È uscito “Taccuino Vesuviano. Aneddoti, storie e personaggi ai piedi del “Gigante” (Il Quaderno Edizioni – 94 pagine – 10 euro), il nuovo libro del giornalista Carmine Alboretti, con la prefazione di Carlo Avvisati, giornalista de “Il Mattino”.
Il taccuino serviva e, ancora oggi per pochi giornalisti, per annotare appunti e promemoria per poi svilupparli in un articolo e Taccuino Vesuviano è una raccolta di articoli apparsi su PagineVesuviane.it di cui alcuni sono brevi racconti che espandono ritratti concisi di personaggi della comunità vesuviana in cui Alboretti si muove, rivelandone alcune verità sull’esistenza quotidiana con caratteristiche chiare senza circonlocuzioni, senza frasi risonanti senza senso.
E come una Spoon River a osmosi inversa, cioè è l’autore che fornisce una mappa dei personaggi e ne mette in risalto la vita dando al libro una certa coerenza e una certa emotività.
«Il boom d'internet – racconta il giornalista e scrittore Carmine Alboretti durante la presentazione del suo libro nella Sala Consiliare del Comune di Boscotrecase - se da un lato ha reso accessibile a tutti gli strumenti della comunicazione dall’altro, secondo me, ha deteriorato il dialogo e i rapporti interpersonali a discapito del contributo originalità che noi giornalisti dovremmo dare, ed è venuta a mancare l’aspirazione ad andare oltre la semplice notizia di cronaca, per offrire al lettore qualcosa in più e di meglio, molto spesso dietro all’apparenza di un fatto insignificante si nascondono delle storie bellissime che non vengono raccontate e si preferisce puntare sul sensazionalismo a tutti i costi, che attira i clic degli internauti, con l’unico scopo di promuovere campagne a favore e molto spesso contro determinate persone, determinati orientamenti.»
«Pagine Vesuviane e Taccuino Vesuviano, che ne rappresenta un po’ la trasposizione su carta, - continua Alboretti - si muovono nella direzione opposta, perché riconoscono e valorizzano l’anima sociale e popolare del giornalismo locale, vale a dire il suo ancoraggio all’identità del territorio, in gergo si chiamano Note di Colore e diventano nel mio libro le colonne portanti della narrazione. Così acquistano valore identitario la storia dell’avvocato brasiliano innamorato della terra dei suoi avi; quella del ciclista ambientalista che s’inerpica sulle stradine del Vesuvio, alla ricerca delle discariche abusive; la pizza dedicata ad Ancelotti; il politico che cancella le scritte violente contro le donne e tante altre, come quella del finanziere che va in pensione dopo quarant’anni di servizio o della gioielliera centenaria. Molti dei protagonisti di queste storie sono in mezzo a noi, persino i necrologi assumono una sostanza diversa, in quanto, oltre a ricordare la vita dello scomparso ne evidenziano il ruolo attivo nella comunità di cui fanno parte, mi piace ricordare il ritratto dell’amico Carmine Panariello e la sua passione per la protezione civile; la verve intellettuale e politica di Francesco Paolo Fiumara professionista libero di cui avremmo ancora bisogno; la spontaneità della signora Raffaella Casale icona della scuola elementare di Boscotrecase; l’umiltà di Don Peppino Noto per tanti anni alla guida della comunità francescana di cui ho l’onore di far parte; il sorriso dell’amico Franco Boccia imprenditore dalla grande carica umana o il giudice Santaniello. Ho provato a fare emergere il mio modo d’intendere il giornalismo locale, più riflessivo e meno urlato, frutto dell’esperienza maturata in altri contesti e in altri ambiti.»
E, infine, Alboretti conclude con una frase di Indro Montanelli con cui il libro si apre:
«Non ho potuto sempre dire, tutto quello che volevo, ma non ho mai scritto quello che non pensavo. »
Alboretti, già avvocato, giornalista professionista e docente a contratto, si interessa da sempre di tematiche sociali ed ecclesiali. È stato vicedirettore de La Discussione, fondata da Alcide De Gasperi. Collabora con #Natura, Rivista di Ambiente e territorio dell’Arma dei Carabinieri, Comunicare il sociale e Metropolis.