Il gruppo rock folk romano Il Muro del Canto è attualmente in tour per presentare il loro ultimo album “L’amore Mio Non More” (Goodfellas), dal suono ruvido e intensissimo, che unisce modernità e tradizione in un’autentica voce popolare senza tempo.
La loro formazione live prevede Daniele Coccia Paifelman, voce; Alessandro Pieravanti, voce narrante e batteria; Ludovico Lamarra, basso elettrico; Eric Caldironi, chitarra acustica; Franco Pietropaoli, chitarra elettrica e Alessandro Marinelli, fisarmonica con l’incursione al sestetto romano, anche nell’album, di Andrea Ruggiero al violino e alla tromba e al trombone Davide di Pasquale.
Il disco è stato anticipato da due singoli “La vita è una”, con il videoclip impreziosito dalla presenza come protagonista dell’attore Marco Giallini nei panni del custode della Palestra Popolare del Quarticciolo e “Reggime er gioco”, il cui video vede protagonista Vinicio Marchioni.
“L’amore mio non more” è un album di riscatto per la propria vita, le proprie origini e, soprattutto, per la bella Roma.
«Il concetto del riscatto per la nostra vita, per le nostre origini e per Roma è cantato in tutti i nostri dischi da quando esistiamo, ma sembra ce ne sia sempre più bisogno, quindi, lo abbiamo strillato più forte.»
Stiamo vivendo un momento molto impegnativo e politicamente carico, quanto la vostra musica è stata influenzata da questo clima?
«Cerchiamo di essere calmi e distaccati, altrimenti, le nostre canzoni, avrebbero un sapore ancora più amaro e ci sarebbe spazio per qualche bestemmia. In questo disco ci siamo trovati senza un progetto iniziale, direttamente nel secolo scorso a riportare a galla vecchi ricordi, facce perdute nella memoria, chi ci ha tenuto in braccio quando eravamo bambini e tutta una serie d’immagini care che possono supportarci oggi nelle battaglie quotidiane e in queste estenuanti gare di sopportazione.»
Già due singoli usciti “La Vita è una” e “Reggime er gioco” con due attori di grande levatura artistica come li avete convinti? E quanto siete stati coinvolti creativamente nella realizzazione dei video musicali?
«I video de La Vita e di Reggime er gioco nascono da alcuni incontri speciali: quello con Marco Giallini e con Vinicio Marchioni grandissimi attori che hanno molti punti in comune con noi e la poetica del Muro, dall’estrazione popolare, alla romanità, a un’attitudine di vicinanza a chi è in difficoltà. Il nostro apporto creativo nel video di la “Vita è una” è stato quello di aver indicato a Niccolò Corsetti (il regista) il fatto che volevamo fare un video nella palestra di Boxe popolare del Quarticciolo e utilizzare la metafora dello sport per parlare della vita. Nel secondo video, invece, volevamo come protagonista Roma per fare da sfondo al girovagare di Vinicio Marchioni.»
In “Stoica”, l’unico pezzo scritto in italiano dite: ”Non fa per voi la libertà, non è qualcosa che si trova passeggiando a piedi nudi al mare.” Quanto è difficile trovare la libertà? Rousseau diceva: L’uomo nasce libero e ovunque è in catene….
«La libertà è un rompicapo capace di farci impazzire. L’autodeterminazione ha un campo d’azione circoscritto e noi possiamo illuderci con la sensazione di essere liberi o lottare per esserlo ogni giorno di più.»
Perché scrivere in dialetto?
«Per esprimerci senza filtri, con la stessa forma dei nostri pensieri e con i colori antichi e condivisi del nostro linguaggio.»
Sono finiti i bei tempi del “Novecento”?
«Non so se siano stati belli davvero, ma è bellissimo ripercorrerli. La cosa certa è che sono finiti.»
In quest’album cantante anche una cover “Ponte Mollo” di Lando Fiorini. Come e perché questa scelta?
«Ponte Mollo è un brano molto bello, rappresenta un esempio classico della canzone tradizionale romana. È stata scritta negli anni ’70, ma sintetizza perfettamente le vecchie canzoni del secolo prima. Un altro gioco della memoria che ci sembrava perfetto per mescolarsi con i nostri.»
Con brani come i due monologhi “Roma maledetta” e “Tempo perso”, il vostro album sembra essere più estroso di altri progetti realizzati. Parlatemi dell'impeto con il quale esplorate alcuni temi…
«I monologhi, come le canzoni, nascono da suggestioni che ci colpiscono. Nella specifico ”Roma Maledetta” nasce dalla voglia di mettere in scena l’estetica della negatività e di come spesso fatti di cronaca nera acquisiscano un fascino morboso. Partendo da questo punto di partenza ho capito che poteva essere un espediente per raccontare la storia di Roma. Il secondo monologo del disco: il Tempo Perso prende spunto da uno studio dell’Istat su quanto tempo impegniamo a fare determinate cose nella vita e sviluppa un racconto basato sulle abitudini dell’uomo. Ci sembravano entrambe due temi in linea con il resto del disco e abbiamo deciso di includerle.»
Altra domanda banale, qual è l’origine del nome della band “Il Muro del Canto”?
«Il nostro nome è un gioco di parole con il noto muro del pianto che diventa un canto, un coro collettivo e un muro che non divide, ma che unisce, nella musica nelle tradizioni, nelle buone vibrazioni e nella condivisione dal basso.»
Parliamo del vostro tour. Che cosa succede durante i vostri live… performance particolari… raccontate aneddoti e storie personali… come coinvolgente il vostro pubblico?
«Il tour è il momento più bello, perché corona tutto il lavoro che c’è dietro ad un album e lo trasforma in una festa. Condividere quelle giornate di ferie insieme al Muro del Canto è spesso completamente folle ma bellissimo. Portare in giro il nostro sogno e dopo diversi anni vederlo fiorire in tutte le città dove andiamo, ci riempie di gioia e soddisfazione. Ci piace girare nelle migliori trattorie e fare le ore piccole in albergo. Talvolta se l’alcol della sera prima lo permette, visitiamo qualche centro storico per riprendere il contatto con la realtà.»
TOUR DI PRESENTAZIONE
02/02/2019 Sulmona (AQ), Soul Kitchen (ingresso con consumazione obbligatoria)
14/02/2019 Roma, Mercato Coperto di Garbatella (ingresso gratuito fino ad esaurimento posti)
05/04/2019 Magenta (MI), New! Ideal (ingresso con biglietto - solo in cassa)
06/04/2019 Torino, CSOA Gabrio
07/04/2019 Parma, Splinter Club
01/06/2019 Bologna, A Skeggia (Ingresso gratuito)