Eco e oltre: la musica di Joan Thiele tra famiglia, libertà e sperimentazione. Intervista

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Joan Thiele, cantautrice e musicista poliedrica, è salita sul palco del 75º Festival di Sanremo con il brano Eco, che ha raggiunto il ventesimo posto. La sua partecipazione a Sanremo è stata un punto culminante di un percorso musicale che, dopo anni di sperimentazioni, ha trovato una nuova espressione in italiano, con il suo album in uscita il 21 febbraio, Joanita. La canzone Eco è dedicata a suo fratello e tocca temi familiari ed emotivi, con influenze musicali che spaziano dal cinema italiano a icone della musica leggera. Joan racconta anche del suo incontro con il mondo di Tarantino e delle sue radici musicali, tra le quali spiccano i Led Zeppelin. La sua carriera, segnata da importanti riconoscimenti come il David di Donatello per la miglior canzone originale, Proiettili, tratta dal film Ti mangio il cuore, continua a evolversi con il nuovo album che segna una svolta personale e artistica. A fine maggio sarà in tour e partirà da Milano.
Come ti senti a essere arrivata sul palco del Festival di Sanremo? È una realtà che avresti mai immaginato fino a qualche anno fa?
«È davvero una sensazione incredibile. Non avrei mai pensato di partecipare a Sanremo qualche anno fa, considerando che all’epoca scrivevo musica in inglese. Solo negli ultimi anni mi sono avvicinata all'italiano, cercando di trovare un mio suono, quindi essere qui e portare la mia musica è un onore immenso. La mia ricerca musicale mi ha portato a esplorare tante influenze diverse, e credo che ora sia il momento giusto per essere su questo palco».
Nel brano Eco si percepisce una forte atmosfera cinematografica, in particolare un richiamo a Tarantino. È stato un omaggio voluto?
«Sì, assolutamente. L'idea di usare la chitarra elettrica all’inizio della canzone è una sorta di tributo a quel mondo, a quel tipo di musica che ha segnato la mia adolescenza. La chitarra rappresenta per me la libertà, e ho voluto portare quel suono in Eco come simbolo di quello che significa per me la musica».
Hai parlato di Eco come di una dedica a tuo fratello. Ma cosa rappresenta per te la famiglia?
«Eco è una canzone d'amore per mio fratello, una riflessione sulla nostra storia familiare, che, come molte altre, è stata complessa. Crescendo con due padri diversi, abbiamo avuto esperienze familiari molto diverse. Ma il mio concetto di famiglia è l’amore, e la bellezza sta nel fatto che, a volte, la famiglia te la costruisci scegliendola. Ho avuto la fortuna di essere circondata da figure femminili forti e amorevoli, come mia madre, mia zia Guia e molte altre persone che mi hanno insegnato tanto. Questo è il vero significato di famiglia per me: l’amore che si trasmette da una persona all’altra».


Hai mai pensato di voler tenere insieme così tante influenze musicali diverse, da Morricone a Billie Eilish, in una sola canzone?
«È sempre un gioco per me. Mi piace esplorare e sperimentare, quindi quando scrivo, non mi pongo limiti. In Eco, ho preso ispirazione da diversi mondi, senza paura di mescolarli. Non volevo che la canzone fosse omogenea, ma piuttosto che fosse una riflessione di tutte le influenze che mi caratterizzano. La musica deve essere un campo di gioco, ed è stato molto divertente scrivere questa canzone e raccontarla così».
Arrivi a Sanremo dopo tanti anni di ricerca. C’è qualche rimpianto o pensi che il tuo percorso fosse necessario per arrivare fino a qui?
«La paura è un tema ricorrente nel mio percorso. Negli ultimi anni ho vissuto periodi in cui mi sono bloccata, ma credo che faccia parte del mio cammino artistico. Ogni artista ha il suo tempo e il suo percorso, e se ho impiegato dieci anni a fare questo, allora è perché era necessario per me. Ognuno ha il proprio modo di raccontare la sua storia, e il mio processo artistico è stato lungo, ma ne sono molto grata».
Parlando della tua musica, quanto di quegli anni '70, del rock che ascoltavi da bambina, è presente nel tuo stile musicale?
«Sicuramente quelle influenze ci sono, anche se non credo di aver mai cercato di imitare nessuno. La musica dei Led Zeppelin e del rock degli anni '70 è stata fondamentale per me, e la porterò sempre con me, ma poi ogni artista, quando scrive, fa propria quella musica e la trasforma. Lo sentirete anche nel mio prossimo disco, dove ci sono tantissimi riferimenti ai miei ascolti».


Nel panorama musicale attuale, ti senti a tuo agio anche in playlist che contengono generi musicali molto diversi dal tuo?
«Sì, credo che oggi la fluidità musicale sia una ricchezza. In Italia c'è un grande fermento nel cantautorato, e quest’anno a Sanremo ci sono artisti come Cristicchi, Brunori sas, Lucio Corsi che stanno portando nuove sonorità. E credo che, al di là del mio pezzo, sia bello che ci siano tanti generi diversi che si mescolano, perché tutti questi mondi diversi ci raccontano storie diverse. E questo è il bello della musica oggi».
Com'è stato il tuo duetto con Frah Quintale nella serata dedicata ai duetti? E cosa ti ha spinto a scegliere una canzone di Gino Paoli?
«Ho scelto Che cosa c'è di Gino Paoli perché è una canzone che parla d'amore, un tema che ritengo sempre molto complesso da scrivere e trattare. Volevo portare una canzone d'amore sul palco di Sanremo, soprattutto in un periodo in cui c'è tanto bisogno di amore. Frah Quintale è un artista che stimo molto, e mi sembrava naturale portare questa canzone con lui, visto che è parte del mio quotidiano e della mia scena musicale».
Parlaci del tuo nuovo album Joanita, che uscirà tra pochi giorni...
«Ho lavorato su Joanita negli ultimi tre anni, prendendomi il tempo necessario. Ho iniziato a produrre nel 2020, perché sentivo il bisogno di esplorare il suono in maniera più personale. Questo disco segna un passaggio importante, perché è stato un processo molto intimo per me. È stato un percorso di autoscoperta, dove ho dovuto superare molti blocchi emotivi e lasciare andare la mia creatività. Joanita è il risultato di questa esplorazione e di una parte di me che finalmente si è sbloccata».

Ecco le date del Joanita Tour 2025,  calendario in aggiornamento
24 maggio - Milano, Mi Ami Festival
27 giugno - Collegno (TO), Flowers Festival
28 giugno - Vicenza, Lumen Festival
25 luglio - Assisi, Riverock Festival
11 agosto - Milazzo (ME), Mish Mash Festival
13 agosto - Lamezia Terme, Color Fest
14 agosto - Locorotondo (BA), Locus Festival