"Stavo apparecchiando" il grido d'amore e di solitudine di Zic  – Intervista

- di

"Stavo apparecchiando"  il grido d'amore e di solitudine di Zic  – Intervista

É uscito il nuovo singolo “Stavo apparecchiando” di Lorenzo  Ciolini, in arte Zic, tratto dal suo primo album Faceva Caldo uscito a maggio scorso,  prodotto da Zic e Pio Stefanini per l'etichetta Platinum Studio, su licenza Sony Music Italy. Zic è un toscano doc, rivelazione dell'ultima edizione della scuola di Amici di Maria De Filippi, dove si è contraddistinto per la sua personalità, e soprattutto per la sua voce. 
In questi giorni è uscito il singolo "Stavo apparecchiando", seguito anche da un videoclip. Ce ne parli?

«Può essere visto come un grido d'amore, di disperazione, di solitudine, si può vedere in tanti modi. Risale a circa due anni fa ed è molto diverso dal primo singolo. È bello, come questi brani così diversi, possano convivere nello stesso album in completa armonia. Il video lo abbiamo girato Pio ed io da soli, con una macchina fotografica, pioveva quel giorno ed è buffo vederlo adesso in rotazione, quando magari ai tempi che lo abbiamo girato, neanche immaginavamo potesse essere visto. La semplicità in tutto premia, anche la “smartizzazione” di un pezzo, nelle parole come nell'arrangiamento.»
Come nascono le tue canzoni?
«Sono dell'opinione che non si possa insegnare a scrivere, come non si può insegnare ad avere delle emozioni, con le canzoni è lo stesso, uno può fare esperienza e arriva in un momento, dove è più facile canalizzare le proprie idee. Per me scrivere, in un certo senso, è vivere, perché io parlo della mia vita nelle mie canzoni, parlo sempre di quello che ho visto, che ho sentito, che ho accusato e, quindi, cerco di mantenere sempre una sincerità e una verità nei miei pezzi. La musica è il momento in cui si può essere liberi e sinceri di dire ciò che passa nella propria mente, sempre con un’emozione profonda, perché per scrivere una canzone, serve una grande emozione ed è bello emozionarsi mentre si canta un proprio brano per poi trasmettere quest’emozione anche agli altri.» 

È più difficile mentire nella musica o nella realtà?
«È molto più difficile mentire nella realtà, nella musica se ne accorgono tutti.»
Il sogno di ogni cantante è realizzare un disco e per te si è avverato. A maggio scorso è uscito il tuo primo disco "Faceva caldo", come nasce questo progetto?
«È un progetto molto lungo, ci sono canzoni che risalgono a due anni fa. L'intero percorso è iniziato con il mio produttore e "padre artistico" Pio Stefanini,  che mi ha accolto a braccia aperte nel suo studio e nella sua vita e da lì non ci siamo più fermati. Tra di noi c'è un’armonia unica, una connessione particolare che ci permette di scrivere, rinnovarci e questo ci ha permesso di scrivere e continuare a scrivere tanto. Le canzoni nascono da tante emozioni diverse, quest’album per me è un punto di partenza, non un traguardo, anche perché finito quest’album, dieci giorni dopo, avevamo già voglia di scrivere altre cose, anche perché le cose che provavi due anni fa, non sono uguali ad adesso. Le canzoni invecchiano con te, se sono belle, vere e dette con verità. Quindi, “Faceva caldo” è un insieme di canzoni, emozioni e tante notti in studio.»

        
Ti abbiamo conosciuto nella scuola di Amici, ma la passione per la musica risale a molto tempo prima. Come nasce e se c'è un momento dove hai capito che sarebbe diventato il tuo mestiere?
«La passione per la musica nasce da prima che iniziassi a fare musica, grazie a mio padre ho sempre ascoltato tanta musica e anche tanta vecchia musica, mi piaceva tantissimo. Questo mi ha portato ad appassionarmi così da volerla fare. All'inizio giocavo con la play station a un gioco con la chitarra e facevo sempre il massimo punteggio e mi sono detto, perché non imparare a suonare davvero? Così a dieci anni ho iniziato a studiare chitarra e da lì non mi sono più fermato, l’ho capito quasi subito che dovevo fare questo. Quando ho iniziato a scrivere, il bisogno di musica è diventato più impellente e che dovevo farlo perché avevo qualcosa da dire.»
Essere uscito da un talent porta ad avere molti giovani che ti seguono. Quale consiglio senti di dare?
«Non mi sento di dare molto consigli, sono una persona come loro, faccio quello che mi piace e soprattutto che ho necessità di fare, forse non sono uno che la vita la vive come si dovrebbe. Però se una persona riesce ad appassionarsi a qualsiasi cosa nella vita, potrai non essere felice, ma avrai qualcosa per cui combattere, andare avanti e magari anche delle soddisfazioni.»
Una canzone che avresti voluto scrivere tu?
«Ce ne sono troppe, una domanda difficilissima concedimene tre: Amarsi un po'  e  Una donna per amico di Lucio Battisti e Cosa sarà di Lucio Dalla.»
Come descriveresti la tua vita in una canzone? 
«Sfiga di Antonello Venditti! Un brano che è uscito proprio ora sulla ristampa di “Sotto il segno dei pesci” e quest’inedito mi fa gasare in maniera impressionante. Ero in macchina ed è partito questo pezzo, un testo assurdo, una voce meravigliosa, bellissimo!»