Peppe Barra e La Cantata dei Pastori: al Trianon Viviani il Natale parla napoletano

- di

Peppe Barra e La Cantata dei Pastori: al Trianon Viviani il Natale parla napoletano

Da venerdì 19 dicembre e fino al 4 gennaio, ogni venerdì e sabato alle 21 e la domenica alle 18, il teatro di Forcella ospita la storica sacra rappresentazione con Peppe Barra, custode vivente di una tradizione che attraversa i secoli e continua a parlare al presente:  La Cantata dei Pastori, rito teatrale collettivo che torna puntuale al Trianon Viviani, tempio della canzone e dell'anima partenopea.
Scritta nel 1698 dal gesuita Andrea Perrucci, sotto lo pseudonimo di Casimiro Ruggero Ugone, con il titolo Il vero Lume tra le ombre, la Cantata nasceva con intenti moraleggianti, figlia della Controriforma. Ma Napoli, si sa, prende i testi e li ribalta come una frittata: li sporca, li canta, li umanizza. Così, nel tempo, quell'opera austera è diventata uno spettacolo popolare, irriverente, comico e profondamente sacro insieme.
La storia è nota: Razzullo (Peppe Barra), scrivano napoletano pauroso e affamato, inviato a Betlemme per il censimento; Giuseppe e Maria in cerca di un alloggio; i Diavoli pronti a sabotare la nascita del Redentore; l'Angelo che rimette ordine nel caos. Ma è soprattutto l'irruzione del grottesco, del riso, della fama e della sopravvivenza a rendere la Cantata un unicum teatrale.
Accanto a Razzullo compare Sarchiapone (Lalla Esposito), figura deforme e geniale, simbolo di quell'arte di arrangiarsi che è quasi una filosofia di vita. Un personaggio che incarna la Napoli popolare, anarchica, tragica e irresistibilmente comica.
Il nuovo allestimento, firmato da Lamberto Lambertini, è un atto d'amore verso la città. «Con Peppe Barra, che incarna da cinquant'anni il personaggio di Razzullo e Lalla Esposito in quello di Sarchiapone - spiega Lambertini - ,la nostra Cantata vuole mettere al centro la lingua, la musica, la storia della città di Napoli, l'unico luogo al mondo dove sia stato possibile creare, e conservare così a lungo, uno spettacolo dal genere indefinibile, un unicum teatrale, frutto di secoli di devozione: uno spettacolo che è, allo stesso tempo, colto e popolare, comico e sacro, profondo e leggero, commovente e divertente per un pubblico di grandi e di piccini; uno spettacolo all'antica, dove, sulle tavole scalcagnate, i guitti impersonavano più ruoli, in una girandola di travestimenti che diverte il pubblico e spaventa i due affamati protagonisti».  


Prodotta da Ag Spettacoli e Tradizione e Turismo - Teatro Sannazaro, la Cantata dei Pastori vede in scena, con Peppe Barra e Lalla Esposito, Luca De Lorenzo (Armenzio e Demonio), Massimo Masiello (Ruscellio e Diavolo oste), Antonio Romano (Cidonio e San Giuseppe), Rosalba Santoro (Angelo) e Federica Totaro (Benino e Madonna). 
Le musiche di Giorgio Mellone sono eseguite dal vivo da Pasquale Benincasa (percussioni), Giuseppe Di Colandrea (clarinetto), Agostino Oliviero (violino e mandolino) e Antonio Ottaviano (pianoforte). 
L'allestimento è firmato da Carlo De Marino, per le scene, e Annalisa Giacci, per i costumi, con le luci di Luigi Della Monica. Aiuto regia di Francesco Esposito e organizzazione di Chiara Guercia.