Dal 27 marzo in radio, in streaming e digital download “Giulietta” (On the set /Artist First), il nuovo singolo del cantautore milanese Giordano Joe, dedicato alla sua gatta e a tutti i nostri amici a 4 zampe.
Il brano è prodotto da Luca Venturi, per “Prima la musica italiana”, arrangiato da Simone Summa, registrato presso il Blue Velvet Studio, Busto Arsizio e masterizzato da Claudio Giussani all’Energy Mastering Studio di Milano.
Giordano Joe ci ha presentato il suo ultimo brano e si è raccontato alle nostre pagine.
Giulietta è la tua nuova canzone che hai da poco pubblicato, ma Giulietta è la tua gatta. Cosa ci racconti in questa tua canzone e qual è il messaggio?
«Con questa canzone ho voluto raccontare la sua storia e il profondo legame creatosi tra noi. Mio fratello Alessandro la trovò per caso nel motore della macchina solo che, per motivi di lavoro, non poteva tenerla e decise di affidarla a me, facendomi un grande regalo».
Tu canti "sono stato fortunato ad averti trovata lungo il corso di una vita". A volte, magari, sono proprio questi incontri inaspettati che ti cambiano la vita?
«Esatto! Giulietta è capitata in un momento particolare. Stavo affrontando un periodo di forte stress, dovevo decidere che fare della mia vita e spesso l’ansia veniva a bussare alla mia porta. Lei è stata un qualcosa d’inaspettato che mi ha aiutato a distrarmi, alleggerendo quelle che erano le mie preoccupazioni».
Canti anche "mi prenderò cura io di te". In questo caso chi è "l'io", sei tu o è Giulietta che, come tutti i nostri amici a quattro zampe, si prendono cura di noi, del nostro umore, magari proprio in questo preciso momento storico, come cantavano i Queen in Delilah "You make me smile when I'm just about to cry You bring me hope, you make me laugh - and I like it" ?
«Non ci avevo pensato a questo doppio significato ma effettivamente sì, ci siamo presi cura l’uno dell’altro. Quando sono a casa, mi sta sempre accanto e questo mi fa sentire bene, mi fa pensare che io sono il suo mondo; è una sensazione molto dolce al quale non vorrei mai rinunciare, infatti, nella canzone, dico anche:”sei un’ombra che non stanca mai!”» .
La canzone termina con un "ti svegli all'alba silenziosa...shhhhhhhh", perchè è ancora troppo presto per svegliarsi o è un "silenzio tutti" inizia la mia giornata con Giulietta?
«Ho scritto così perché lei è una gattina delicata. Dorme quasi sempre nel mio letto e non appena filtra un po’ di luce dalla finestra, apre gli occhi ma senza cercare di svegliarmi; rimane lì al suo posto, silenziosa, in attesa del mio risveglio perché la sua giornata inizia quando inizia la mia; è come se vivessimo in simbiosi! Le uniche volte che mi abbandona è quando mia madre le dà da mangiare (ride)».
La canzone è accompagnata da un videoclip, cosa ci puoi dire della sua realizzazione del vagabondare di Giulietta, intervallato con foto e video in casa con te, ci racconta la storia di Giulietta?
«È stato scelto di fare un video lyrics, proprio per rendere al meglio l’idea di un racconto. Alle scene reali, sono stati associati disegni animati, pensati per dar spazio alla fantasia di chi guarda; tantissime persone hanno in casa un amico a quattro zampe e ognuno di loro potrebbe essere la mia “Giulietta”. Inoltre, il suo vagabondare è una raffigurazione di quando era in cerca di qualcuno che si prendesse cura di lei. Credo che il regista, Marco D’Andragora, abbia soddisfatto appieno le aspettative, creando un mix d’immagini e colori che danno il giusto peso a ogni singola parola».
Come nasce una tua canzone, qual è il tuo processo creativo e cosa ispira la tua musica e la tua voglia di condividerla?
«Le mie canzoni nascono in modi e contesti differenti. Possono essere ispirate da stati d’animo, situazioni vissute oppure dalla fantasia. Percepisco dentro di me una sensazione che necessita, di essere prima elaborata in musica e poi in testo. Mi piace scrivere perché, quasi sempre, inizio con un’idea e finisco con un’altra. È come se fosse lei a guidarmi, a indicare quale strada seguire ed io non posso far altro che lasciarmi andare! Ogni processo creativo è accompagnato dalla mia grande amica, la chitarra, uno strumento che parla ma soprattutto che mi fa parlare! Fare musica mi completa, mi rende una persona migliore!».
Dicevamo prima che questo è sicuramente un periodo della nostra vita direi surreale, credi che la musica possa essere il veicolo giusto per diffondere positività e speranza al di là di ogni hashtag che si possa usare?
«È un’emergenza storica e, detto sinceramente, c’è molta apprensione. La musica, però, può essere di grande aiuto e, un esempio chiaro di questi giorni, è stato dato proprio da un medico della Medicina ad alta intensità dell'Ospedale di Circolo di Varese, Christian Mongiardi, che alla fine del suo turno nel reparto Covid, si è esibito al pianoforte nella hall, suonando un paio di canzoni dei Queen, fra cui Don't Stop Me Now. Quindi sì, direi che è il veicolo giusto per trasmettere energia e speranza!».
Quali sono i tuoi progetti futuri e a quali stai lavorando adesso, puoi dirci qualcosa dell'album che stai finendo di registrare?
«In realtà, le canzoni già ci sono, mancano solo dei dettagli negli arrangiamenti che, detto così, sembrano una cosa semplice, ma richiedono un lavoro complesso perché sono quelli che possono fare la differenza. Alcune canzoni sono molto personali, ma allo stesso tempo riconducibili alla vita di chiunque altro e spero che in molti potranno rivedersi».
Mi piace abbinare la musica alla cucina e, quindi, ti chiedo, se tu fossi un piatto che piatto saresti e perchè?
«Forse sembrerò pazzo, ma mi rivedo in un carciofo ripieno. Va gustato piano piano, foglia per foglia, con la sorpresa di trovarci un sapore unico per poi terminare con la morbidezza del suo cuore che si scioglie in bocca. Mi rivedo in questo gustoso ortaggio perché credo di essere una persona profonda, da scoprire gradualmente, rivestita di una forte corazza ma solamente per proteggere un cuore tenero!».