Il grande Renato Carosone avrebbe compiuto oggi 100 anni essendo nato a Napoli il 3 gennaio del 1920.
Pochi sanno che il suo vero cognome era Carusone ed è stato uno dei musicisti che hanno fatto grande l’Italia nel mondo. Insieme a Domenico Modugno che ha venduto più dischi in America con brani in italiano e napoletano!
Cantautore, direttore d’orchestra, compositore, pianista classico e jazzista ha rinnovato la musica italiana fondendo sapientemente i ritmi della tarantella partenopea con le melodie afro-americane creando un suo stile inconfondibile. Ha precorso le varie contaminazioni e rivoluzioni che si sono susseguite negli anni nel campo della musica leggera italiana ,portate a compimento dai ritmi di Pino Daniele e dalla passione di Renzo Arbore con la sua Orchestra Italiana.
16 album al suo attivo nel periodo 1935-2001, contenenti brani indimenticabili:Maruzella, Torero, Caravan petrol, Tu vuò fa l’americano, ’O sarracino, Pigliate ‘na pastiglia…
La sua band storica era formata dall’eccentrico chitarrista ed astrologo olandese Peter Van Wood, mentre la batteria era suonata dal mitico e stravagante Gegè Di Giacomo, nipote del grande poeta Salvatore che al grido di Cantanapoli dava avvio a tutte le esecuzioni dal vivo.
Sorprendente il suo primo ritiro dalle scene all’apice del successo nel 1959. Ecco come lo spiegò lui stesso per zittire le voci fantasiose e i pettegolezzi in un’intervista rilasciata al settimanale Oggi del 24 settembre di quell’anno:«É vero, mi sono ritirato per questa unica ragione:per scendere dalla ribalta mentre sono ancora vivo, finché la mia faccia non ha ancora incominciato, o m’illudo, ad annoiare… Chi si abbarbica al guadagno è finito, non pensa più alla vita né alla famiglia né ad altro che al denaro: É triste, molto triste. Mi riempie di gioia pensare che potrò fare Natale e Pasqua a casa mia, con mia moglie e i miei figli come mi è stato impossibile fino ad oggi…».
Una grande lezione di umiltà per tutti gli artisti che si sentono arrivati e credono che il successo sia la cosa più importante nella vita.
L’impresa di riportare Carosone sul palco riuscì nel 1975 a un suo vecchio amico Sergio Bernardini, il proprietario della Bussola di Marina di Pietrasanta, lo stesso che ingaggiò Mina.
Ci furono concerti in Italia e in America tutti sold out perché il suo pubblico non lo aveva dimenticato.
Nel 1993 fu colpito da aneurisma che lo costrinse a un lungo ricovero e a diradare le apparizioni in pubblico. Iniziò a dipingere e a godere maggiormente degli affetti familiari fino alla sua scomparsa avvenuta a Roma il 20 maggio del 2001.
Federico Vacalebre, prestigioso critico de Il Mattino, è stato autore nel 2013 di un musical sulla vita e le canzoni di Renato Carosone impersonato da Sal Da Vinci.
Noi di The Cloves Magazine vi consigliamo la lettura di due libri: L’americano di Napoli scritto a quattro mani da Vacalebre e Carosone stesso e Carosonissimo, una biografia del Maestro, scritta dal solo Vacalebre.