Lunetta Savino nel film di Katja Colja è “Rosa”! Recensione

- di

Nell’ambito del Napoli Film Festival, ieri sera all’Istituto Grenoble in Via Crispi a Napoli, è stato presentato in anteprima campana il film Rosa della regista istriana Katja Colja, alla presenza dell’attrice protagonista Lunetta Savino intervistata da Marco Lombardi.

Tutti conoscono i trascorsi televisivi, cinematografici e teatrali dell’attrice pugliese che per la prima volta riesce a strappare al destino un ruolo da protagonista che le calza a pennello, mettendo a nudo la sua profonda sensibilità che va ben oltre le tecniche di mestiere.

Nel film è Rosa, una donna matura segnata dal dolore per la perdita della figlia Maja. Vive con il marito Igor (Boris Cavazza) da “separata in casa” mentre l’altra figlia Nadia sta per sposarsi. Vincendo l’imbarazzo di entrare nella camera di Maja per mettere ordine tra le sue cose, scopre che sua figlia vendeva sex toys con la complicità di Lena (Simonetta Solder), una parrucchiera che organizza ogni giovedì pomeriggio incontri per donne intenzionate a parlare liberamente della loro sessualità. Rosa riesce con fatica a riappropriarsi del proprio corpo, a prendersi finalmente cura di sé, a riscoprire la capacità di amare le persone che le vivono accanto.

                                               

Come film di esordio, la regista Katja Colja riesce a fare centro a partire dal soggetto e continuando con la sceneggiatura scritta con Elisa Amoruso. Nel ricostruire una vicenda molto intima e personale incentrata sul dolore per la perdita di un figlio trova anche il coraggio di parlare di un argomento che, almeno in Italia, è ancora tabù: la sessualità di una donna matura. La Colja ne parla con una delicatezza di immagini che sfiora il sentimento poetico.

La scelta di affidare il ruolo di Rosa alla Savino è stata determinante nel rendere il film un gioiello di stile e di espressività.

Se il cinema ha la funzione primaria di intrattenere il pubblico ha anche il dovere morale di sollecitare la discussione e l’approfondimento su temi di scottante attualità e il lungometraggio della regista istriana assolve questo importante compito.

La cinepresa indugia sui particolari della scenografia e sul volto dell’attrice con una fotografia spesso monocromatica di grande impatto emotivo.

La scena dell’autoerotismo è girata con una dolcezza che rimanda a un graduale “scongelamento” del corpo che inizia dalle mani e attraverso l’immagine speculare arriva alle carezze.

La morte e la vita, il dolore e il desiderio si confondono e permettono a Rosa la sua ri-nascita con dignità e consapevolezza.

Un film bello, intenso, determinato, poetico. Siamo certi che incontrerà il favore della critica e del pubblico.

Nei prossimi giorni approderà al Cinema Vittoria di Napoli.