Moreno è stato uno degli ospiti della straordinaria manifestazione “Un mondo di Solidarietà” che si è tenuta a Napoli qualche giorno fa. E durante il caotico incontro con la stampa ha dato modo di mostrare la sua bravura nel freestyle, poiché alle domande preferivano fargli fare un saluto alla testata di turno.
La sua bravura è nello scegliere di usare un generatore di argomenti casuali per seminare il suo rap, e ne costruisce la sua narrativa attorno a questi argomenti generati, mantenendo il flusso continuo per alcuni minuti per le sue rime freestyle, diventando uno dei rappers emblematici della nuova generazione, anche se tra poco compirà 30 anni e il suo nuovo album sarà dirottato su un genere più maturo.
E nel caos più totale tra spintoni e arroganti pretese siamo riusciti a strappargli queste poche domande.
Poco tempo fa hai lanciato un teaser su social di un probabile tuo nuovo singolo…
«All’inizio volevo pensare potesse essere soltanto un singolo per le feste, perché magari c’era il Natale, il Capodanno e poiché non ce lo siamo giocati per questo periodo, me lo terrò lì e vediamo se sarà scelto come singolo all’interno di un prodotto. Diciamo che il tiro c’è, però per l’estate ci vuole una roba bella tosta, non so se sarà il primo estratto o magari il secondo, però, i brani, me li tengo ancora tutti buoni, sono come dei figlioletti, me li sto un attimo covando.»
Un nuovo album è imminente allora..
«Il progetto c’è, non so se lo chiamerò Mixtape o cd o Lp, il titolo immagino lo decideranno anche i pezzi, se faccio 28 pezzi, posso permetterlo di chiamarlo Mixtape, se rimaniamo tra i 7 e i 5 ancora un lp, se ne riesco a fare 10 o 13 tracce ho fatto un disco. Voglio avere la spensieratezza di potermi approcciare alla musica senza dover per forza far parte di un filone, che sia, magari, quello del talent o altro. Sto crescendo, al prossimo compleanno sono 30 e voglio avere la libertà di potermi rapportare a tutti e non soltanto a una fascia.»
Puoi accennarci a qualcosa, qualche collaborazione per questo nuovo album?
«Posso dire solo che ho fatto un brano con Valerio Jovine, anche perché ci sono un paio di cose che ci legano, non solo le mie origine napoletane, lui è doc, io ho solo il papà napoletano. Da ragazzo ascoltavo i 99 Posse e lui ha collaborato con loro. Anche lui è arrivato a un talent come me, dov’era capitanato da J-Ax, il quale, mi diede la dritta per farmi ad andare ad Amici.»
Tra pochi giorni inizierà il Festival di Sanremo. Un ricordo del tuo Festival?
«È ancora fresco, era il 2015, non mi è ancora venuto un Alzheimer così forte da scordarmelo. Sono contento perché ritorna un Sanremo, forse come l’ultimo che avevo fatto io, perché mi pare che si era persa un po’ questa cosa della rap, l’anno scorso hanno voluto fare un festival più da canzone popolare, invece, quest’anno ritornano un sacco di colleghi e ne sono felice, così magari negli anni futuri ci sarà sempre rap.»
A brevissimo parte l’Isola, un consiglio che puoi dare a questi nuovi naufraghi…
«Un consiglio che do che Sanremo puoi provarlo a fare più di una volta, l’Isola dei Famosi no. Anche perché Carlo Conti e Baglioni li potrei sopportare per sempre, perché sono mostri della nostra musica, Raz Degan mai.»
Siamo a una manifestazione napoletana molto importante, Un mondo di solidarietà…
«Mi è stato detto che sono stato corteggiato anche per le edizioni precedenti, ad ogni modo sono felicissimo di essere qui, perché ritrovo i miei allievi di Amici, Vincenzo Durevole e Giovanna D’Anna, ritrovo artisti come Elodie che avevo già conosciuto, artisti come Nino D’Angelo con il quale i miei genitori mi hanno cresciuto e non vedo l’ora di fare una foto e un vocale per papà, se no, non posso rientrare a casa. La solidarietà è una parola che si può sviluppare in grande, ce n’è di tutti i tipi, basta guardare quante associazioni benefiche ci sono, non basta tutta la solidarietà di una sola persona, quindi, piano, piano con l’aiuto di tutti, anche da parte di noi artisti che abbiamo la fortuna di essere dei volti e alcune persone ci possono prendere come esempio, diranno: “Se l’ha fatto lui, allora, è una cosa vera, una manifestazione che veramente esiste, una solidarietà che esiste.” Abbiamo chiuso l’anno con tanti buoni propositi, ma anche tante cose brutte, io vengo da Genova è caduto un ponte, in Sicilia ci sono state delle alluvioni, la brutta tragedia anche nell’ambito musicale della Lanterna Azzurra, però c’è anche tanta carne al fuoco per poter fare meglio e partendo dalla solidarietà, tutti questi tappulli, possono scomparire e che il 2019 sia per tutti un anno migliore.»