Continua il viaggio alla scoperta di giovani talenti della musica italiana, oggi abbiamo incontrato Tony Simeone che ci ha presentato un suo inedito “Anno Domini” e si è raccontato alle nostre pagine.
Curiosi di conoscere meglio questo raffinato artista, gli abbiamo posto alcune domande sulla sua vita artistica e privata.
Chi è Tony Simeone, qual è stata la tua crescita artistica?
«Il primo approccio con la chitarra è stato intorno ai sedici anni, autodidatta fino a quando, dieci anni fa, ho deciso di frequentare l’Accademia di Musica di Modena e approfondire lo studio dello strumento. Ho passato varie fasi, dal primo amore che è stata la bossa nova, al funky, al blues, alla rock-fusion. Sono attratto dalle canzoni, a prescindere dal genere o dall’autore, e questo mi porta ad ascoltare davvero di tutto. Comunque da sempre, il mio divertimento è stato mettere in musica pensieri, idee e sensazioni personali e su questo non ho mai cambiato approccio. Diciamo che suono per scrivere e non scrivo per suonare.»
A quali artisti della musica italiana o internazionale t’ispiri?
«Ho ascoltato tanto cantautorato italiano, Pino Daniele, Concato, DeGregori, Ciampi, Litfiba, Battisti, De André, Fortis, PFM… e mi fermo qui, ma potrei continuare.
Per quanto riguarda la musica “oltre confine”, gli Steely Dan, Queen, Wonder, Earth Wind & Fire, Zappa, Bowie, Supertramp, e anche qui mi fermo perché sono un divoratore compulsivo di canzoni, ma con una pessima memoria per i titoli e i nomi, diciamo che la mia é una memoria uditiva.
Adoro anche chitarristi come Greg Howe, Zappa, Andy Timmons che, ovviamente guardo col binocolo da distanza siderale! Loro sono dei “Top players”, io non sono un virtuoso, ma amo ascoltare i fraseggi fusion e tutto ciò che é mescolanza… m’incuriosisce e mi da spunti.»
Quali sono i tuoi progetti e quali hai già realizzato?
«Il progetto principale al quale ho lavorato é “Franky Harper”, nato nel 2010, che vede me come autore delle musiche e dei testi e, invece, come interprete Francesco Arpicelli (Franky Harper). Questo progetto mi ha dato molte soddisfazioni tra cui Premio della critica al Premio Pierangelo Bertoli nel 2014, ospiti al Premio Lunezia nel 2015 e diversi passaggi radiofonici su Radio Rai e Isoradio. Nel mio orizzonte solistico al momento c’è l’album “ThisUmani”, di cui Anno Domini è stato il brano di apertura. La maggior parte dei brani li ho già pronti, sto lavorando sugli arrangiamenti e in seguito proverò a curare i videoclip.»
Che cosa pensi dei talent?
«Io personalmente non ho mai partecipato, né mai neanche provato a farne uno. Non per snobbismo, ma non credo sia il contenitore ideale per chi voglia proporre la propria musica. Lo vedo più indicato per chi ha bisogno di far sentire il proprio talento vocale. I talent sono, a mio avviso, più un fenomeno televisivo che musicale.»
Scrivi solo per te o per altri artisti?
«Negli anni mi sono diviso in questo duplice ruolo, privilegiando però quello di autore di brani per altri artisti. Negli ultimi due anni ho deciso di dare maggior rilievo alla mia ugola, diventando io stesso interprete dei miei brani. Ci tengo a dire che scrivo delle cose che vedo e che in qualche modo hanno catturato la mia attenzione, ma soprattutto delle cose che SENTO. Scritto in maiuscolo perché per me è importante “sentire” ciò che si fa. La musica é uno scambio tra il mondo interiore e quello esterno, e questo non avviene se non c’è sincerità nel “sentire”.»
A quale delle tue canzoni sei più legato?
«Non ce n'è una in particolare, ma la preferenza è legata al periodo che vivo e allo stato d'animo del momento.»
Quali sono i tuoi hobby?
«Sono un appassionato tennista amatoriale. Dedico almeno tre ore alla settimana a questo stupendo sport.»
Se fossi un piatto cosa saresti?
«Beh è difficile per me rispondere a questa domanda, perché ahimè non sono un grandissimo “Chef” né appassionato di cucina. Diciamo che mi piace più mangiare che cucinare. Comunque, di certo non sarei un piatto sofisticato!»