È uscito il 4 settembre scorso ma fa capolino ancora in tutte le librerie il libro cult di Caparezza “Saghe Mentali”, Rizzoli.
Saghe mentali è un viaggio alla scoperta del favoloso mondo di Caparezza, poliedrico artista refrattario alle definizioni, fossero anche le sue. Un libro in quattro tomi, sulla traccia della discografia ufficiale, che raccoglie pagine e pagine di stramberie caparezziane e tutti i testi delle sue canzoni, meticolosamente analizzati da critici partoriti dalla sua stessa mente. Il primo tomo, ?!, è un finto diario segreto che raccoglie fotografi e imbarazzanti e documenti mai pubblicati prima d’ora, grazie al cielo.
Nel secondo, i brani dell’album Verità supposte ispirano una raccolta di “fiabe senza fronzoli” per bambini troppo cresciuti: stralunate, surreali e senza nemmeno l’ombra di un lieto fine. Nel terzo, i brani di Habemus Capa diventano i canti di una personalissima versione dell’Inferno dantesco, con tanto di note a piè di pagina e tavole disegnate da un Gustavo Doré in preda agli acidi. Il quarto è un vero e proprio “fonoromanzo”: un racconto di fantascienza, sullo stile della storica collana “Urania”, che si dipana in quattordici capitoli, le tracce dell’album Le dimensioni del mio caos. Idee, immagini e provocazioni si combinano in un caleidoscopio fantastico – con una grafica al limite dell’arresto cardiaco, o semplicemente dell’arresto – che rivela la sferzante ironia e la travolgente energia polemica di un vero funambolo della parola.
Michele Salvemini, in arte Caparezza (1973-2052), nacque e crebbe a Molfetta per un puro caso. Fervente compositore di pompose biografie, il “vate dalla chioma boccoluta”, come amavano definirlo gli esercenti del borgo natìo, sviluppò col tempo una poetica personale che imbevve di paradossi legati alla profonda osservazione di bla bla bla. Caparezza visse tutto il tempo con la frustrazione di non poter diventare il musicista più noto della sua città perché Molfetta aveva dato i natali al maestro Riccardo Muti. Altresì non poté sperare di divenire il “Salvemini” più popolare poiché di Molfetta era anche lo storico Gaetano Salvemini. Fu forse per questo che divenne famoso in Francia. La vita artistica di Michele Salvemini si divide in due tronconi: “quando aveva i capelli corti” e “quando aveva i capelli lunghi”. “Quando aveva i capelli corti” le sue opere erano acerbe, svuotate di senso critico e per nulla scomposte. “Quando aveva i capelli lunghi” invece, la sua poetica divenne ficcante, urticante e altri aggettivi ancora, permettendogli di pubblicare ben quattro dischi e chissà quanti altri. Egli divenne noto in patria per aver composto Fuori dal Tunnel, la sua opera più apprezzata, feroce critica a una comunità devota al divertimento, comunità che la adottò come inno trovandola, appunto, divertente. Cose come queste a Riccardo Muti non sono mai accadute. Nel 2008 pubblicò il libro Saghe Mentali che divenne un caso letterario.
Cartonato Con Sovraccoperta
13 x 19 CM, pagine 336, prezzo € 19 - Ebook € 9,99