Fiori neri stavolta a voi, cari Social, nuova maledetta passione di noi esseri mortali che stiamo tutto il giorno col capo chino sui cellulari a inviare messaggi, a diffondere inviti, a chiedere amicizie, a litigare, a sparare cazzate; sì, perché poi tutto questo chiacchiericcio virtuale improvvisamente degenera creando scompiglio, confusione, sconcerto senza distinzioni di sorta: tutti ne siamo coinvolti nel bene e nel male.
Prodigio della tecnologia oramai alla portata di tutti, i vari Facebook, Instagram, Twitter ci immergono in una realtà parallela dove tutto pare possibile, anche “fidanzarsi” con sconosciute persone che a volte non corrispondono all’immagine fisica e caratteriale con cui entriamo in contatto. Ci illudiamo così di alleviare la nostra solitudine, l’origine, secondo me, di ogni male. Come male è l’abitudine di raccontarsi senza riserve, mettendo la propria vita in pasto a un pubblico morbosamente curioso, invadente e alla fine cattivo, pronto a restituirci a tempo debito con gli interessi tutto quello che abbiamo confessato, gettandoci nello sconforto e di nuovo in quel senso di solitudine. E ancora la voglia di comunicare con foto, i famigerati e diffusissimi selfie soprattutto, ogni nostro piccolo spostamento corredandolo di frasi ad effetto che spesso fanno solo ridere?
Siamo schiavi di una società dell’immagine che ha imposto dei modelli che, fino a un decennio fa, sembravano irraggiungibili e che proprio per questo non creavano nevrosi ma ora pare che tutti possiamo, grazie ai Social, modificando anche le nostre foto, diventare protagonisti da copertina. Vero è che questi ci aiutano tanto a comunicare, ad argomentarci di notizie ed eventi importanti, ma a che prezzo però se l’altra faccia della medaglia è quanto sopra esposto? Come rispondere appunto a chi dice che basta usarli con intelligenza e parsimonia, che non li si deve sporcare con post sciocchi, slogan deficienti, barzellette ecc.?
Ne siamo dentro ormai, questo è un calderone dove ci trovi di tutto, e confessiamolo, ci piace divertirci con tutto questo e diventare anche cattivi: avete sentito parlare dell’ultima rovinosa tendenza, quella degli Haters, ovvero gli odiatori che si divertono a insultare questo o quel personaggio celebre e non solo? Inutile per me trovare soluzioni, tutto segue un flusso, una corrente, poi finirà e nasceranno nuovi modi di relazionarci o forse, peggio per noi, resteremo imprigionati in questa trappola. Occhi aperti…