa alla finale, “una giovane ragazza di origine siciliana, si chiama Marcella”. E così partono le note di Montagne verdi, il brano più rappresentativo della carriera di Marcella e che viene cantato in coro – inutile sottolinearlo – da tutto il pubblico, al quale, affettuosamente, l'artista lancia il coniglietto di peluche alla fine della canzone. Dopo gran parte dedicata ai successi, spaziando nei vari decenni, è il momento di dare risalto anche a due brani più recenti, Lovin' you e Ancora un po', tratti dall'ultima fatica discografica del 2017, Metà amore metà dolore, un progetto prodotto da Mario Biondi e dal risultato molto raffinato, che ha donato a Marcella nuova energia e un inedito stile da lei stessa definito soul-pop. Ma subito si ritorna ai brani più noti e arriva Uomo bastardo, canzone con la quale Marcella partecipò al Festival di Sanremo del 2005 e che le dà occasione di confidare al pubblico «a noi donne piacciono gli uomini un po' bastardi, dobbiamo ammetterlo, siamo attratti da loro. Ma bisogna stare attenti... mai violenza!». Seguono, sugli applausi, le prime note de L'ultima poesia (1986), il capolavoro che fu inciso in duetto col fratello Gianni, autore del brano assieme a Mogol; ma, per questa occasione, è stato scelto per duettare con Marcella da Donatella Rettore – seconda ospite della serata – che entra sul palco dopo la prima strofa, accolta dal calore del pubblico, felice di rivedere, finalmente, le due artiste di nuovo insieme. Poi arriva il momento di ballare con Fa chic (2002), dove Marcella è accompagnata dal corpo di ballo diretto da Alex La Rosa, che ha curato anche le coreografie dell'ultimo tour.

        

        Foto di Tony Toscano

Dopo un altro filmato d'archivio, il brano Baciami tratto da Zim Zum Zam '81, che permette alla festeggiata di fare l'ultimo cambio d'abito – il look più glamour della serata, tutta color lampone, paillettes e un tulle che indossa sulle spalle che cade fino ai piedi, come un mantello -, è il momento di Dopo la tempesta, uno dei brani più amati dai fan della nostra Marcella col quale partecipò al Sanremo '88, classificandosi al quarto posto. Ma oramai siamo quasi alla fine del concerto, il pubblico è carico di energia, ha assorbito ogni singola emozione ed esplode in una calorosissima standing ovation quando, con un virtuosismo vocale straordinario, la cantante esegue Senza un briciolo di testa, il brano che le fece conquistare il terzo posto al Sanremo '86. Immancabile l'esecuzione di Nell'aria (1983), tra i successi più rappresentativi e audaci degli anni '80, scritto da Mogol e Gianni Bella. A quest'ultimo è dedicato il momento finale del concerto, la sua voce in video canta la prima parte de Il profumo del mare (brano col quale partecipò al Sanremo 2001) continuata poi da una emozionatissima Marcella che, al termine del pezzo e sul fragore degli applausi del pubblico, va in quinta ad accogliere l'ingresso in scena di Gianni Bella. Ed è nuovamente standing ovation: dovuta, sincera, sentita e che commuove il cantautore fino alle lacrime mentre Marcella gli dice, anch'essa commossa, «tutte le canzoni che hai scritto, quando le canto io, è come se le cantassi tu!». Ritornano sul palco Donatella Rettore e Silvia Salemi per uno splendido terzetto, L'emozione non ha voce, la canzone che Gianni Bella scrisse nel 1999 per Adriano Celentano e che, racconta Marcella, «al primo ascolto avrei tanto voluto fosse stata scritta per me. Ma non fu così, quindi, la canto ora assieme alle mie due amiche». Vanno via, lasciano tutti il palco sugli applausi ininterrotti, a questo punto sarebbe ora di lasciare le poltrone, ma il pubblico non ci pensa proprio, acclama l'artista a gran voce, con il battito ritmato delle mani e al grido di “Mar-cel-la, Mar-cel-la...”. Lei non si fa attendere, torna in scena per i bis, sorridente nonostante la stanchezza. Le arriva sul palcoscenico anche un meraviglioso fascio di cinquanta rose rosse, una per ogni anno di carriera, donatole dal suo amato Fan Club (guidato dal prezioso Tony Toscano) e che la segue in tutti i suoi concerti. Poi chiede:«Quale canzone vorreste riascoltare?» e, mentre dalla sala si levano voci che elencano molti brani, anche tra quelli non eseguiti, su tutti vince Io domani. Conclude definitivamente il concerto col brano Aria latina, che nelle ultime settimane spopola nelle radio, la nuova rivisitazione dalle sonorità latino-americane del suo celebre successo Nell'aria, mentre tutto il pubblico è in piedi, sotto il palco a ballare e cantare. Si ritorna a casa, grati e felici di aver partecipato a uno spettacolo emozionante, di aver viaggiato tra ricordi, musica e narrazioni visive dei successi di ieri e di oggi, accompagnati dall’energia frizzante che la tanto applaudita cantante di Montagne verdi ha espresso con il suo sorriso e l’inimitabile presenza scenica, allegra e coinvolgente. Marcella Bella si conferma – come già sapevamo e a ragione – una delle signore della canzone italiana e tutte le nuove generazioni di artisti e cantanti dovrebbero prendere esempio dalla sua eccezionale carriera per la quale facciamo a lei tanti auguri e a noi auguriamo che possa continuare a regalarci grandi successi e ancora tante emozioni. Grazie Marcella, tanti auguri a te e a noi!