Foto di Vittorio Marrucci
La fortunata rassegna Napoli Teatro Festival si apre con uno spettacolo ghiotto al Teatro Sannazaro: Storie dal Decamerone Il potere di Michele Santeramo con Claudio Santamaria e musiche originali eseguite al violoncello da Francesco Mariozzi. Produzione Fondazione Teatro della Toscana e Festivaldera.
Storie dal Decamerone è un’opera drammaturgica composta dai seguenti capitoli: Un Amore, Una Guerra, Il Potere, Il Caso e L’Invenzione. Un progetto trasversale che rivisita, in chiave attuale, il capolavoro di Giovanni Boccaccio.
Nelle note dello spettacolo Michele Santeramo dice:«C’è un potente dalle cui decisioni dipendono la vita e la morte delle persone. Questo è il vero potere:comandare sulla vita. Ad un certo punto, di fronte ad un viso pulito e bello di una giovane donna,dovrà prendere decisioni che gli ammalano l’anima. Le storie del Decamerone servono oggi a guarire dai nostri affanni privati,dalle nostre necessità e dai nostri dubbi. Il Decamerone è lo specchio in cui guardarci, per provare a guarire dalla nostra peste».
Le storie narrate sono storie di disagio e di presa di coscienza di un malessere interno che non trova apparentemente spiegazioni valide. Si convive con questa “peste” interiore fino a quando alcuni eventi ne consentono l’individuazione e la necessità di una guarigione purificatrice. Il raccontare le proprie storie diventa pertanto un atto catartico come avveniva per i tre fanciulli e le sette fanciulle del Decamerone di Boccaccio che, come è noto, per sfuggire alla peste del 1348 si rifugiano in una villa fuori Firenze, intrattenendosi vicendevolmente con una serie di racconti narrati a turno.
L’aforisma del politico francese Charles Maurice de Talleyrand “Il potere logora chi non ce l’ha”, ma che in Italia ha la voce ed il volto di Giulio Andreotti, non si applica al protagonista dello spettacolo. Egli annega nella solitudine, nella tristezza, nel dubbio delle sue azioni. Neppure la famiglia può comprendere il peso delle sue responsabilità e delle sue scelte che, fatte sempre per il bene della collettività mortificano e schiacciano il singolo individuo.
Claudio Santamaria legge il testo con partecipazione emotiva, calandosi nel ruolo del “potente” con straordinaria tecnica recitativa a cui fa da contrappunto la musica, a tratti struggente, del violoncello. É pienamente credibile in questo personaggio non facile da rendere teatralmente con sfumature kafkiane. Il potere anche delle parole del testo è forte e vibrante.
Tuttavia, lo spettatore non riesce a cogliere l’unità di intenti delle Storie dal Decamerone proprio perché viene rappresentato un solo tassello di un mosaico ampio e complesso. Sarebbe stato opportuno rappresentare ciascun capitolo dell’opera di Santeramo in modo da averne una panoramica completa con spunti di discussione e di approfondimento.
Info e prenotazioni: napoliteatrofestival.it