Nella storia del Festival della canzone italiana di Sanremo ci sono tanti nomi che hanno goduto del successo del momento per poi inspiegabilmente sparire. Ce ne sono altri che, seppur sconosciuti, hanno assaporato quel successo e, nonostante l’incuranza di certi addetti ai lavori, hanno saputo con caparbietà e intelligenza gestirsi, magari aprendosi nuove possibilità: è il caso di Tiziana Rivale che dal giorno della vittoria al Festival nel lontano 1983, davanti a nomi altisonanti come Toto Cutugno, Matia Bazar e Dori Ghezzi, non si è mai fermata, consapevole di avere una voce che poteva affermarsi anche altrove e così ha fatto e ancora fa oggi, preferendo produzioni Italo dance che le danno un’immagine sempre fresca e accattivante. Tiziana è quindi uno dei pochi esempi del bel canto nostrano che può e deve varcare i confini, non tutti come lei ci sono riusciti. Ecco l’intervista che ha rilasciato a The Cloves Magazine.
Nel 1983 sei esplosa inaspettatamente al Festival di Sanremo con Sarà quel che sarà vincendolo addirittura: tu che ricordi avevi da piccola di questa manifestazione canora e che emozione è stata per te arrivare al primo posto quell’anno tra tanti artisti già affermati?
«A dir la verità da piccola non lo seguivo. Avevo già intenzione di diventare una cantante e i miei gusti erano rivolti ai miti americani del blues e del rock. Ho vissuto una gavetta fortunata in una rock band con cui abbiamo accompagnato Gino Bramieri in tre tournée estive comico-musicali, con l’ausilio del suo manager Elio Gigante.»
Dopo qualche disco in italiano come l’interessante album Contatto hai deciso sul finire degli anni 80 di trasferirti in America, dove hai inciso in inglese colonne sonore per film: hai sempre amato la musica straniera, quali sono i tuoi Miti?
«Infatti, da bambina ascoltavo Aretha Franklin, Ella Fitzgerald e i grandi della musica “Soul” e ho deciso di vivere per qualche anno a Los Angeles per sperimentare nuove produzioni con artisti del posto. Ho anche doppiato dei film in inglese - americano. Fantastica esperienza.»
Poi sei ritornata a metà degli anni 90 in Italia, dove sei diventata tra le cantanti di punta dei programmi Amarcord di Paolo Limiti: che ricordi hai di lui?
«Paolo Limiti è stato un vero pigmalione e lo ricordo ogni giorno con gratitudine, perché mi ha insegnato molto su vari generi musicali e sulla TV, con i valori che oggi purtroppo mancano…»
Oggi prediligi un genere Italo Dance stile anni 80 che va forte nei Paesi dell’Est dove spesso ti esibisci: come mai questa svolta?
«Grazie ad Internet ho intrapreso anche questo filone: m’invitano in vari paesi stranieri e ho diverse produzioni in Europa, dove canto in sei lingue. Peccato che nessuno sia profeta in Patria ma sono contenta lo stesso.»
In Italia ti chiamano spesso ospite nel periodo festivaliero: ti sta stretta questa cosa, ne sei onorata o ritieni che meritassi più attenzione da parte dei discografici quando vincesti il Festival?
«Hai ragione, ritengo che la cosa sia limitativa. Quando ho vinto il festival, ho avuto una gestione discografica che lasciava a desiderare, quindi ho deciso di auto-produrmi per potermi esprimere in libertà, cosa impossibile agli inizi.»
Quali tra i colleghi italiani stimi particolarmente o hai legato di più nel tempo?
«Ci sono molti artisti che ammiro, specialmente quelli che ho conosciuto negli anni 80. In ogni caso vado d’accordo con tutti.»
Cosa c’è nel futuro di Tiziana Rivale come donna e come artista?
«Sono sempre attiva nel sociale, per contrastare i vari problemi come bullismo, violenza sulle donne e non solo, salvaguardia di animali maltrattati e abbandonati. Inoltre, continuo le mie collaborazioni all’estero e uso molto i Social per condividere le nuove produzioni anche in Italia. Questo è il mio intento e non mi fermo mai, i miei fan lo sanno.»
Per seguire tutte le attività di Tiziana Rivale vai sulla sua pagina facebook (qui).