«Ritrovo la felicità in nuove scoperte, in una canzone che mi fa illuminare o commuovere o in una storia di vita bella che posso abbracciare.» Intervista a Paola Turci

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«Ritrovo la felicità in nuove scoperte, in una canzone che mi fa illuminare o commuovere o in una storia di vita bella che posso abbracciare.» Intervista a Paola Turci

Viva da morire è il nuovo album di Paola Turci, uscito ieri e  contiene il brano presentato al Festival di Sanremo “L’ultimo Ostacolo” e  il nuovo singolo scritto dal rapper Pula+  che da il titolo al nuovo lavoro, oltre a rappresentare un inno alla vita ricco di energia.
Dieci tracce in un album prodotto da Luca Chiaravalli con un arrangiamento musicale proprio, in cui è racchiuso  il passato, il presente, il futuro.  Paola Turci adolescente sulla vespa 50, Paola Turci  sospesa nel passato e viva nel presente, ricca di desideri per il futuro.
Da oggi Paola Turci incontrerà i fan in alcuni appuntamenti speciali negli store delle principali città italiane. 
16 marzo Discoteca Laziale h. 17.00 Via Giolitti Roma
17marzo Feltrinelli h.18.00 Piazza Piemonte Milano
22 marzo Feltrinelli red h. 18.00 Piazza della Repubblica Firenze
23 marzo Feltrinelli h. 18.00 Piazza dei Martiri Napoli
24marzo Feltrinelli h. 15.00 Via Melo Bari e Feltrinelli h. 18.30 Via dei Templari Lecce

A maggio Paola Turci presenterà i nuovi brani in due importanti eventi live che si terranno il 13 maggio a Milano a Teatro degli Arcimboldi e il 20 maggio a Roma all’Auditorium Parco della Musica, mentre dal 12 novembre partirà da Torino il tour teatrale.

Questo disco ripercorre un po' tutta la tua vita, dall'adolescenza ad oggi. Qual è il periodo che hai amato di più e quello che hai odiato di più e in quali canzoni descrivi questo amore e questo odio?
«Nel brano “Piccola” c'è la mia infanzia, ci sono i miei undici anni,  quando cominciavo a suonare la chitarra ed è forse il periodo più bello della mia vita. Il periodo in cui facevo delle scoperte, quelle della musica, degli accordi, dei giri armonici. Non pensavo ad altro, a quello e ai ragazzi, perché mi piacevano, tanto quanto la musica. Mi dedicavo solo d'estate, perché io piacevo solo d'estate, d'inverno no. D’estate mi sbizzarrivo tra la musica e, poi, se qualche ragazzino mi distraeva, mi lasciavo un po' andare e poi  tornavo alla chitarra. Quello è stato il periodo più felice, più bello della mia vita. Ritrovo quel momento di felicità quando faccio nuove scoperte, quando viene fuori una canzone che mi fa illuminare, mi fa commuovere, quando sento una storia di vita bella che posso abbracciare, questo mi rende felice, adesso sono questi i famosi brevi momenti di felicità, tutto il resto sono alti e bassi.»
Com’è nato questo album,“Viva da morire”?
«Con il produttore e autore Luca Chiaravalli abbiamo lavorato su questo disco, ci siamo detti delle cose. Inizialmente non lavoravamo a un disco, inizialmente ci confrontavamo, ascoltavamo i pezzi, lui mi mandava dei brani, ne ho bocciato tanti. Luca mi fa sempre ascoltare delle canzoni, questo è il nostro modo di confrontarci, di collaborare, però non ci aspettavamo un disco, non avevamo pensato un disco subito dopo il precedente, Secondo cuore. Alla fine le canzoni sono arrivate, le storie sono entrate dentro le canzoni, le mie storie sono arrivate dentro le canzoni. È stato un lavoro bellissimo, interrotto da un periodo in cui Luca è stato fuori uso per una questione molto importante, ha avuto un intervento fortissimo, delicato e mi ha detto guarda, fai il disco con qualcun altro, perché io non tornerò subito operativo e io gli ho detto o lo faccio con te o non lo faccio con nessuno.»
Grande sensibilità e disposta ad abbandonare un lavoro per chi sa quanto tempo…
«Non si fa un disco per farlo uscire. Si fa un disco, perché si sente quello che si mette dentro, perciò, adesso, l'ho voluto fare soltanto con lui, poi, in futuro, non so cosa succederà e in che modo riusciremo a continuare, anche se ho già una decina di idee, però non so, non è uscito ancora questo, poi vediamo, Luca è in imprescindibile e questo disco è il nostro.»

Luca Chiaravalli, Paola Turci e Beppe Fiorello alla conferenza stampa dell'album fatta a Milano

Ancora una volta la collaborazione con Luca Chiaravalli…
«Non avrei fatto nulla senza Luca Chiaravalli, l'anima di questo disco. É suo il grido “Vivo da morire”, questa esclamazione è stata contagiosa, l'ho condivisa fin dall'inizio, una storia di vita con lui. Ho conosciuto Luca, la prima volta, tre anni fa con Fatti bella per te. Siamo entrati in sintonia attraverso le nostre avventure di vita, soprattutto la sua, più interessante e più forte della mia.»
Prima hai detto: “Tutto il resto sono alti e bassi”…
«Fa riflettere che le gioie ovviamente passano dai dolori per forza, necessariamente e inevitabilmente. Il mio periodo è stato un periodo fatto di alti e bassi, costellato di alti e bassi. Sono caduta anche negli ultimi due anni, dopo Fatti bella per te, con questo cammino di consapevolezza in cui sono finalmente tornata,  eccetera, io sono ricaduta, ovviamente, non possiamo sempre essere a livello massimo.» 
Qual è il punto di congiunzione, oltre a Luca Chiaravalli, tra questo e l’album precedente e come hai lavorato con lui rispetto all’album precedente?
«Questo disco, rispetto al precedente, ha voluto più tempo e non essendo un disco programmato, non avevamo previsto nessun tipo di uscita. Ha avuto anche una dinamica particolare,  per l'evento accaduto a Luca, infatti, tutto il disco l'ho cantato dopo, tutto insieme, tutto in una volta, una settimana per cantarlo, circa tre pezzi al giorno, però ci sono voluti due anni. Il disco, Il secondo cuore, è stato scritto molto anche da me e finito in pochissimo tempo, in 3-4 mesi mi sembra, perciò questa è già una differenza tra loro. Nel “Secondo Cuore” c’era “Io” e in questo “Viva da morire” c'è un “Noi” molto più grande, bello presente. L'anello di congiunzione, se parliamo di canzoni, può essere “L'arte di ricominciare”, una canzone di questo nuovo disco, ma è stata scritta alla fine di quel lavoro. Alla fine di quel percorso cui avevo fatto consapevolezza e capito quanto sia importante riprendersi dopo gli inciampi,  gli incidenti ed è bello anche trovare la forza per farlo.»
Ci sarà un tour teatrale e visto le tue ultime esperienze da attrice, combinerai alla canzone delle parti recitate?
«Ho recitato un monologo, ho fatto la scuola di teatro, ma non amo mescolare la musica con il teatro, la musica con la recitazione, perché mi è mancato talmente tanto, ho sentito talmente forte in tutti questi anni il desiderio di essere attrice, di recitare che quando sono su un palco e posso recitare non voglio cantare, non voglio sentirmi cantante, non voglio essere Paola Turci, voglio essere quel personaggio, voglio fare un'altra cosa, voglio davvero recitare e voglio che sia l'arte pura della recitazione, tutto qui. Se qualcuno, poi, mi chiede di recitare e cantare, se proprio devo canto.»

                               
Si dice che le canzoni non vanno spiegate e in questo disco apri con tuo padre e chiudi con lui…
«Con la sua assenza presenza, il brano “Piccola” richiama il bisogno di ritrovarlo, di ritrovare sempre questa figura, io l'ho identificato nella figura paterna, però non è necessariamente quella figura. Per questo che le canzoni non si dovrebbero spiegare, perché ognuno ha la figura che vuole, la figura che preferisce, di cui ha bisogno. Io sento il bisogno di quella immagine lì, sento il bisogno di ritrovarla e mi auguro che un domani o ormai in un'altra vita, io possa richiamare un altro tipo di figura, non so, magari un compagno, un amico…»

Tour teatrale 2019:
12 novembre – Torino- Teatro Colosseo
14 novembre – Bologna – Teatro Celebrazioni
15 novembre – Mestre – Teatro Corso
19 novembre Parma – Teatro Regio
21 novembre Senigallia - Teatro La Fenice
23 novembre – Lecce– Politeama Greco
26 novembre – Catania – Teatro Metropolitan
27 novembre – Palermo – Teatro Golden
30 novembre – Reggio Calabria – Teatro Cilea
2 dicembre – Napoli – Teatro Augusteo
4 dicembre- Forlì – Teatro Fabbri
9 dicembre – Firenze – Teatro Verdi