Pelle Diamante è il brano presentato da Marcella Bella al Festival di Sanremo 2025 che porta la sua firma, un inno alla forza e all’indipendenza della donna, ma che, con il suo messaggio universale, va oltre le barriere di genere.
Tra le novità di quest’edizione, la sua performance è arricchita da una coreografia energica e da un’interpretazione che mette in luce la sua indomabile personalità, una Marcella "tosta" e sempre più libera di esprimersi.
Pelle Diamante, sarà inclusa nell’album Etnea Diamante Edition e contiene anche brani inediti come Fino alla fine del mondo e il remix di Tacchi a Spillo.
Stasera per i duetti Marcella Bella canterà L’emozione non ha voce di Adriano Celentano. Un brano senza tempo, scritto da Mogol e Gianni Bella, che la cantante reinterpreterà con tutta la sua passione e intensità, accompagnata dai violini dei Twin Violins, il duo di gemelli divenuti celebri sui social per la loro maestria.
Pelle Diamante è il tuo inno alle donne…
«La canzone parla un po' di me e del mio carattere. Penso che, attraverso il mio modo di essere, anche le altre donne possano trovare forza e costruirsi una sorta di corazza. Nella canzone suggerisco di usare una corazza di diamanti, la pietra più dura e preziosa, perché mai come ora le donne hanno bisogno di protezione. In passato, quando ero bambina in Sicilia, sentivo parlare spesso del "delitto d'onore", una realtà che mi sembrava surreale. Crescendo, però, tutto è migliorato. Negli ultimi anni, invece di divorziare, alcuni uomini hanno scelto di eliminare, e questa è una situazione terribile. Non voglio che la mia canzone parli di questa gravità, ma vorrei comunque richiamare l'attenzione su quello che molte donne stanno vivendo. Il mio consiglio è di lanciarsi, essere forti, indipendenti, perché l'indipendenza ci rende più forti. Nel mio piccolo, voglio cercare di aiutare le donne. Un vero inno alla forza femminile.»
Negli ultimi anni sei diventata anche autrice…
«È stata una bella rivelazione scoprirmi autrice, un ruolo che non avevo mai considerato. Pur avendo collaborato per anni con Gianni Bella e i miei fratelli, non avevo mai provato a scrivere una canzone, avevo troppo rispetto per l’arte di Gianni. Ma dopo l'ictus che ha colpito Gianni nel 2010, ho attraversato un periodo difficile. Mi mancava moltissimo, perché lui era una forza sia artistica sia familiare per me, spesso scriveva le canzoni che cantavo. Dopo un periodo di smarrimento, ho deciso di provare a scrivere da sola. Non suonando strumenti, all'inizio non è stato facile. Registravo i motivi che mi venivano in mente, li riascoltavo, e poi li sviluppavo con il mio fratello più giovane, Rosario, maestro di pianoforte. Abbiamo scritto la mia prima canzone, poi la seconda, e oggi sono arrivate a otto. Gianni, quando le ascolta, spesso ride, ma poi ha apprezzato alcune delle mie canzoni, che sono finite nel mio album. Per esempio, "Mi rubi l’anima", che ho scritto per le donne e che ho cantato con Loredana Bertè, è uno dei miei orgogli. È una canzone che è venuta molto bene.»
Dopo diciotto anni ritorni a Sanremo, ti senti un po’ a casa tua?
«Un po’ sì. Sono arrivata giovane e sconosciuta, mi hanno lanciato su quel palcoscenico, e mi ricordo che, nonostante la paura, ho trovato la forza mentre cantavo, cercando di darmi coraggio con le braccia. Da quel momento, la mia vita è cambiata: da sconosciuta sono diventata famosa. Sanremo ha rappresentato il culmine di quel sogno che avevo sin da bambina, e da allora è iniziata la mia favola artistica».
Riguardo alla recente polemica sulla canzone "Bella Stronza" di Marco Masini. Il pezzo, già criticato ai suoi tempi, ha suscitato nuove polemiche, soprattutto perché sarà cantato da un artista che sta vivendo un divorzio complicato. Le parole della canzone sono molto forti. Cosa ne pensi?
«Anch'io, a volte, mi do della stronza, ma solo a me stessa. Non permetterei mai a nessuno di appellarmi così. Non mi sento di commentare ulteriormente questa polemica, perché non riguarda direttamente me. È una questione dell'organizzazione, che ha deciso di accettarla. Se la canzone è stata scelta, evidentemente ha un suo valore. A me, personalmente, non piace che si maltratti una donna, nemmeno con le parole. Non lo sopporterei. Però la canzone ha avuto un certo successo, e, se è stata accettata, vuol dire che va bene».
Hai scelto di presentare una canzone con una coreografia vivace, un mondo che pochi altri artisti hanno portato sul palco…
«Ho iniziato a fare coreografie già anni fa, con canzoni come "Fa chic" e altre, ma con queste quattro ragazze, che praticano una danza chiamata "Vogueing", ho già lavorato in passato, anche nel video di "Tacchi a Spillo". Le ho portate a Sanremo perché rappresentano la forza, e con le loro lunghe gambe e la loro determinazione, sono agguerrite proprio come me. Queste ragazze aggiungono un’energia in più alla canzone, che ne aveva bisogno».
Sei sempre stata una persona dal carattere deciso...
«Sono una donna con un carattere reattivo, sì, ma l’ho sempre avuto. Un po’ più impulsiva da giovane, oggi sono più tranquilla. Sfogo le mie emozioni sul palco, cantando. Ho imparato a frenarmi quando è il momento giusto, ma non posso mai rinunciare a quello che sono».
Che idea ti sei fatta dei giovani colleghi del festival e delle loro canzoni, così lontane dal tuo modo di cantare…
«Loro sono un mondo completamente diverso, ma mi piacciono. Ho sempre avuto curiosità musicale e ho sperimentato anche con generi diversi, come il soul con Mario Biondi. I giovani vanno incoraggiati, e mi piace conoscere nuovi talenti. Quest’anno ho portato una canzone che si avvicina al mondo dei giovani, molto radiofonica, ballabile e orecchiabile, diversa dalla melodia classica di Sanremo. Spero che piacerà».
Ti sei sentita con tuo fratello Gianni, che cosa ti ha detto?
«Quando Gianni mi fece ascoltare "L'emozione non ha voce", fui la prima a sentirla. In realtà, ogni volta che componeva una canzone veniva con la sua chitarra e me le faceva ascoltare. In quel periodo, lavorava per Adriano Celentano e un giorno mi fece ascoltare questo brano: ‘Bella questa canzone, l’hai scritta per me?’ Era per Adriano gli dissi di scriverne un’altra e lasciare a me cantare questo brano. Ho provato a corromperlo, non c’è stato. Alla fine, la canzone la incise Celentano, vendendo due milioni di copie. Quest’anno ho voluto cantarla finalmente io, per la prima volta su quel palco, e la dedicherò a Gianni».
Hai mai avuto la sensazione che il tuo ritorno a Sanremo sia stato interpretato come una scelta legata alle tue opinioni politiche, piuttosto che al valore della tua canzone?
«Ho letto che qualcuno ha scritto che la mia presenza a Sanremo fosse legata alle mie opinioni politiche, che fossi raccomandata, ma posso assicurare che non è così. Ho 56 anni di carriera, fatta di decine di successi. Non sono mai stata "raccomandata". Voglio ringraziare chi ha lavorato per farmi tornare a Sanremo, come il mio manager Pasquale Bambaro, e il mio produttore. Non ho bisogno di sfruttare raccomandazioni. Sono Marcella Bella, e se sono qui, è grazie al mio talento e alla mia carriera, non per altro».