Vent’anni fa, esattamente l’11 gennaio 1999, ci lasciava per sempre Fabrizio De André, stroncato da un carcinoma ai polmoni a 58 anni.
Nato a Genova il 18 febbraio 1940, è stato un cantautore prolifico con 14 album registrati in studio e 7 live.
«É stato il primo a coniugare felicemente la semplicità della musica popolare con la raffinatezza dei testi da vero poeta.» (Renzo Arbore in una intervista rilasciata al TG1 il giorno dei funerali di De André).
La prima impronta trovatora e giullaresca delle sue prime ballate ha ceduto negli anni alle melodie più composite e sofisticate introducendo anche il dialetto genovese nel nome di un’apertura culturale.
Pacifista, anarchico, anticonformista, De André ha segnato un’epoca e i temi delle sue canzoni sono stati molteplici dall’amore alla morte, dall’ingiustizia alla protervia dei potenti, dalla religione alla morale.
Tutti noi ci siamo innamorati dei suoi eroi “per caso”: puttane, ubriachi, prigionieri, derelitti, borghesi falsi e saccenti, re senza corona e senza scorta, pescatori, marinai in cerca di donne, giudici crudeli e bigotte pettegole ma, accanto a loro, Cristo e i suoi fratelli e Maria come vengono narrati nei Vangeli apocrifi.
Chi di noi non ha provato pietà per Marinella o non ha sentito “vere” le parole:“dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior?” Chi di noi ascoltando La guerra di Piero non si è commosso per la triste agonia di questo giovane soldato che “dorme sepolto in un campo di grano”? Chi non ha trovato poetiche le parole usate da De André per descrivere la fine di un amore?
Dalle sue canzoni abbiamo compreso che il mondo è falso, crudele e ingiusto.
Le “Anime salve” sono solitarie e vagano per le Creuze de ma’, ovvero per quegli stretti viottoli che portano a mare, lo stesso mare che ha accolto le ceneri di Fabrizio.
Tutto il suo mondo è pervaso da una luce interiore forte, abbagliante.
De André sa che l’arte e la poesia sono le armi per cambiare il mondo.
Molti libri sono stati scritti su Fabrizio e molti se ne scriveranno. Molte sono le manifestazioni che lo ricordano e molte quelle che lo ricorderanno.
Noi stiamo ascoltando in silenzio una sua canzone. Non vi diciamo quale.
Ognuno sceglierà quella a lui preferita. E lo ricorderemo così con le sue parole e la sua musica.