C'è una presenza silenziosa che, secondo la tradizione napoletana, abita le case e ne custodisce l'anima: la bella 'mbriana . Spirito buono e luminoso, una fata che incarna il calore domestico, l'accoglienza e l'armonia familiare. Vigila sugli abitanti, li protegge, chiede rispetto e ordine, e quando la serenità vacilla viene invocata come un talismano contro il caos. Figura amatissima del folklore partenopeo, la bella 'mbriana è la memoria viva di una casa che respira, ascolta e, se trattata bene, benedice.
Ed è proprio la Bella 'Mbriana il nuovo progetto più intimo e identitario di Teresa Emanuela Leone, con il suo sguardo educato all'empatia, cresciuto tra l'eredità paterna e un'urgenza personale che trasforma ogni scatto in un atto di ascolto profondo. Nel suo lavoro la tecnica è solo il punto di partenza; il vero obiettivo è l'anima, con le sue crepe, le sue storie non dette, la sua bellezza disarmante.
Per Teresa la Bella 'Mbriana, incarnata nelle sue fotografie dal volto di Beatrice Yousef, è una ricerca visiva che affonda nelle radici di Napoli, nella sua spiritualità laica e invisibile, nei versi e nella musica di Pino Daniele, bussola emotiva e memoria collettiva. La Bella 'Mbriana diventa qui luce che filtra, ombra che protegge, silenzio carico di storia. Tra chiostri che respirano sacro, sguardi che non interpretano ma sono, e un dialogo continuo tra visibile e invisibile, Teresa costruisce una fotografia che non mostra: suggerisce. Un invito a rallentare, a credere ancora nella forza delle cose che non si vedono ma si sentono. Perché, come le sue immagini, anche certe presenze non hanno bisogno di apparire per esistere. E quando i riconoscimenti, non ti lasciano più.
Nei prossimi giorni sarà inaugurata la mostra fotografica, La Sete del Peccato, visitabile dal 20 dicembre 2025 fino al 6 gennaio 2026, dalle 11 alle 21, presso l' Antica Salumeria Gambardella, Corso Italia 63, Sorrento.
Bella 'Mbriana è una figura che vive tra leggenda... Quando hai capito che questa presenza invisibile poteva diventare immagine fotografica, e perché?
«Ho capito che potevo fotografare la Bella 'Mbriana nel momento in cui ho realizzato che la sua essenza non è nell'essere vista, ma nell'essere sentita e presentita. L'intuizione è nata da un legame profondo e atavico, che si è cementato attraverso le parole e la musica di Pino Daniele, soprattutto in versi come: "Bonasera bella 'mbriana mia / Rieste appiso a 'nu filo d'oro". Ho sempre immaginato la Bella Mbriana come una donna eterea dalla bellezza disarmante, e ho sentito l'esigenza di catturare questa figura perché, in un modo che definisco puro, sento la sua presenza. La fotografia è il mezzo per dare forma al mio sentire, al mio mondo ricco di dettagli e anima. Ho voluto dare vita a una leggenda che abita le nostre case e le nostre anime».
In un post scrivi che la Bella 'Mbriana è luce, corrente d'aria, silenzio carico di storia...
«La Bella 'Mbriana è una presenza sottile e benigna, capace di manifestarsi in un raggio di sole inatteso (come ho cercato di catturare nelle mie foto, giocando con la luce) o in una corrente d'aria inspiegabile. È quell'ombra amica che si teme di disturbare e che non va mai offesa. È il mistero, la poesia e la superstizione che il grande Pino Daniele ha saputo raccontare. Con questo progetto, cerco di rendere visibile questo spirito inafferrabile».
Quanto conta per te l'invisibile nella fotografia, un linguaggio che per definizione "mostra"?
«L'invisibile è la mia ossessione e l'ossatura di questo lavoro. Se la fotografia " mostra ", io la uso per suggerire, per spingere l'occhio dello spettatore oltre ciò che è semplicemente documentato. Ho giocato con la luce e l'ombra proprio perché la 'Mbriana si può " scorgerla tra una giornata ": attraverso un velo, un fascio di luce che ne disegna la forma sul viso, o un'ombra che nasconde per rivelare. L'invisibile è ciò che la 'Mbriana conosce di noi: le nostre storie, il nostro " disinganno e peccato ". Fotografare l'invisibile significa fotografare l'anima».
.jpeg)
C'è un legame fortissimo con Napoli... Questo progetto nasce più da un'urgenza identitaria o da una ricerca artistica?
«Nasce da un'urgenza identitaria profondissima, indissolubilmente legata alla mia storia personale. Ho iniziato ad ascoltare Pino Daniele da quando avevo tre anni, le sue canzoni e la sua figura mi hanno accompagnata fin da bambina, tanto che, per via della somiglianza, credevo fosse mio padre. Per una persona anticonformista come me, Pino Daniele è diventato l'idolo di vita indiscusso, e la Mbriana, tramite le sue parole, un'esigenza. La ricerca artistica è stata il modo per elevare questo sentimento personale, trasformando il legame con la leggenda in un linguaggio universale che onorasse la spiritualità laica di Napoli».
Che rapporto ha la tua fotografia con la musica e con la memoria emotiva collettiva della città?
«La musica di Pino Daniele è il fondamento emotivo del progetto. Le sue canzoni, che mio padre usava per modificare i video, sono il mio primo ricordo legato all'arte visiva. Pino Daniele è il custode sonoro della memoria emotiva di Napoli, sa raccontare l'ambivalenza della città. La mia fotografia cerca un ritmo simile: un'immagine che è calma e profonda, ma che vibra con la saggezza dei suoi versi: "Bonasera a chi avanza 'o pere c'o' core rutto". La musica ci ricorda che la Mbriana conosce le nostre storie, e l'immagine cerca di restituire la dignità a quelle storie».
Il chiostro di San Francesco diventa spazio sacro e narrativo: in che modo il luogo ha dialogato con il corpo e lo sguardo della modella durante lo shooting?
«Il Chiostro di San Francesco è stato il luogo perfetto per ospitare questa figura eterea e universale. Le sue architetture silenziose e la sua storia secolare hanno fornito la cornice per l'immateriale. Il corpo di Beatrice ha dovuto farsi contenuto, non esposto, in dialogo con le linee severe del chiostro. Lo sguardo si è concentrato sulla gravità del luogo, permettendo che gli occhi della modella raccontassero non un'azione, ma un'attesa, una consapevolezza. Il chiostro ha incarnato la casa, il luogo che la Mbriana abita, e il corpo ne è diventato il sacro custode».
La tua Bella 'Mbriana non è folkloristica, non è cartolina. Era importante per te allontanarla da una visione stereotipata...?
«Era fondamentale. Volevo allontanarmi da qualsiasi visione folkloristica o stereotipata di Napoli, perché la 'Mbriana è una presenza divina ed esoterica, non un costume. L'ho voluta spogliare degli orpelli per restituirle la sua vera funzione: una donna dalla bellezza disarmante che sa a chi fare del bene perché può scoprire le nostre anime. È la forza che veglia, la certezza che "la ruota gira per noi", una figura di protezione e cura che è ben più profonda di una semplice superstizione».
.jpeg)
È una risposta artistica a un tempo fragile come il nostro?
«In un certo senso, sì. La Bella 'Mbriana è un'entità che vive nella permanenza della casa e della storia, offrendo un contrasto potente con la fragilità e la velocità del nostro tempo. Il progetto invita a rallentare, a cercare la luce inattesa, la corrente d'aria inspiegabile. Ci ricorda che c'è sempre una forza in attesa di vegliare su di noi, un'ancora emotiva in un periodo di disorientamento. È un messaggio di fiducia esoterica».
Hai scelto Beatrice come incarnazione di uno spirito antico... In che modo lo sguardo di Beatrice ha guidato la costruzione visiva del progetto?
«Ho sempre immaginato la Bella Mbriana come una donna eterea dalla bellezza disarmante e l'ho trovata nella bellezza di Beatrice Yousef. I suoi occhi raccontano una storia millenaria, possiedono quella quiete e quella profondità che trascendono la sua persona. Lo sguardo di Beatrice è stato il filo d'oro – per citare Pino Daniele – che ha guidato la sessione. Non doveva interpretare, ma essere. I suoi occhi, capaci di guardare l'osservatore con una calma intensa, hanno incarnato la sapienza della Mbriana, quella che conosce le storie di tutti noi tra disinganno e peccato. Lei non è una modella; è l'incarnazione di uno spirito antico».
Biografia
Teresa Emanuela Leone è una fotografa la cui arte affonda le radici in una profonda passione ereditata dal padre, un fotografo professionista che ha acceso la sua visione. Il suo lavoro non è solo tecnico, ma una missione: catturare dettagli che restano nascosti agli altri e lasciare un messaggio duraturo in questa vita effimera. Il suo approccio è profondamente empatico. Teresa ama raccontare le storie delle sue modelle e immortalare momenti autentici in strada, concentrandosi sulla narrazione dell'anima. Crede fermamente che siamo tutti esseri meravigliosi e che per questo tutti abbiamo bisogno di un fotografo capace di vedere e onorare la nostra verità.
"Noi siamo tutti esseri meravigliosi e abbiamo bisogno di una fotografia che possa immortalare la nostra anima e raccontare la nostra fragilità e le nostre storie che solo un occhio sensibile può catturare."
La sua arte celebra la bellezza in ogni sua forma. La sua carriera è segnata da importanti collaborazioni: nel 2018 ha collaborato con la Presidenza della Puglia dopo aver vinto un concorso fotografico di rilievo, dove ha conosciuto la sua mentore, Antonella Berlen, ecodesigner e fotografa di grande spicco, con cui ha poi collaborato per diverse mostre. Inoltre, si è dedicata a progetti sociali come Amore Senza Confini, volto a divulgare l'amore tra una ragazza musulmana e una italiana. In questo ultimo periodo si focalizza stando intensamente sui ritratti di donne diverse tra loro. Il suo scopo è catturare la loro bellezza esteriore e interiore, perché Teresa è disponibile per catturare la tua anima con la sua macchina fotografica, perché riesce a capire la tua essenza. Il suo progetto più recente, Bella 'Mbriana, rappresenta un legame intimo con la sua storia personale e le sue radici culturali, ispirato profondamente dalla musica e dai versi di Pino Daniele.
Teresa è disponibile per Shooting fotografici, Ritratti che raccontano le vostre storie, shooting di moda, e servizi per Famiglie e Coppie. Seguitela e contattatela su instagram.com/teresa_emanuela_leoneph
È possibile mettersi in contatto con lei anche attraverso la sua rubrica sul profilo Facebook, un luogo dove la sua passione per la scrittura si traduce in aiuto concreto. Qui tratta temi legati al vissuto personale e risponde a messaggi anonimi dei lettori. Attraverso l'elaborazione di queste testimonianze, offre una piattaforma a chi vuole condividere la propria esperienza e, in questo modo, dimostrare agli altri che non sono soli. Profilo facebook Teresa Emanuela Leone Rubrica Rose